14 Maggio 2019

L’ex coniuge ha una nuova famiglia? Perde il diritto all’assegno

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L’eventuale formazione di una nuova famiglia da parte dell’ex coniuge è una questione che spesso suscita domande e preoccupazioni in caso di separazione o divorzio. Molte persone si chiedono se l’ex coniuge perda il diritto all’assegno in queste circostanze.

In questa breve introduzione, esamineremo come la presenza di una nuova famiglia possa influire sul diritto all’assegno unico in Italia. È importante notare che la risposta a questa domanda dipenderà da diversi fattori e verrà valutata caso per caso dalle autorità competenti.

Nell’era moderna, la famiglia assume forme e dinamiche sempre più varie, e questo include la realtà dei genitori separati. Uno degli aspetti importanti di questa situazione è il diritto all’assegno unico, che può avere un impatto significativo sulla vita di genitori e figli. In questo articolo, esploreremo cos’è l’assegno unico e perché è importante per i genitori separati in Italia.

Che cos’è l’assegno unico?

scott graham OQMZwNd3ThU unsplash

L’assegno unico è un sostegno economico fornito dallo Stato ai genitori separati per aiutarli a sostenere i propri figli. È un aspetto essenziale del sistema di assistenza sociale italiano e ha lo scopo di garantire che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno, indipendentemente dallo stato civile dei loro genitori.

Chi ha diritto all’assegno unico?

  1. Genitori Separati: L’assegno unico è disponibile per i genitori che sono separati o divorziati e che hanno figli a carico.
  2. Figli a Carico: I figli a carico devono essere di età inferiore ai 18 anni o, in alcuni casi, possono continuare a ricevere l’assegno fino ai 21 anni se sono ancora studenti.
  3. Reddito Familiare: Il diritto all’assegno unico dipende anche dal reddito familiare. I genitori con redditi più bassi ricevono un importo maggiore.

L’ex coniuge ha una nuova famiglia? Perde il diritto all’assegno

ex coniuge

No, il fatto che l’ex coniuge abbia una nuova famiglia di per sé non comporta la perdita automatica del diritto all’assegno. Il diritto all’assegno unico è basato principalmente sulla situazione economica dei genitori separati e sulla loro capacità di contribuire al sostegno dei figli.

La presenza di una nuova famiglia può influenzare il reddito dell’ex coniuge, ma la decisione finale sul diritto all’assegno e sull’importo dipenderà dalla valutazione delle autorità competenti, che terranno conto di vari fattori, inclusi i redditi e le responsabilità finanziarie dell’ex coniuge. Pertanto, è importante consultare un avvocato o un esperto legale per comprendere appieno come la situazione specifica possa influire sul diritto all’assegno.

Perché è importante per i genitori separati?

Sostegno finanziario

Per i genitori separati, l’assegno unico è spesso una fonte essenziale di sostegno finanziario. La separazione può comportare una riduzione del reddito familiare, e questo sostegno aiuta a coprire le spese necessarie per i bambini, come cibo, abbigliamento e istruzione.

Equità per i figli

L’assegno unico mira a garantire che i bambini non subiscano conseguenze economiche a causa della separazione dei loro genitori. Garantisce che i figli abbiano accesso a un tenore di vita simile a quello che avevano prima della separazione.

Come richiedere l’assegno unico?

La procedura per richiedere l’assegno unico è relativamente semplice:

  1. Raccogliere documenti: Raccogliere tutti i documenti necessari, compresi i certificati di nascita dei figli e i documenti relativi al reddito.
  2. Compilare la domanda: Compilare il modulo di domanda per l’assegno unico e allegare tutti i documenti richiesti.
  3. Presentare la domanda: Consegnare la domanda presso l’ufficio competente o online attraverso il sito web delle autorità locali.
  4. Attendi la valutazione: Dopo aver presentato la domanda, le autorità la valuteranno e determineranno se hai diritto all’assegno unico e l’importo che ti spetta.

Il diritto all’assegno unico è un elemento cruciale per i genitori separati in Italia. Fornisce sostegno finanziario e contribuisce a garantire l’equità per i figli. Se sei un genitore separato e ritieni di essere idoneo, non esitare a presentare una domanda per assicurarti che i tuoi figli ricevano il supporto di cui hanno bisogno.

Domande frequenti

Posso richiedere l’assegno unico se sono separato ma non divorziato?

