1 Settembre 2018

Separazione: come conciliare i ritmi della vita?

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mammaseparataEssere Gengle è una situazione ibrida, a tratti bizzarra. Ci sentiamo come le Toyota di ultima generazione, molto attuali e alla moda, ecologiche e avanguardistiche, ma che nessuno compra. Il mondo va ancora a combustibili fossili e noi, intanto, planiamo su prospettive totalmente diverse. Siamo il futuro ma purtroppo viviamo ancora nel presente.

I ritmi della giornata sono diversi. Le priorità assurde. A volte è più importante comprare un regalo di compleanno in tempo, ed evitare discussioni con l’ex, che preparare una cena perfettamente bilanciata. Dipende da quanto sono piene le nostre giornate e dalle innumerevoli corse che abbiamo in programma nelle ventiquattro ore. Siamo le maghe del tetris e il car sharing tra mamme diventa un vero stile di vita.

Nonostante il nostro Ufficio Complicazioni Affari Semplici sia sempre aperto e che ci siano le solite mille dinamiche a cui dobbiamo far fronte, tra post it sul frigorifero e cellulare che suona ad ogni ora, vivere da Gengle presenta i suoi aspetti estremamente positivi.

Primo fra tutti il senso di libertà. I figli, che da quando sono nati sono sempre con noi, ci conoscono meglio di ogni altro uomo e non si scandalizzano se ci vedono girare in mutande oppure se puliamo il bagno alle dieci di sera perché ci viene l’ispirazione. Facciamo esattamente quello che ci passa per la testa. Anche cantare sotto la doccia come se fossimo a Sanremo o tenere una lezione serale sull’importanza delle Spice Girls nella società contemporanea. Ci muoviamo per casa come se fossimo adolescenti fuori tempo massimo, senza timore del giudizio severo di un maschio e senza sentirci giudicate per un pò di cellulite che sbuca dal pizzo o per aver mangiato carboidrati dopo le cinque del pomeriggio.

Step due il potere incontrastato. Se c’è una decisione da prendere in famiglia e noi siamo gli unici maggiorenni, possiamo dire in modo insindacabile la nostra opinione senza possibilità di discussione, almeno tra le nostre quattro mura domestiche. E’ un pò come essere He Men e avere il magico potere di Grayskull. E se da un lato il senso di responsabilità cresce, dall’altro comunque ci piace poter pensare di decidere autonomamente e di fare anche un lavoro discreto con questa nuova generazione.  Lasciare un segno, insomma, anche se non si sa bene dove.

Innegabile che senza un uomo per casa, la colf che vive in noi si può rilassare un pochino. Meno della metà delle camicie da stirare, poco da pulire e riusciamo ad accontentare i giovani palati con piatti abbastanza semplici ed immediati. A volte riusciamo a stupire con un picnic domestico quando fuori piove senza tante spiegazioni, visto che la meraviglia e lo stupore è quasi sempre negli occhi di chi guarda e affascinare un bambino è spesso più facile rispetto ad un adulto. O almeno lo è per noi, che abbiamo sviluppato il senso materno, se non quello dell’orientamento. Anche sentimentale.

Abbiamo imparato un milione di cose sulla scia dell’evoluzionismo di Darwin. Ci siamo ingegnate per cambiare lampadine e montare mobili ikea sfruttando per un pò familiari e amici ma alla fine abbiamo fatto di necessità virtù. In più, con questi libretti di istruzioni solo illustrati, siamo riusciti ad abbattere le barriere del multilinguismo e siamo un po’ tornate bambine, manipolando e costruendo. Ci siamo riscoperte montessoriane più di quanto i nostri genitori potessero immaginare, in tempi non sospetti.

Abbiamo imparato ad ascoltare di più, a gestire la nostra solitudine e a sviluppare il senso dell’umorismo. Le donne sole che conosco sorridono sempre e chiedono “come stai?” avendo anche la pazienza di ascoltare la risposta. Sappiamo tutto su come coordinare un gruppo di dieci scatenati sotto i dieci anni ma imparare a stare da sole un’ora sembrava un’impresa titanica quanto la Cappella Sistina. Eppure vivere senza altri adulti in casa significa anche questo. Imparare a gestire il proprio tempo, monotòno ma mai monòtono perché dentro abbiamo un universo, spesso ancora inesplorato.

Vivere così per alcune di noi è per sempre. E pure felicemente. Meglio dare spazio a se stesse che a uomini che ti scelgono per compagnia o per colmare un vuoto.

Per altre è solo un momento transitorio, incontrando casualmente l’uomo della propria vita. Il secondo, per una seconda inaspettata possibilità.

Se arrivate al terzo allora avete visto qualche puntata in più di Beautiful e perseverate diabolicamente e siete adorabili, inesorabili e ingiustificabili.

Ma sicuramente vivere da Gengle è un passaggio obbligato per tutte noi se vogliamo davvero essere diverse da quello che siamo state.

Evolvere. Migliorare. Cambiare. 

Non continuare a fare sempre gli stessi errori ma, semmai, commetterne di nuovi e  molto più interessanti.

 mammagengle

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