23 Dicembre 2018

Il racconto del mio Natale

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Da sempre sostengo che il Natale non sia fatto per i regali ma per l’atmosfera che si riesce ad instaurare in casa e con i propri figli.

Racconto del mio Natale: Una prospettiva diversa sull’infanzia e il Natale

Io sono figlia di genitori separati e mia mamma quando ero piccola non ha mai valorizzato questa festa in quanto era un’enorme spreco di denaro che non potevamo permetterci.

Non facevamo l’albero e nemmeno il presepe dato che non mi hanno cresciuta con un’educazione cattolica, mettevamo qualche addobbo di carta ritagliato da me e andavamo in giro per la città a vedere gli addobbi dei negozi e delle strade! Da figlia unica sono cresciuta con la voglia di avere una grande famiglia rumorosa, e avere dei Natali speciali, pieni di regali da scartare.

Crescendo ho completamente cambiato idea sul fattore regali, e ho notato che quello che più piaceva ai bambini era la messa in scena pazzesca che organizziamo ormai da 12 anni in casa mia ogni volta con una sceneggiatura diversa.

racconto del mio Natale
racconto del mio Natale

Il teatro di Babbo Natale

Ogni anno infatti coinvolgevo i miei amici e qualche parente per creare delle vere e proprie commedie sull’arrivo di Babbo Natale, un anno un mio amico fu costretto a rimanere in terrazzo per più di un’ora al freddo perchè mio figlio grande non riusciva a riaddormentarsi per l’emozione, il mio amico era l’addetto agli effetti sonori, e quindi oltre ad essere fuori al freddo in un terrazzino di un metro per due era circondato da campanelli, con una cassa amplificatrice ingombrante per amplificare il suono di frenata della slitta e il nitrito delle renne.

La messa in scena generalmente prevedeva che io dormissi così da non destare sospetti che fossi coinvolta nell’operazione, e prevedeva di svegliare i bambini ‘disturbandoli’ ad esempio con una piuma sul naso così da farli svegliare con il rumore/suono dell’arrivo della slitta, un anno mi ricordo non c’era verso di svegliarli e così toccò passare al piano B mi fiondai in camera loro urlando ‘bambini sveglia è arrivato babbo Natale!’.

 

Le regole del gioco

Il regolamento andava osservato alla regola:

regola n 1 Babbo Natale non vuole essere visto perché se si fermasse a parlare con tutti i bambini del mondo non finirebbe mai in temo!

regola n 2 Babbo Natale ha sempre una gran fame e sete ma non è detto che mangi e beva proprio a casa nostra (questa regola era stata creata quando decisero di iniziare a preparare personalmente i biscotti da lasciare al fortunato attore che interpretava Babbo Natale che si rifiutò di mangiarli)

regola n 3 si può guardare di nascostissimo Babbo Natale mettere i regali sotto l’albero e uscire dalla finestra ma poi dobbiamo correre a letto di filato (questo perchè ovviamente l’attore doveva uscire dalla porta di casa in realtà!)

Consapevoli del regolamento e ancora annebbiati dal sonno abbiamo passato dei momenti magici, e nei giorni a seguire il racconto di quella nottata si ingigantiva e diventava sempre più magico, fino ad un anno in cui mio figlio maggiore mi disse: ‘mamma lo so che siete voi a fare tutta questa scena ma mi piace troppo viverla come se fosse tutto vero’. Quella forse è stata una delle gratificazioni migliori che potessi avere.

Ora ho avuto un’altro bambino e i miei figli impazienti mi hanno chiesto se dall’anno prossimo possono essere complici nel mettere in scena il teatro del Natale, hanno già iniziato a pianificare chi fa cosa, e quest’anno che è ancora piccolo il fratellino lo passeremo a pianificare il da farsi per il prossimo Natale. Sono felice che il tema dei nostri Natali non siano i regali ma quello che per noi è la cosa più speciale: lo stare insieme.

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sempre sostengo che il Natale non sia fatto per i regali ma per l’atmosfera che si riesce ad instaurare in casa e con i propri figli.
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