1 Settembre 2018

Come spiegare GenGle ai miei amici

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Le donne gengle, gli uomini gengle e i loro rapporti

Ieri sera sono uscito con tre miei amici, tutti uomini.

Non tre miei amici qualunque, parliamo del mio primo amico ovvero la prima persona con cui io abbia giocato quando eravamo piccoli, con il mio migliore amico (nonché testimone di nozze) e una delle persone che io abbia frequentato di piu' in tutta la mia vita a causa di una passione comune.

Essendo nati tutti nella stesso condominio, tutti loro sono a loro volta amicissimi. Ci vogliamo benissimo. Sono persone intelligenti. Siamo cresciuti assieme.

Ma io sono l'unico ad essere morto, qualche anno fa. L'unico ad essere rinato diverso.

Come sempre in caso di reunion tra amici dello stesso sesso si spegne il cervello (soprattutto grazie alla birra) e si inizia a commentare gli argomenti top con un tono a metà tra il goliardico e lo stupido.

Dopo un paio di risate, la mia vita (non li vedevo dal 2016, quanto meno) è diventata di attualità.

M: allora Andrea, come va con le Bangles?

A: (vi assicuro) come sempre, due canzoni che mi fanno impazzire, il resto trascurabile

M: ?????

A: intendi I Gengle? Bene, li frequento tantissimo. Facciamo tantissime cose, sempre diverse, ho un sacco di rapporti nuovi.

C: sì ok, ma vogliamo sapere come va con le donne.

Era la domanda che mi aspettavo, naturalmente. Non è stata nemmeno posta in maniera così "elegante": riformulatela nella vostra testa aggiungendo quanto meno un termine triviale per indicare l'anatomia femminile, ecco andrà bene.

Per i successivi 10/15 minuti ho imparato il vero significato dell'equilibrismo, ovvero sapersi destreggiare tra la necessità di rimanere all'interno del linguaggio del gruppo (che in quel momento era simile a quello di John Wayne in un film sugli indiani) e il mio voler trasmettere un'esperienza globale senza sembrare fuori luogo quanto Raniero Cotti Borroni in 'Viaggi di nozze' di Verdone.

Così, dopo un quarto d'ora di lotta senza risultato, ne' una foto ne' un racconto, hanno desistito. Il calcio, eterno secondo neurone maschile dopo l'altro, ha messo tutti d'accordo.

Due ore dopo tornavo a casa a piedi. Riflettevo sul perché non fossi riuscito a trasmettere un'esperienza cosi bella a persone cosi care, per me. Certo, ci vediamo poco, ma sono quelle persone che quando le vedi non è passato nemmeno un giorno.

No?

No.

Ne sono passati migliaia.

Non possono capire la bellezza della solidarietà: un GenGle ha un incidente, altri GenGle passano la notte in ospedale, stanno vicini, riaccompagnano. A loro non succederebbe.
Non possono vivere la pienezza e la varietà degli eventi che vengono organizzati: noi usciamo tutte le sere, con figli o meno perché siamo felici di incontrarci.
Loro lottano, scalpitano, per ritagliarsi uno spazio d'evasione che invece dovrebbe essere garantito, di default, in un rapporto!
Non potranno mai capire quanto il dolore ci abbia forgiato e ci costringa, costantemente, ad essere vivi! A non sprecare il nostro tempo in relazioni ed azioni inutili!
Mi sono resoconto, con estrema tristezza, che la risposta che si aspettavano era: "ragazzi, ho così tante tacche sul fucile che ormai devo comprarne un altro". E giù risate e un altro giro di birra ….

Invece non è andata così. Io continuo 'Sulla mia strada', come Ligabue dice bene:

"c'è chi mi vuole più me stesso 
e più profondo, più maledetto 
e bravo padre e bravo a letto 
c'è chi mi vuole perfetto 
di un po': te come ti vogliono? 
di un po' tu come ti vuoi? tu come ti vuoi?

Sono vivo abbastanza
Per di qua
Comunque vada
Sempre sulla mia strada"

Lascio invece a loro la tristezza della ricerca di un brivido come ben delineato in 'Canzone della vita quotidiana' di Guccini:

"Amori disperati, amori fatti in fretta,
consumati per rabbia o per dovere
che spengono in stanchezza con una sigaretta i desideri nati in tante sere,

amori fatti in furia, ridicolo contrasto,
dopo quei film di fasto e di lussuria,
rivincita notturna dove, per esser vero,
l' uno tradisce l' altro col pensiero
".

Sono proprio due mondi diversi, me ne rendo conto. Ne avevo già parlato ma ancora mi stupisco per la differenza tra un GenGle e una persona che porta avanti un rapporto da tanti anni. Capisco di più anche quella che e' stata la mia storia.

È come se mi avessero lavato la sporcizia accumulatasi e poi lasciato al mio destino: non importa quanto sarà (o sia stata) lunga la strada per giungere alla verità, io posso farcela perché ho una dote che chi è ancora sporco non ha: Io Sono Vivo.

 

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