Sull’onda dell’ottimismo che mi contraddistingue e convinta che una risata possa comunque migliorare la giornata, mi sono fatta contagiare dai video di Roberto Parodi, che da qualche mese pubblica i suoi tre minuti di monologo, giusto il tempo di un caffè, e un sorriso, prima di portare i ragazzi a scuola.
Lui, belloccio, di mezza età, con questo capello brizzolato che mi ricorda tanto l’affascinante Richard Gere. Professionalmente camaleontico, fratello d’arte, si diverte un mondo a girare questi brevi video su you tube, sfidando i mostri sacri di internet dell’età dei suoi figli, sparando a zero su una serie infinita di categorie antropologiche.
Abbiamo le segretarie, i motociclisti, i vegani, gli chef stellati e i ciclisti.
I banker, gli hipster ma anche gli esperti di vini.
E tanti altri ancora.
Ha una pillola di ironia per tutti e ci azzecca in pieno rivelando una capacità di osservazione fuori dal comune. Accento spiccatamente milanese, camicia sbottonata senza cravatta e mille libri sullo sfondo delle sue riprese, anche se ho come l’impressione che lo studio sia preso in prestito da un’amico e lui entra, appoggia i suoi caschi della moto e la chitarra sempre pronta per una serenata metropolitana, pronto per iniziare la sua ripresa quotidiana.
Ho passato il week end a guardare tutti i suoi video, ma proprio tutti, in preda ad una sindrome da binge-watching che mi aveva assorbito solo quando ho scoperto Girlboss su Netflix e sognavo abiti vintage e trampoli anni settanta. Ho finito la mia maratona ridendo senza ritegno e scovando un pizzico di sana ironia che mi giocherò alla prossima cena tra amiche. Si può trovare una nutrita serie di video sulle diverse tipologie di mamme e sono di una acutezza irriverente. Conosco almeno una donna per tipo, pur vivendo a chilometri di distanza dalla sua bella Milano da bere.
Interessante anche il suo punto di vista sui genitori separati, di cui delinea un quadretto tanto veritiero quanto ironico. Centra esattamente la voglia di libertà, dopo anni e anni di rapporti incasellati e abitudinari, e il senso di disorientamento che viene scatenato dalla stessa piena l’autonomia finalmente raggiunta e che rappresenta proprio l’altra faccia della medaglia, quella più difficile da gestire.
Donne forti, che cercano se stesse, così orientate nell’organizzazione da perdere di vista tutto il resto.
Uomini concentrati pienamente nel mondo del lavoro, con nuove giovani fidanzate, jeans strappati e sempre iper connessi.
Nel mezzo della diatriba proprio la gestione dei figli, che passano dall’anarchia totale dei padri, non abituati a gestire il menage familiare, alla iper organizzazione materna, in piena sindrome di indipendenza sessantottina e pronte a bruciare di nuovo reggiseni in piazza. Mi chiedo veramente come stiamo crescendo questi figli, educati bipolarmente e che per necessità di sopravvivenza sono pronti ad adattarsi alle diverse situazioni familiari, estremamente flessibili agli umori e alle debolezze genitoriali, e con l’agenda sotto mano, già in tenera età, per evitare che questa doppia abitazione e doppia gestione possa sballare la loro singola vita.
Lo guardo, lo ascolto e sgrano gli occhi. Mi sembra che parli proprio del mio ex marito a cavallo della sua Harley Davidson. Sento parlare delle radical chic e non posso che pensare alla mamma di Marco, vedo il video sulle cose che fanno arrabbiare tutti e a me fanno girare le scatole più della metà di quelle che lui elenca. Probabilmente Roberto in sella alla sua moto deve averne viste di tutti i colori e adesso finalmente si è deciso di proporsi in modo più leggero, ironico, mostrando un lato di se stesso che ancora non era emerso. Sempre così impegnato a viaggiare sulle due ruote e scrivere libri di tutt’altro genere. Mi piace questo esperimento nato dalle pagine del Corriere della Sera e spero che continui a farci ridere e sorridere, soprattutto di noi stessi.
Papà separato
Mamma separata