1 Settembre 2018

Ex: Essere o non essere (amici)?

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Caro Amleto, avevi ragione sai? A farti determinate domande, intendo. Pensa che a distanza di 500 anni, c’è ancora chi si tormenta su alcune questioni. Ti posso assicurare che oggi stiamo messi peggio. Molto peggio. Se non altro i tuoi dubbi esistenziali erano legittimi. Insomma, figli dei tuoi tempi.

Oggi invece, abbiamo tutti delle vite deliranti e caotiche. Non c’è tempo di filosofeggiare. Non abbiamo mai tempo per noi, per un prosecco con le amiche, per sistemarci il trucco, per farci belle. Eppure i dubbi vengono anche a noi. E non sai quanto. Ci sono momenti in cui sogno di potermi sedere su un comodo lettino e di raccontare al caro Freud, tutti i pensieri che mi bombardano la testa nell’arco di una giornata. Sono quasi convinta che anche lui trasalirebbe. Oppure chiuderebbe per ferie. In fin dei conti essere un genitore single presuppone una serie di dubbi e insicurezze esistenziali, che mettono in crisi anche i migliori di noi.

Tra le tante riserve che ho, ce n’è una che proprio non vuole andar via: rimane lì, tra le attività extrascolastiche e la voglia di farmi 6 drink tutti d’un fiato.

E non mi riferisco alla scelta del completino sexy da mettere per un incontro galante. Figuriamoci. Esco meno di Mina e sono in ferie forzate da almeno due anni. Praticamente, mi dedico all’amore ad anni bisestili. Ed ho detto tutto. Il vero dubbio amletico, quello che da anni mi fa esplodere terribili emicranie è il seguente:

Dopo la separazione si dovrebbe rimanere amica dell’ex, oppure escluderlo per sempre dalla propria vita?

Premesso che per un genitore single è quasi impossibile cancellare il numero del proprio ex per una serie di motivi strutturali, la mia domanda si riferisce chiaramente al tipo di rapporto che si dovrebbe avere dopo che è suonato il gong dell’addio.

Mi sto lanciando a duecento all’ora in un campo minato. Perché ogni relazione finita ha le sue regole e le sue problematiche. Non è semplice stabilire cosa sia giusto o sbagliato. Ci sono persone che hanno ferito talmente tanto il nostro amor proprio, che diventa difficile perfino cercare di mantenere dei rapporti distesi. Ma il punto è che abbiamo dei figli. E se non riusciamo a farlo per noi-ed è anche giusto- dovremmo sforzarci di farlo per loro.

Ora. Il confine tra essere separati ed avere un buon rapporto, ed essere separati ma amici, crea una linea di demarcazione invisibile estremamente pericolosa e labile.

  • Come prima cosa, non ascoltate mai quello che hanno da dirvi i vostri cari. Lo so, sono persone che ci vogliono bene e vogliono aiutarci. Ma spesso se non si vive una situazione, non si è in grado di comprendere alcune sfaccettature. E si rischia di aprire bocca e sparare solo cazzate. In fondo siamo tutti bravi a parlare dall’alto del nostro trono, ma quando siamo noi i diretti interessati, tutto cambia. Chi non ha figli –e mi dispiace dirlo- non dovrebbe proprio parlare. Dovrebbe cucirsi quella bocca e pensare a giocare alla Playstation. Se c’è una verità inconfutabile, è che solo i genitori possono capire cosa significhi realmente essere genitori. Poi ci sono gli altri. Quelli che aprono bocca, perché in base alla loro esperienza le cose vanno fatte in questo modo e non c’è altra alternativa. Altra stronzata colossale. Ognuno crea con l’altro un rapporto personalissimo e unico. Quindi, le esperienze degli altri, anche se razionalmente giuste, possono non andare bene per la nostra situazione. È come un vestito: ad alcune calza a pennello, ad altre sta da schifo. Seguite il vostro istinto e basta. Il resto non riguarda né voi, né la vostra vita, né quella di vostro figlio.
  • Essere amici. È molto bello sentire di coppie che scelgono di rimanere amici (vedi Paltrow-Martin) e indubbiamente è un bene per i figli. Poi, da qui ad essere realmente amici, c’è di mezzo un mondo, Un mondo di gelosie, di fastidi, di rapporti nebulosi che rischiamo di creare ancora più confusione nella testa dei nostri figli. È ovvio che tra la Guerra dei Roses e l’amicizia tutti sceglierebbero a mani basse la seconda. Mica siamo mentecatti.

Ma a quel punto una piccola linea di demarcazione va messa. Siamo amici, usciamo con i bambini tutti insieme quando si può, ma ognuno la sua vita. E guai a interferire. È necessario riuscire a creare una sorta di muro invisibile per cui si  dovrebbe decide insieme su tutto ciò che riguarda i figli, ma non si dovrebbe mettere bocca sulla vita privata dell’altro. E per quanto possa sembrare facile, non è sempre così. Il più delle volte entrambi si prendono troppe libertà. Poi, c’è questa tendenza innata a scaricare i nervosismi della vita verso il proprio ex, come se fosse il nostro pungiball. Ma questo è a prescindere. È una certezza ineludibile…

Insomma, le variabili sono talmente tante, che onestamente non sono in grado di dire se rimanere amici sia la soluzione migliore.

Per la verità, per molti grandi penne, la soluzione migliore dovrebbe essere di rimanere insieme. Ma come sappiamo, spesso non è così. Anzi, è esattamente il contrario. Lo stesso vale per il rapporto che si decide di avere con il proprio ex.

Di certo, ognuno deve ritenersi libero di scegliere ciò che sia meglio per lui e per il suo figlio. Magari, contando fino a dieci ed evitando di imbarcarci in guerre inutili che portano solamente via il sorriso ai nostri figli.

Io e il mio ex, ad esempio, abbiamo trovato una via di mezzo: ogni tanto pranziamo insieme, ogni tanto organizziamo dei week fuori porta, andiamo alle feste insieme, partecipiamo alle riunioni di classe. Alterniamo sapientemente fasi di amicizia a fasi di tipici bisticci da ex. Non è semplice.

Però mio figlio è molto sereno. Io in compenso a breve sarò costretta a fare un trapianto di bile. Sia mai che mi operi Patrick Dampsey.
genitoriseparatirimanereinamicizia

 

 

 

 

 

 

 

 

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