Reddito sufficiente, titolo di studio medio alto, un tetto sicuro sulla testa, alle spalle un matrimonio o una convivenza che in un caso su due non ha scollinato i 15 anni (in perfetta linea con i dati Istat); un figlio o al massimo due che solo in parte hanno saputo della separazione da entrambi i genitori e che nelle situazioni più complesse tendono a farsi carico della felicità dei genitori; ancora qualche guerra di troppo fra ex coniugi; una tendenza da parte delle mamme a centralizzare la gestione dei figli e da parte dei padri – viene da dire: di conseguenza – a non rispettare sempre gli accordi. È questa, in estrema sintesi, la fotografia che esce dal nostro sondaggio esclusivo fra i genitori separati o divorziati composto secondo le caratteristiche della comunità Gengle (due terzi donne e un terzo uomini, fascia di età concentrata fra i 35 e i 55 anni). La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Ancora quella, il tradimento, causa della separazione per il 36,2 per cento degli intervistati.
1 LE VIE DELLA SEPARAZIONE
Intanto un dato: solo il 20 per cento delle ex coppie ha divorziato, gli altri sono o restano nel limbo dei separati . Segno che il divorzio – con le decisioni dolorose, faticose e definitive che sottende – è tutt’altro che breve.
Come è stato raggiunto l’accordo di separazione? Consensualmente con il supporto dei professionisti nel 55% del campione (13,26 senza l’aiuto di avvocati), giudiziale per il 17,82 %, attualmente senza accordo per il 13,89%. Si tratta di genitori diventati single per lo più da 1 a 3 anni (36,6%), la fase in cui si ha più bisogno di aiuto e sostegno nella costruzione di una nuova vita (da qui il successo di Gengle).
2 NUOVI COMPAGNI
Ecco uno degli indicatori che segnano la differenza fra uomini e donne separati con figli: i primi dichiarano di frequentare qualcuno nel 55,73% per cento dei casi (quindi più di 1 su 2), mentre le ex mogli raggiungono a fatica il 34,37%. Il dato stupisce? Macchè, torna tutto: le donne tendono a mettere i figli al primo posto (anche perché in Italia se ne occupano più dei padri) e trovano nel ruolo di mamma un appagamento che fa riman dare l’impegno amoroso. La differenza di genere trova conferma nella domanda sulla disponibilità ad andare a convivere nel futuro con un compagno/compagna: gli uomini che rispondono affermativamente sono ben più numerosi delle loro ex. Volete l’ultima prova? Alla do manda “ti risulta che il tuo/la tua ex frequenti qualcuno”, le donne a cui risulta – e a cui non sfuggono queste notizie – sono il doppio dei loro ex mariti.
3 I FIGLI
E qui viene il punto dolente. Perché se è vero che quasi la metà dei genitori dichiara di aver comunicato insieme ai figli la notizia della separazione, come da manuale, è anche vero che nel 17,63% dei casi sono stati i bambini ad accorgersene, cioè senza che nessuno glielo avesse detto, e che nel 16,42% è stato un solo genitore a parlare (azzardiamo: lo ha fatto la mamma?).
Ciò nonostante i figli si rivelano sempre più bravi di quello che si pensa: non solo hanno reagito alla notizia “accettando e cercando di metabolizzare” in 1 caso su 4 (gli altri si dividono fra gli-scioccati, i-finti- distaccati, i troppo-piccoli e i più coraggiosi che hanno incalzato con le domande) ma si sono anche fatti carico della felicità del genitore più debole accettando pure di buon grado (dove si è già palesato) il nuovo partner di mamma o papà. E una volta superata l’impressione che l’argomento fosse un terreno minato (probabilmente più per i genitori che per loro) hanno affrontato la questione con tenerissime ma puntualissime domande che dimostrano una grande verità: i figli sono resilienti, sanno rialzarsi dalle cadute, e se sono ben aiutati non solo sanno superare i cambiamenti ma maturano e crescono più degli altri. Chiediamo ancora: i vostri figli sono attratti dalla normalità delle famiglie ancora unite? Più di 1 genitore su 2 dice di sì. Ma è la percezione dei figli o la proiezione di mamma e papà? A voi la soluzione del dubbio.
