Non so voi, ma tutte le volte che mi ritrovo in ambienti “famigliari”, con carovane di bambini al cui seguito ci sono genitori appassionati e uniti, un brivido freddo mi attraversa la schiena. E non perché le mamme sono isteriche e trascorrono intere ore a urlare come oche giulive, destando nelle mie orecchie stanche la pietà e la misericordia santissima.
Oppure hanno abbracciato la filosofia new age, per cui, lasciano fare ai figli ogni genere di cose, e attraverso la meditazione tantrica, cercano di comprendere quali istinti profondi si celano nei comportamenti aggressivi dei loro marmocchi. No. Magari fosse una di queste cose.
La verità è che quando mi trovo in alcune situazioni, mi sento diversa. E mi metto a studiare quale mistica magia abbiano ricevuto alcune coppie e i loro figli. Perché loro, sono affiatati, uniti, sfornano bambini come se non ci fosse un domani e soprattutto, stanno ancora insieme. Vado al parchetto con mio figlio e vedo fedi luccicare al primo bagliore di luce. Sembra fatto apposta: se nel week end decido di non uscire dalla città e di solcare con le mie snakers la zona verde del quartiere, è sicuro al 100% che le mie scelte del passato, riecheggeranno dirompenti e incazzate.
Un po’ è destabilizzante.
Che poi siano felici, è da vedere. Questo è ovvio. Tutti sappiamo che molti stanno insieme per compagnia, altri per noia e molti pochi per amore vero. Ma la sensazione che ho quando mi ritrovo in certe situazioni è sempre la stessa.
Perché, diciamoci la verità. Per quanto possiamo aver scelto o subito la separazione, il risultato non cambia: ci si sente un po’ confusi. A volte mi capita di osservare le coppie dei compagni di scuola di mio figlio e mi chiedo come una scolaretta del liceo, per quale dannato motivo, la mia vita debba essere più complicata della loro. Più sola.
Più piena di impegni e incazzature varie. In attesa di una carezza, che il più delle volte rifiutiamo perché, siamo troppo prese dalla crescita dei nostri bambini. Ci sentiamo doppiamente responsabili e non permettiamo a nessuno di invadere il nostro spazio di serenità, che ci siamo conquistati dopo aver passato le pene dell’inferno.
Ed è giusto così.
E in questi momenti, quando vedo arrivare i fratellini o le sorelline degli amichetti di mio figlio, quando li sento organizzare le vacanze, quando vedo le loro vite scorrere fluide, pulite e nei limiti della normalità, mi sale una terribile emozione. No, non è istinto omicida. Non avrebbe senso. Se gli altri sono felici, buon per loro.
Quello che scatta è un senso di inadeguatezza, misto a un pizzico di sana invidia. La testa viaggia tra mille interrogativi: ci chiediamo perché sia toccato proprio a noi il cartellino del genitore single con tutte le conseguenze del caso. Ecco. Non so se in alcuni momenti delle vostre vite da genitori single vi siate sentiti alquanto incazzati e un tantino insofferenti nel vedere che fuori c’è un mondo che non ha problemi economici, che ha creato una famiglia strutturata e non soffre di attacchi di gastrite per ogni decisione da prendere.
A me a volte succede. Soprattutto quando mi rendo conto che sono sola, che ho uno stipendio per due, che devo portare avanti la “baracca” tutta sulle mie spalle e che quando ho la febbre e avrei bisogno di una banale carezza, non c’è nessuno.
Ci vuole un tale coraggio per lasciarsi e ripartire da zero, che a volte uno si chiede se sia la scelta giusta. Se tutta questa sofferenza sarà prima o poi, ricompensata. Chi è in coppia non capirà mai. Hanno i problemi delle coppie, ma non quelle di chi, ogni giorno imbraccia le armi per difendere il diritti di suo figlio. Per chi fa un doppio lavoro per potersi permettere una vita normale. Per chi deve organizzare mesi in anticipo tutte le dannatissime feste comandate, i weekend alternati, gli sport, le spese divise al 50% (se va bene) e tutte queste scocciature insopportabili.
Eh sì, coraggio. Coraggio nell’affrontare una separazione, con tutte le problematiche che comporta (guerre giudiziali, litigate furiose al telefono, ripicche, dispetti e infinite beghe giornaliere). Se si lascia o si è lasciati poco importa: alla fine, siamo tutti genitori single, con le nostre ferite, il nostro passato e le nostre profonde delusioni. Ma nonostante questo, abbiamo avuto la forza di prendere in mano la nostra vita e vivere quello che ci è capitato con grinta e determinazione, di goderci appieno pochi momenti di relax che abbiamo, di essere un po’ pazienti, molto multitasking e di avere un fegato da Guinnes dei primati.
Per cui, possiamo anche avere dei momenti malinconici. Dei momenti dove sembra più semplice vedere che gli altri hanno una vita più bella della nostra e arrovellarci sull’ingiustizia della sorte che ci è capitata. Ma forse fa parte del gioco.
Non amo andare al parchetto, perché i miei sbagli sono tutti lì, davanti allo scivolo, mi salutano e mi ricordano quanto sia stata ingenua. E in effetti, ci sono altre situazioni che eviterei volentieri. Ma è meglio subire una vita infelice, o stravolgerla e costruire qualcosa per noi e per i nostri figli, del tutto nuovo e autentico?
Ci sono cose che accadono e non ci possiamo fare nulla. Tanto vale, navigare le tempeste, imbracciare le armi e attendere momenti migliori.
Perché arriveranno per tutti noi, ne sono sicura. È questo il bello di noi genitori single: ci asciughiamo le lacrime di nascosto, dietro a immagini fintamente sorridenti, recuperiamo le forze e siamo pronti a conquistare il mondo.