1 Settembre 2018

Foto dei figli sui social? No, se l’ex non è d’accordo

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Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata una sentenza in tal senso. E infatti, la notizia dello scorso 8 novembre non lascia alcun dubbio. Il Tribunale di Mantova ha infatti obbligato una mamma a rimuovere le foto dei suoi bambini postate sui social, in disaccordo con l’ex marito. Da quanto si evince, non si potranno più postare le foto dei propri figli se l’altro genitore non è d’accordo.

Il motivo, come ricorda il giudice nella sentenza, è che “pubblicare foto di bambini sui social network con l’opposizione di uno dei genitori viola il diritto all’immagine e alla riservatezza, la convenzione di New York sui diritti del fanciullo, e la normativa di tutela dei minori contenuta nel regolamento europeo che entrerà in vigore nel maggio 2018”.

La questione in sé apre scenari di varia natura. Il problema di Internet è che postando una qualsiasi foto, noi non siamo a conoscenza di chi vedrà l’immagine. Anche se abbiamo deciso di avere profili privati, le cui notizie sono viste solamente da persone che fanno parte della cerchia di amici virtuali da noi decisa, esiste sempre una buona probabilità che le stesse foto, che ci ritraggono felici e contenti al mare con in braccio i nostri bambini, possano finire nelle mani di persone sbagliate. Di persone che possono usare le nostre foto per usi pedopornografici, entrare in circuiti criminali o subire il fenomeno del kidnapping.

È assolutamente necessario cercare di dare una normativa ad un tema delicato come la privacy virtuale dei minori, ancora non tutelato. Al momento non esistono leggi che obblighino i genitori a non mettere foto dei propri figli nelle piattaforme pubbliche (Facebook, Twitter, Instagram e altre piattaforme virtuali.) Probabilmente perché una legge in tal senso non è applicabile nel vero senso del termine.

Spesso però, se ne sottovalutano i rischi. Una volta pubblicate le immagini in rete, possono essere viste da chiunque. Ecco alcuni dati per rendervi il quadro della situazione: solo nel 2016 sono state censite 2000 immagini pedopornografiche, e nel 2017 sono state il doppio.  Allora da dove vengono “rubate” queste foto?
Le fonti sono proprio gli smartphone delle mamme, dei papà e dei nonni. Le foto, condivise dai parenti, sono nei fatti giuridicamente consentite.

Forse, senza eccedere in estremismi, bisognerebbe solamente applicare alcune regole di buona educazione. E cioè, che postare foto dei figli al mare, in costume, o anche in montagna  mette i vostri figli in una condizione di pericolo. In un mondo come quello di oggi dove è sparita ogni separazione tra online e offline, nulla è più sicuro e coperto da privacy. Siamo tutti leggibili e volubili anche se crediamo di no. Ecco perché la sentenza, nel suo complesso non è sbagliata. Il fatto che poi, diventi una sorta di guerra tra due ex, fa anche sorridere (per non piangere).

Il punto qui non è di non mettere foto se il proprio ex non è d’accordo. Il tema è più vasto. E riguarda l’identità virtuale de nostri figli.

Non manca un riferimento al nuovo regolamento europeo in materia di dati personali, approvato nel 2016 e in vigore dal prossimo 25 maggio 2018, secondo il quale “l’immagine fotografica dei figli costituisce dato personale” e “la sua diffusione costituisce una interferenza nella vita privata”.

Forse, vista la quantità di documenti pedopornografici, bisognerebbe conoscere meglio come funziona il web.

Quando posto una foto di mio figlio, sono davvero sicura che nessun male intenzionato possa vederlo? La domanda è chiaramente retorica e si porta con sè tutta una serie di questioni che nell’era del “post” vanno quantomeno affrontate.

Non sono una di quelle persone che non pubblica foto di suo figlio su Internet. Faccio outing.

L’ho fatto, come lo fanno molti di voi. Ma poi, leggendo alcuni dati ed articoli di giornali, mi sono resa conto che forse, mettere le foto di un minore lo pone davanti a una serie di pericoli di cui superficialmente non ci rendiamo conto, e che in parte potremmo evitare. In fin dei conti, la nostra è una semplice azione di vanità. Mettere una foto di nostro figlio equivale a dire al mondo virtuale “guardate quanto è bello mio figlio!”. E per quanto mi riguarda, il gioco non ne vale la candela. Inoltre c’è tutto il tema dell’identità virtuale del minore che andrebbe affrontata: sembra infatti che in Svizzera un ragazzo di diciotto anni sia andato dal giudice per chiedere l’eliminazione delle foto sui profili social dei genitori che postando foto per anni, hanno finito per creare un profilo virtuale. Il giudice ha dato ragione al ragazzo.

Aspettiamo con ansia la nuova normativa di tutela dei minori che entrerà in vigore nel 2018. Nel frattempo, quando pubblichiamo foto sensibili, è meglio pesarci almeno dieci volte.

 

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