4 FIGLI CONTESI
I papà vorrebbero vederli di più, le mamme si lamentano molto della scarsa presenza dei padri ma alla domanda “vorresti vedere più o meno i tuoi figli” quasi tutte le mamme rispondono “va bene così”. Il sospetto di una certa schizofrenia nei desideri materni nasce spontaneo.
5 CONTRIBUTO PER I FIGLI
La quota per il mantenimento dei figli è stata decisa di comune accordo in 1 caso su 2. E la media stabilita per figlio è fra 200 e 300 euro al mese (31% dei casi), fra 300 e 400 (per il 25%) e fra 100 e 200 (nel 21%). Una cifra congrua? No per il 72,4 per cento del campione femminile, che fra l’altro denuncia un taglio sistematico e unilaterale dell’assegno dovuto. Che fare in questi casi? Troverete molte informazioni utili di avvocati e giuristi. Ma è sulle spese straordinarie che si consuma il più alto tasso di conflittualità (e contraddizioni). Solo il 64% degli ex coniugi dichiarano di spartire a metà i costi fuori bilancio, gli altri o pagano lamentandosi parecchio o vanno avanti a denunce, recriminazioni e (spesso vane) carte bollate.
Pochi risultati, hainoi, e molto rancore.
6 VIVA I NONNI
Sono loro il principale aiuto per i genitori single (41,7%), molto più dell’altro genitore (21,5%). Ma che succede se a causa delle separazioni conflittuali una parte dei nonni non può più frequentare i nipoti? Situazione molto più frequente di quello che pensiamo, benchè si tratti di un diritto previsto anche dalla legge (vedi parere legale più avanti). Le ripercussioni dei conflitti sui parenti – incolpevoli quanto necessari alla crescita affettiva dei ragazzi – sono ancora molto sottovalutate.
7 LE VULNERABILITÀ
Nonostante la situazione economica non disperata della maggioranza degli intervistati, è proprio la questione-soldi il settore in cui i genitori single si sentono più vulnerabili (lo hanno dichiarato il 35,31% degli intervistati). Perché un conto è campare tutti con un’entrata media di 1.500 euro, per dire, un altro conto è dividere la famiglia e le spese in due. Separarsi è un passo che non tutti possono permettersi e che richiedebbe più aiuti anche da parte dello Stato. Gli altri settori di vulnerabilità? Il secondo è quello psicologico (24%), spiegato soprattutto così: “solitudine nell’affrontare i problemi quotidiani” (quasi 1 su 2), “eccessiva responsabilità”, “paura di sbagliare con i figli” (1 su 3) o “di deluderli” o “di perdere il loro affetto” (soprattutto i papà). Il terzo fattore di fragilità è quello sociale, inteso come “perdita di spazi propri”, “paura di non essere accettati”, “perdita dello status”, “declassamento sociale”, “diminuzione del tenore di vita”.
8 SITUAZIONE ECONOMICA
Per questa parte è stato fatto un sondaggio ad hoc, dunque molto dettagliato. Da cui si evince che: quasi la metà degli intervistati vive in una casa di proprietà, 1 su 4 in una casa in affitto, il 12% a casa dei nonni, il 5,5% nella casa dell’ex coniuge. Il reddito va da 500 a 1.000 per il 14,2% (maggioranza donne), da 1.000 a 1.500 euro per il 34%, da 1.500 a 1.800 per il 15,4%, fino alla fascia più alta del 15 per cento circa che guadagna da 2.000 a 3.500 euro al mese. Le spese per i figli vengono detratte al 50% dalla metà delle ex coppie, da un solo genitore nel 33% dei casi. Le spese straordinarie sono a carico del padre nel 22,4%, a metà nel 64% dei casi, il resto è litigiosamente oscuro. L’importo del contributo per il figlio è stato deciso di comune accordo nel 57,7%, tramite procedimento giudiziale per il 27%, non è previsto alcun contributo (per mantenimento diretto) nel 15,4% del campione.