1 Settembre 2018

Aiutare il proprio ex in difficoltà?

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E cosi, dopo due anni, è successo.

L’ho sempre detto, che tutto il casino che la ex aveva piantato due anni fa era dovuto al suo star male e che lui era solo un uomo caronte, ma tutti terapeuta in primis a dirmi che in realtà stavo solo cercando di sminuirla perché non potevo accettare che lei stesse con un altro. Che negavo la realtà.

Ma quando sei stato non il marito, che è un ruolo, ma il migliore amico (che è amore) di una persona per 24 anni, le sai le cose.

Dopo due anni l’amara verità (che ho sempre saputo, sempre sentito): lui non esiste più, come compagno (se mai l’e’ stato) perché “ha una caterva di problemi, più di me”. Dopo i mesi necessari a lavarsi gli occhi dalla sbandata in atto, si è resa conto dell’assurda sostituzione che ha creato. Non perché io sia chissà che, ma perché lui e’ veramente improponibile.

Ha ammesso anche lo stalker e di aver iniziato a prenderne le distanze.

Ha poi concluso questa sera al telefono, tra le lacrime, che si sente molto sola.

È alta 1.70, ormai non pesa più nemmeno 50 kg. Non ha più seno, né altre forme. Quando dico che non la vedo campare più di dieci anni, mi danno del pazzo.

Ma io lo so e nella mia mente prefiguro la ‘pucci’ senza madre a 15 anni e impazzisco. Sì, impazzisco. La persona più buona, accogliente ed intelligente che abbia mai conosciuto si sta autodistruggendo, giorno dopo giorno. Il suo pranzo di ieri è stato uno yogurt, tra l’altro magro, lasciato a metà. Evviva!

Lo so, li sento i vostri 1012 cazzo di occhi che mi fissano in attesa della risposta alla domanda: “e tu?”

E tu cosa? Amore? Come mi disse lei quando mi lasciò, “non ci si innamora di una persona che sta male”, e io stavo malissimo.

Stasera però ripensavo a quel film con Matthew McCounaghey e Naomi Watts, “la foresta dei sogni”.

Loro due non riescono più a parlarsi perché lui l’ha tradita e lei è diventata un’alcolista funzionale, però di nascosto si fanno dei piccoli favori perché non hanno mai smesso di volersi bene. E perché vogliono la felicità dell’altro. E allora mi rendo conto che ho bisogno che lei stia bene, per andare avanti. Per la mia strada, certo (il divorzio non è minimamente in discussione) ma sapendo che lei percorre la sua in maniera serena.

Non provateci nemmeno, a dirmi cose tipo: “hai il diritto di rifarti una vita, non dobbiamo salvare gli ex”.

Qui non si tratta di un opportunista che scrocca una notte dall’ex suocero, o si fa lavare i calzini o ha bisogno di essere imboccato nel rapporto con i figli.

Qui parliamo di sofferenza vera, che deriva da anoressia in adolescenza e che adesso è tornata, parliamo di solitudine, depressione. Parliamo appunto di autodistruzione.

Tutto questo mi tiene come in purgatorio, e sono io che mi ci metto. Non voglio tornare indietro perché sarebbe l’Inferno, ma non voglio nemmeno andare avanti, verso il Paradiso, perché tanto so che sapendola all’Inferno tornerei indietro, come Orfeo per Euridice, per cercare di salvarla. E un’altra persona ci andrebbe di mezzo.

Tutto quello che ho cercato di costruire in due anni l’ho fatto fallire io, me ne rendo conto.

Perché la sofferenza mi tiene in scacco, e la sofferenza che potrebbe portare sulle nostre figlie mi devasta.

Sono tutto quello che di bello ho fatto nella mia vita, non permetterò mai che una cosa cosi si abbatta su di loro, anche se questo volesse dire non vivere più.

Dei cinque che eravamo, devo essere io a morire per primo e non prima dei miei ottant’anni, anche di più.

Non pretendo che capiate e potete darmi tutti i calci in culo che volete, se volete.

Tornerei all’Inferno per essere sicuro che non ne restasse sepolta.

Ascoltandola, scherzando con lei, creando dei momenti familiari, e lo sto già facendo.

Notte, gengletudine

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