1 Settembre 2018

Come rimettersi in gioco dopo la separazione: i nostri consigli

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Come rimettersi in gioco dopo la separazione: i consigli di una mamma separata

"Non dobbiamo mai dare niente per scontato."

Questa è la prima regola universale che si impara vivendo pienamente. Ogni tipo di realtà precostituita può sempre essere modificata da agenti esterni o proprio da noi stessi e non è possibile adagiarsi sugli allori, se viviamo pienamente la nostra esistenza. Il cambiamento è il motore della vita e l’instabilità, che sia di natura emotiva, economica o lavorativa non ci deve spaventare più del dovuto perché è parte integrante di essa, è la scintilla che ci spinge a dare sempre il nostro meglio, e ad attingere alle nostre risorse più segrete. Sviluppare resilienza e scoprirsi sempre diversi è un’adrenalina che può sviluppare dipendenza. La routine non è il peggiore dei mali ma se diventa un pigro rifugio dove lasciarsi andare, al passare del tempo, è inevitabile perdere se stessi e la propria linfa vitale per una tranquillità apparente e ci faremo travolgere impreparati dagli inevitabili terremoti della vita.

La nostra solida base deve essere costituita dalla nostra gamba destra e dalla gamba sinistra, ben piantate, pronte a sorreggerci e dal nostro io, pieno, proteso verso la nostra personale realizzazione. Con le braccia forti così da accogliere e prendere per mano nel nostro percorso i figli, sangue del nostro sangue. Consapevoli comunque di doverli lasciar andare al momento giusto per la loro strada, indipendente dalla nostra. Fortunatamente il nuovo ha radici nel passato ma ottiche e prospettive che non possiamo nemmeno immaginare. La sterile critica è acqua stagnante e bisogna lasciar correre il tempo e il futuro fuori dal nostro controllo e assistere da spettatori curiosi alla corrente del domani che trasporterà le nuove generazioni.

Solo così possiamo realizzare noi stessi, non dimenticare i nostri sogni di ragazzi e  non farci tentare da logiche sociali consolidate che nuocciono al nostro io più vero. Coltiviamo interessi, passioni, desideri, meravigliamoci ogni giorni per i nostri progressi e per quello che impariamo, mettendoci continuamente in discussione. Cogliendo gli spunti che il domani ci fa intravedere.

Così potremo un giorno, trovare una nuova  persona con cui accompagnare il nostro  nuovo cammino: 

Amatevi l’un l’altra ma non fatene una prigione d’amore:
Piuttosto vi sia tra le rive delle vostre anime un moto di mare
Riempitevi a vicenda le coppe ma non bevete da una coppa sola
Datevi il cibo a vicenda ma non mangiate dello stesso pane
Cantate e danzate insieme e siate giocondi, ma ognuno di voi sia solo,

Come sole sono le corde del liuto, sebbene vibrino di una musica uguale.
Datevi il cuore, ma uno non sia il rifugio dell’altro
Poi che soltanto la mano della Vita può contenere i vostri cuori
Ergetevi insieme ma non troppo vicini
Poi che il tempo ha colonne distanti
E la quercia e il cipresso non crescono l’uno all’ombra dell’altro.”

Il Profeta – K. Gibran

Questo è quello che penso ora, alla soglia dei quarant’anni.

Vengo da una famiglia problematica, come lo sono tante altre. Ho studiato in modo meritevole ma meno di quanto avrei voluto. Un lavoro semplice e appagante, interrotto ingenuamente troppo presto. Mi sono da subito rifugiata nell’amore, per mille motivi diversi. Sono andata a convivere a poco più di vent’anni, mi sono sposata subito dopo. Ormai i miei figli hanno entrambi la doppia cifra sulla torta di compleanno e ho superato indenne nottate insonni, svezzamenti, pannolini e una serie innumerevoli di prime volte, anche se credo che le più critiche inizino proprio ora. Una separazione, dolorosa e sofferta, ricominciando da zero. Avevo perso tutto. Un divorzio in cui ho rinunciato ad ogni diritto personale, chiedendo solo il mantenimento per i figli che vivono con me giorno dopo giorno. Un percorso pieno che mi ha portato a riflettere sui miei errori e sulle dinamiche che mi hanno portato fino a qui.

Ora ho voglia di ricominciare e non voglio avere paura di vivere o di tentare, ancora una volta. Il rischio di fallire nuovamente esiste, inutile pensare il contrario ma preferisco buttarmi invece di vivere nel terrore di fare le mie scelte. Così da poter dirle, guardandomi indietro, di averci tentato con tutta la mia forza e la mia energia, che mi contraddistinguono più di prima, forte di quanto sono riuscita a superare fino ad ora. Ora le regole del gioco (che gioco non è) sono cambiate perché io sono una persona differente rispetto alla ragazza di vent’anni fa.

Maturata. Ferita. Cresciuta.
Guarita, credo.
Più forte.
Ma sempre dolce.

Fortunatamente è rimasta inalterata la mia voglia di amare e di sognare, di vedere il bello in ciò che mi circonda.
Sento di avere ancora molto da dare in questa nuova vita e non voglio indietreggiare per paura, nemmeno di un passo.

vogliadicambiamentodopolaseparazionejpg

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Non dobbiamo mai dare niente per scontato.
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