564. Come i giorni trascorsi dalla mia iscrizione a questa lealtà fino al mio esordio come ambasciatore GenGle, ovvero da quando ho memoria del sito a quando sono andato a spiegare al mondo, per la prima volta, che noi esistiamo.
Rho, 30 Novembre 2017. Si riunisce il tavolo Comunale delle politiche familiari. Sono presenti un po’ tutti: il coordinamento pastorale cittadino, Compagnia delle Opere, Caritas, Acli, Famiglie Arcobaleno e tanti altri.
Dall’altra parte ci sono assessori, un funzionario e due persone non meglio identificate a far le veci del Comune: in fondo, nuovo e ultimo, anche il sottoscritto, determinato a perorare la causa del genitori separati.
Mentre attendo che inizi il tutto ripenso al mio percorso in questi 564 giorni. Dall’esordio a Monza fino alla prima Escape Room; quindi il ritorno dopo un periodo difficile, la cascina i giochi ed infine il Castello.
Eppure non mi è mai bastato: come restituire il beneficio ottenuto frequentandovi?
Alzando il tiro, ovvero presenziando là dove vengono decise le politiche sociali e la distribuzione dei soldi che le sottendono.
In due ore, le mie prime due ore di un cammino che spero duraturo e proficuo, ascolto di tutto: problematiche connesse a disabilità, terza età, bambini più o meno piccoli, adulti in difficoltà, droga, ISEE…
Finché tocca a noi, agli spazi neutri dove vengono incontrati quei bimbi i cui genitori non riescono proprio a darsi pace, ai conflitti, alle politiche abitative dei padri senza casa.
Imparo che il Comune di Rho sta completando degli appartamenti da dare in gestione al no-profit locale. Sarebbe possibile anche per noi averne uno e fare da punto di riferimento per i prossimi separati di Rho.
Mi vengono in mente i miei amici e penso a cosa debbano aver sofferto, mentre i dipendenti comunali parlano di conflitti tra genitori, figli presi in mezzo, incontri in territorio neutro, padri senza casa e/o lavoro… tutte dinamiche che i GenGle conoscono molto bene mentre per i felicemente sposati possono essere solo una voce tra le tante da trattare.
Poi intervengo: mi presento, parlo di noi e della nostra associazione. Della solidarietà tra GenGle. Essendo io una figura nuova resto un po’ ai margini, ma confido di entrare più in confidenza entro febbraio.
Ce l’ho fatta, ho alzato ancora l’asticella. Da fresco separato ad oggi il cammino è stato lungo e faticoso, ma l’ho compiuto. Dal mio primo evento (un cinema) al Castello sono passato da 8 a 192 persone. È tempo di fare di più, di diffondere il nome GenGle nella società. Di far sì che l’Associazione diventi un punto di riferimento, come nodo cardine di specifiche politiche sociali o nei confronti di quelle persone che sono rimaste sole.
Ripenso a tutte le persone che ho incontrato in questi 18 mesi. Con alcune non ho un bel rapporto, con altre non ce l’ho proprio, perché non frequentano più o perché non mi sopportano. Con altre, invece, siamo e spero per sempre rimarremo amici.
Ma a tutti vorrei dire una cosa: non state facendo parte di un sito d’incontri o di una piattaforma per organizzare solo delle belle serate in compagnia tanto per dirne una.
Questa, non mi stancherò mai di dirlo, è una comunità che da oggi non ha paura di sedersi a trattare con una Caritas, ad esempio. Loro valgono milioni, noi possiamo spendere solo un tipo di denaro che non ha prezzo: l’amore che quotidianamente ci spinge ad andare avanti.
Questo è il movimento di un popolo, finché ognuno sente di farne parte.
GenGle è una fase della vita che va dalla separazione fino alla rinascita.
GenGle è desiderio di (tornare alla) vita.
GenGle è amore.
Fiero di farne parte.
Andrea Smidili nostro referente GenGle per le politiche sociali della lombardia