1 Settembre 2018

Come riconoscere un bugiardo patologico

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comericonoscereunbugiardoLa bugia è un’affermazione che non corrisponde al vero, falsa, detta solitamente con l’intento di ingannare. Questa è la definizione perfetta tratta dal dizionario che esprime pragmaticamente un concetto importante. Ci viene insegnato da bambini che le bugie hanno le gambe corte, che dire falsa testimonianza significa infrangere uno dei Dieci Comandamenti e che fare qualcosa di così sbagliato non può portare a niente di buono. Eppure, nelle situazioni più complicate da gestire, soprattutto emotivamente, mentire diventa uno scudo riparatorio.

Si evita così il confronto diretto, la secchiata di acqua ghiacciata in testa, che potrebbe far vacillare il castello di carte che è stato costruito. Ma tanto cederà inevitabilmente perché se servono le bugie a tenere in piedi un rapporto, vedere che si sgretola è solo una questione di tempo. Si cerca di evitare discussioni che il bugiardo ritiene egoisticamente inutili, senza pensare che solo conoscendo la verità una persona può essere libera di scegliere veramente da che parte stare. Senza tutti gli elementi del caso, diventa difficile capire con chi veramente stiamo investendo il nostro tempo e scegliere in modo autonomo e razionale se continuare a dedicarci a questo rapporto oppure meno. Il bugiardo solitamente si fa prendere la mano e inventa storie sempre più interessanti e articolate, quanto un romanzo tratto dalla penna dei più bravi scrittori. A volte ne rimane incastrato e finisce per confondere la realtà con la fantasia, che diventa a tratti anche più affascinante, quasi a crederci veramente anche lui. La tenacia, l’enfasi nel sostenere la sua tesi e la trama, sono tutti elementi degni di un premio Oscar.

C’è il bugiardo seriale, per cui la menzogna ormai è un’abitudine collaudata e non ha nemmeno nessun senso di colpa. Così abituato a raccontarle che ormai non ci fa più caso e la peculiare naturalezza nel narrare la sua versione dei fatti è quasi imbarazzante.

C’è anche il bugiardo con la coda di paglia, che sgancia la sua falsità e poi si dilegua, mantenendo un profilo di profonda omissione più che di mancata verità. Come se non dire le cose fosse meno grave che mentire.

Infine c’è il bugiardo a fin di bene che racconta falsità perché la persona che ha davanti non ha la necessità di sapere la verità e sarebbe inutilmente doloroso. Peccato che l’unico ad esprime un’opinione, in modo insindacabile, sia proprio colui che è coinvolto in prima persona e che cerca solo di nascondere egoisticamente il suo operato e di evitare discussioni che porterebbero a conseguenze poco piacevoli o che comunque il bugiardo vuole evitare.

Chi è passato per le forche caudine della separazione e del divorzio, ha camminato sul filo teso della menzogna. Tra i due c’è sempre qualcuno che nasconde qualcosa, che non ha il coraggio di raccontare i fatti nel loro complesso e che cerca irrimediabilmente di farla franca. Motivi legali, personali, emotivi, egoistici. Le sfaccettature sono davvero mille e tutte diverse. Di sicuro però, una volta superato questo scoglio, sviluppiamo una capacità spiccata, dovuta all’evoluzione come sosteneva Darwin, di riconoscere chi si prende gioco di noi. Possiamo anche aver sbattuto il naso mentre eravamo avvolti nella nostra luna di miele, innamorati e sciolti davanti alla persona con cui avevamo scelto di passare tutta la nostra vita, ma di sicuro ci è servito di lezione. Ora abbiamo sviluppato un sesto senso che non tradisce mai e che scova i bugiardi nonostante non ci siano indizi evidenti e gli elementi razionali siano ineccepibili. Io ho questa morsa allo stomaco associata alla pesantezza agli occhi, che non tradisce mai.

Non posso confondere questa sensazione con nessun altra. Il malessere che provo, fisicamente, e questo chiodo fisso che mi tormenta costantemente, non è paragonabile con nessun’altra emozione e ho imparato a riconoscerla tra mille, proprio con l’esperienza. Quando mi accorgo che ho a che fare con un bugiardo non dico niente, non faccio nulla, mi paralizzo e aspetto di vedere per quanto tempo vengo presa in giro. Per capire quale tipo di considerazione l’altra persona ha nei miei confronti e per quanto possa reggere il peso di questo gioco così pericoloso. Tanto lo so, è solo questione di tempo e poi le bugie si scoprono sempre. Anche a distanza di tanti anni. Ma soprattutto, quando sono sicura che qualcuno mi mente, la situazione può evolvere in mille modi diversi, ma acquisto comunque consapevolezza del tipo di persona che mi ritrovo davanti: qualcuno di cui non mi posso fidare, che si prende gioco di me e dei miei sentimenti e quindi, una persona di cui posso tranquillamente fare a meno. Magari perdono, ma raramente riesco a dimenticare.

bugiardo

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