GenGle: “i valori di cui fregiate sono gli stessi di cui dovrebbe fregiarsi una famiglia.” Avete colto il senso di tutto ciò che potrebbe o dovrebbe essere un matrimonio che decide di far nascere dei bambini (magari due come nel mio caso).
Voi con i vostri iscritti ed appassionati lettori, io con una donna e due bimbi. Due mondi diversi, ma che poggiano sulle stesse basi: stare bene insieme, divertirsi, scambiarsi opinioni, esperienze e mettere in condizione come cosa assoluta e prioritaria lo sviluppo dei bambini, la loro autonomia, le loro attitudini e cercare, dopo un po’ di anni, di fargli spiccare il loro personale volo verso la loro vita nella sua meraviglia ed unicità.
Questo è il progetto di una coppia, questa è la speranza, questi sono gli “intoccabili” presupposti. Non sempre va così. Può capitare che ad un certo punto uno dei due decida di separarsi e di rinunciare per tanti, troppi motivi al progetto, alle priorità, a quegli “inviolabili” presupposti.
I motivi sono sempre tanti, troppi, validi, oggettivi, realistici ed in linea con le dinamiche della società mai abbastanza sufficienti da spiegare a loro, ai figli: il distacco, lo sgretolamento. Mai abbastanza curativi da lenire la loro sofferenza, da far dimenticare il loro mondo fino ad allora ben custodito dalla mamma e dal papà nonostante i loro difetti e le loro contraddizioni, nonostante le code per andare in bagno o i sofficini cotti male, nonostante le liti, la TV troppo accesa, i viaggi estenuanti in auto o i divieti imposti sui giochi elettronici.
Ci si separa invece, quando la separazione è tutto ciò che il papà (io) abbia mai pensato come soluzione ai tanti, troppi motivi che come in tutte le cose, possono o devono essere risolte sempre senza misure drastiche o radicali. Questo uno crede.
Una famiglia va protetta! I figli vanno protetti, accuditi, una coppia, un matrimonio, un amore va protetto e non dissipato. Non escluso, chiuso, fallito, cessato per far posto ad altra vita, diversa, forse migliore, ma creata da un dolore ben definito e indicibile quando riguarda due bambini di 6 e 9 anni.
Oggi in Italia il 75% delle separazioni viene chiesto da donne ed è un dato che lascia intravedere un malessere al femminile che non può essere del tutto imputato a quel 75% di uomini che fino a ieri rappresentavano non fonte di malessere, ma persone con le quali costruire quel nucleo che in tutte le realtà rappresenta ancora la più grande bellezza del mondo: la famiglia.
Dalla famiglia con cuccioli di qualsiasi animale alla famiglia di piante, di stelle, di rocce, di pianeti o di laghi. È ciò dimostra che noi stessi, forse, ciò che ci compie! Ho accettato una separazione consensuale che, pur sforzandosi di cercarlo, non ha mai trovato in me alcun consenso, ma il punto finale rimane un altro: Chi è la persona che accetta e fa sua la possibilità di aspirare ad una vita migliore, ad una maggiore libertà cercando di eliminare le proprie irreversibili (?) sofferenze, nella consapevolezza che questo creerà (segnandoli) infinite sofferenze ai propri figli piccoli?
Cosa cela questo continuo aumento di scelte radicali e condannanti anche verso i bambini piccoli e tutto il proprio trascorso fino a quel punto? Vietato rispondere che il 75% dei maschi sono degli sciagurati…
Alfredo