1 Settembre 2018

Separazioni: le storie di chi si è separato

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SEPARAZIONE

Immagino che ogni persona viva a suo modo e con le proprie sofferenze la propria storia.
Purtroppo ancora non riesco ad uscirne perchè la cosa è successa da poco tempo.

Sono di Roma. Quatttro anni fa conosco il mio compagno durante una vacanza in Sardegna. Lui di Torino. Ci innamoriamo e dopo un anno e mezzo a distanza dove viviamo questo rapporto molto intensamente cercando di vederci il più possibile decidiamo di volerci riunire.

La soluzione più facile era che mi trasferissi a Torino poiché con il mio lavoro potevo chiedere tranquillamente un trasferimento.

A malincuore dopo 31 anni vissuti nella stessa città abbandono genitori, amiche, colleghi, lavoro del momento (ero la segretaria di un dirigente) per conservare il mio posto di lavoro ma con delle mansioni molto meno gratificanti.

L’amore per il mio compagno e la voglia di costruire una famiglia mi ha fatto fare questo grande passo ed ero felice finalmente di aver trovato una persona con la quale speravo di condividere tutto. Gioie, dolori, tristezze e felicità. L’unica cosa che chiesi a lui era di starmi vicino perchè adattarmi al cambiamento sicuramente in alcuni momenti non sarebbe stato facile. Lui tante promesse a cui io ho creduto e dato fiducia.

L’entusiasmo e la mia forza di volontà mi aiutano tanto che dopo un po’ di tempo avevo già imparato a vivere nella nuova città e per quanto difficile anche instaurare nuovi rapporti. Vivevo sempre pensando che ero felice e avevo quello che desideravo. Dopo un po’ di tempo iniziamo a pensare ad un bimbo. Non riusciamo subito. Inizio a fare visite, controlli e infine scopriamo che il problema derivava da un problema (risolvibile) del mio compagno. Fatto sta che dopo un anno finalmente riesco a rimanere incinta. Felicità a 1000! Ma proprio in questo momento cominciano a nascere i problemi.

Con il passare dei mesi avevo bisogno di aiuto perché un po’ la stanchezza un po’ l’affaticamento non ero più così facilitata a svolgere tutto da sola. Con grande dolore purtroppo non ho avuto nessun aiuto. Anzi ero sempre costretta a fare tutto da sola. L’evento più doloroso che ricordo: al 5° mese circa ebbi un problema con i denti. Andai da dentista, pronto soccorso da sola

Proprio perché ero incinta e non potevo assumere farmaci mi dissero di prendere la tachipirina, ma io stavo sempre più male e una notte chiesi al mio compagno di accompagnarmi al pronto soccorso perché non resistevo più dal dolore e lui mi rispose: mettiti giù e prova a dormire, io domani mattina devo svegliarmi alle 6 per andare a lavorare! Alla fine lo pregai e mi portò al pronto soccorso, ma fu così scocciato che il giorno dopo mi lascio comunque da sola per andare a lavorare fuori Torino.

Questo è solo un esempio, ma di situazioni così se ne sono verificate a decine. 

Venivo sempre per ultima: sua madre, i suoi amici e il resto erano sempre la priorità.

Nel rapporto con sua madre non mi sono mai sentita tutelata, anzi per lui avevo sempre torto. A lavoro ci sono dei cambiamenti e mi informano che devo tornare a lavorare a Roma. Informo il mio compagno che non la prende bene, ma a questo punto era necessario che lui prendesse una decisione se seguirmi. 

Abbiamo rimandato la scelta dopo la nascita di nostro figlio. Lavoro fino all’ottavo mese per conservare mesi in più dopo il parto. Nel frattempo qualsiasi cosa gli chiedevo in aiuto si scatenavano discussioni pesanti. Io incinta, dovevo difendermi dalle sue urla e dalle cattiverie.

Mi sarebbe piaciuto partorire nella mia città, ma lui non volle e allora ho partorito a Torino facendo spostare la mia famiglia da Roma a Torino nei giorni prossimi al parto. Tutto senza una lamentela né un problema da parte mia e dei miei genitori. 

Finalmente nasce il mio piccolo amore. Riprendiamo l’argomento lavoro ma lui non ci aveva minimante pensato alla mia proposta. Non era assolutamente intenzionato a trasferirsi.

Continuiamo a litigare tutte le sere con il bimbo che aveva pochi giorni. Non ce l’ho fatta più a sopportare questo malessere e soprattutto dovevo pensare al mio bambino che non si meritava una mamma maltrattata che rischiava di perdere il latte a causa di litigi e nervosismi.

Una sera dopo l’ennesima litigata. Lui mi invita ad andarmene di casa  minacciandomi che mi avrebbe rovinato con un avvocato portandosi via il bambino. Non tolleravo più un tale trattamento. Allora gli comunico che l’indomani me ne sarei andata via. Chiamo mio padre e mi sono fatta venire a prendere. Lui la mattina dopo va a lavorare senza neanche affrontare mio padre e mentre ero in treno per andare a Roma gli mando un sms. Allora si infuria.

Pensava che non avrei mai avuto il coraggio di lasciarlo. Ma sapete qual è la cosa più brutta?

Che mi ha lasciato andare via e la sera stessa è andato a ballare con gli amici. Io se la mia compagna e mio figlio fossero andati via, sarei volato da loro per riprendermi quello che ho di più importante nella vita. Ma per lui non è stato così. Nei mesi seguenti ha continuato a dire bugie e a promettere cose che non ha mantenuto. Mi chiedeva soltanto che fossi io a fare dei gesti per lui. Mio padre gli aveva trovato lavoro nel suo ambito se ci avesse raggiunto a Roma, ma lui ha inventato mille scuse pur di raggiungerci. Dopo l’estate la storia tra noi due si è conclusa.

Ormai dobbiamo solo capire come organizzare e sistemare le cose con nostro figlioperchè  non c’è più nulla da fare per il nostro rapporto.

Ci sto ancora male perché in questa storia ho investito tutta me stessa e pensavo che saremmo stati una famiglia unita. Mi rendo conto di aver dato veramente tanto e questa persona quando ha dovuto fare qualcosa per salvare la nostra famiglia si è tirato indietro.

Vanessa Cherubini

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