È capitato anche a voi di trovarvi in una situazione simile alla mia?
Ora vi racconto…
Poco prima che finisse la scuola, mio figlio, seconda elementare, venne da me. “Mamma”, mi disse, “una mia compagna di classe è sempre triste”.
“Tu sai perché?”, risposi io.
“Perché dice che i suoi genitori hanno litigato tanto e suo papà non torna più a casa, ma lei ha tanta voglia di vedere il suo papà”.
Allora gli chiesi se aveva detto o fatto qualcosa per aiutarla e lui rispose “Le ho detto di non preoccuparsi, che i grandi devono risolvere i problemi e poi sono andato a giocare”.
Quel giorno provai una stretta al cuore e abbracciai mio figlio forte come non avevo mai fatto. I grandi devono risolvere i problemi. Quella frase era piena di tutta la sua sicurezza, della certezza che i grandi servono per tenere i bambini al sicuro, per dare loro la possibilità di crescere, preoccupandosi solo di imparare a diventare grandi a loro volta.
La tristezza che provai pensando che purtroppo non è sempre così, fu molta.
Quando una coppia si separa, come nel caso della compagna di mio figlio, spesso non riesce a vedere in modo nitido la sofferenza dei bambini, soprattutto se entrambi provano rabbia, paura, delusione, sconforto. Queste emozioni quasi li travolgono completamente, impedendo loro di orientarsi, persi in un turbinio di cose da fare, decisioni da prendere, lotte da affrontare.
I bambini però continuano a fare le cose di tutti i giorni non capendo quello che succede intorno a loro. Perché le cose cambiano? Perché i genitori non si tengono più per mano? Perché i dialoghi sembrano sempre più litigi che confronti?
Perché di nascosto mamma piange e papà è triste? E così a volte prendono in mano la situazione, ci provano loro a risolvere i problemi. Come se i grandi ora apparissero i piccoli. Troppo fragili, troppo deboli, troppo indifesi. Provano, allora, a capovolgere i ruoli, sorridono per far sorridere i loro genitori, mediano le discussioni e provano a far fare loro la pace, trovando strategie e tecniche a volte molto fantasiose e geniali.
Ma tutto questo è estremamente faticoso. Mettono in campo tutte le forze che dovrebbero servire solo per crescere, imparare, giocare e diventare grandi. Perdono quella serenità e quella sicurezza di poter essere accompagnati nella scelta della strada da prendere nella propria vita, così la vita l’affrontano come possono. Diventando davvero grandi, ma forse, troppo in fretta.
Ottavia Re Fraschini, Sara Rimoldi di Promesis s.s. Mediazione Familiare