La mediazione come punto di forza
In questi giorni si parla tanto del nuovo disegno di legge Pillon in tema di separazioni, che fa discutere per i tanti aspetti controversi che interessano genitori e professionisti coinvolti. Per quanto riguarda la mediazione si sa che il nodo è:
Obbligatorietà vs volontarietà.
Scegliere un percorso di mediazione significa scegliere la via che più ci responsabilizza e che più ci mette al centro delle decisioni sulla nostra vita e su quella dei nostri figli. Dovrebbe, perciò, essere quella più necessaria, quella di cui si sente il bisogno. Tuttavia, il fatto che qualcuno ce la imponga ne diminuisce notevolmente l’efficacia. A questo proposito ricordo quando è stato vietato di fumare nei locali pubblici e ricordo molto bene il panico iniziale, l’arrabbiatura generale e le proteste dilaganti. Ricordo anche perfettamente che ci è voluto pochissimo tempo perché questo divieto diventasse una sana abitudine soprattutto per i fumatori stessi.
Voglio pensare che con la mediazione possa essere la stessa cosa.
Probabilmente i tempi dei tribunali e quelli delle famiglie potrebbero non coincidere e i genitori magari non sono predisposti ad affrontare le questioni più dolorose quando lo decide il Tribunale. Se, però, si cambia punto di vista e si pensa alla mediazione come occasione per scoprire un modo nuovo di affrontare il conflitto allora se ne può cogliere tutta la sua forza e potenzialità.
Molte persone non conoscono questo strumento di risoluzione delle controversie ma piuttosto sono convinte del fatto che separarsi significhi iniziare una guerra e che non ci sia possibilità di trovare un accordo se non affidandosi al giudice. La mediazione rimette al centro i genitori dando loro la possibilità di scegliere per i propri figli senza l’intervento di un terzo.
La capacità di mediare, ossia di mettersi in relazione con l’altro predisposti a trovare una soluzione, è una competenza che si può imparare.
Ci si deve esercitare ad ascoltare, ad osservare, a tener lontani i preconcetti, per dare a chi ci sta di fronte, la possibilità di spiegarsi e di raccontare, libero dal timore di essere giudicato.
In fondo, riflettendoci, nei conflitti ci ritroviamo tutti i giorni, in famiglia, al lavoro, con i vicini di casa, nelle chat della scuola ecc.., ecco perché usare il metodo della mediazione aiuterebbe a trovare le giuste strategie per affrontare in modo positivo i dissapori vissuti nella quotidianità.
Far pratica di queste tecniche, serve per riuscire, un po’ per volta, a farle proprie, così da renderle naturali e inserirle nel nostro comportamento usuale. In questo modo verrà spontaneo usarle per affrontare qualsiasi questione un po’ controversa
Possedere il metodo della mediazione è un valore aggiunto per tutti quelli che investono tempo e partecipazione emotiva nelle relazioni.
Affinare le proprie doti nel sintonizzarsi con il nostro interlocutore aiuta ad avviare una conversazione in cui nessuno si senta superiore o inferiore all’altro e ciò permette di non escludere nessuna soluzione solo per partito preso. Questo è già un primo e importante risultato, che apre al dialogo e al confronto.
Certo, nessuno sostiene che sia facile né veloce, ma lo sforzo che viene richiesto per essere bravi mediatori nella vita, ripaga sicuramente.
Promesiss.s. Mediazione familiare
Ottavia Re Fraschini e Sara Rimoldi