Sì, la separazione legale è sufficiente per essere idonei a richiedere l’assegno unico.

Qual è la differenza tra assegno unico e assegno di mantenimento?

L’assegno unico è un sostegno fornito dallo Stato, mentre l’assegno di mantenimento è un accordo privato tra i genitori separati.

Cosa succede se il mio reddito cambia dopo aver ricevuto l’assegno unico?

È importante informare le autorità competenti di qualsiasi cambiamento nel reddito, poiché questo potrebbe influire sull’importo dell’assegno.

Posso richiedere l’assegno unico se ho figli da un’altra relazione?

Sì, è possibile richiedere l’assegno unico anche se hai figli da diverse relazioni.

Quanto tempo impiega solitamente il processo di valutazione della domanda?

Il tempo di valutazione può variare, ma di solito, dovresti ricevere una risposta entro alcune settimane dalla presentazione della domanda.

Con sentenza n°32871 del 3 dicembre 2018, depositata in data 19 dicembre 2018, la I^ sezione della Corte di Cassazione è tornata nuovamente a chiarire le conseguenze della creazione di una nuova famiglia sul diritto del coniuge separato e/o divorziato all’assegno di mantenimento.

Il caso in esame

In accoglimento dell’appello promosso da un marito avverso la sentenza di separazione, con cui il giudice di prime cure aveva riconosciuto all’ex moglie il diritto a percepire un assegno separatizio, la Corte d’Appello di Perugia, con sentenza n°26/2015, revocava il predetto assegno di mantenimento:

  • ritenendo comprovata instaurazione di una famiglia di fatto da parte dell’appellata;
  • ritenendo applicabile al caso di specie la giurisprudenza di legittimità formatasi in punto di assegno divorzile.

Avverso la predetta sentenza ricorreva per cassazione la moglie, denunciando, con unico motivo, la “violazione della L. n. 898 del 1970, art. 5, in relazione all’art. 360 c.p.c., n. 3” ritenendo che la Corte territoriale avrebbe errato:

  • nel qualificare quale convivenza more uxorio la sua nuova relazione, nonostante l’assenza dei caratteri di stabilità della predetta;
  • nel non “…aver accertato e valutato se, dalla nuova convivenza, la ricorrente ritraesse benefici economici idonei a giustificare la diminuzione dell’assegno o, addirittura, la sua revoca”.

La Decisione della Corte Suprema

MAMMA GENITORE

La Corte Suprema, presa in considerazione la questione, respinge l’appello, basandosi sulla seguente comprensibile ragionamento:

Partendo dal quadro legale relativo al divorzio, gli Ermellini sottolineano come l’Articolo 5, comma 10, della Legge sul Divorzio stabilisca esplicitamente che

“l’obbligo di corresponsione dell’assegno cessa se il coniuge a cui deve essere pagato si risposa”

La giurisprudenza precedente, a partire dalla rinomata sentenza n. 6855/15, ha esteso il fattore estintivo menzionato nell’Articolo 5, comma 10, della Legge sul Divorzio anche ai casi in cui l’ex coniuge beneficiario dell’assegno di divorzio abbia formato una nuova famiglia, anche se non basata sul matrimonio. Il principio legale stabilito è il seguente:

La formazione di una nuova famiglia da parte del coniuge divorziato, anche se informalmente, spezzando ogni legame con lo stile di vita e il modello della precedente convivenza matrimoniale, elimina definitivamente ogni motivo per riconoscere obblighi di mantenimento da parte dell’altro coniuge.

Infatti, la formazione di una famiglia di fatto – protetta costituzionalmente ai sensi dell’Articolo 2 della Costituzione, come struttura sociale stabile e duratura in cui si sviluppa la personalità dell’individuo – rappresenta una scelta esistenziale consapevole e volontaria, comportando l’accettazione totale del rischio di fine della relazione e, di conseguenza, escludendo ogni solidarietà residua post-matrimoniale con l’altro coniuge, che può solo contare su un’esenzione definitiva da qualsiasi obbligo” (conforme alla Corte di Cassazione, sezione V-1^, ordinanza n. 2466 del 2016); recentemente, la Corte Suprema, nella sentenza n. 16982/2018, ha enunciato un principio simile in merito all’assegno separativo:

“In tema di separazione personale dei coniugi, la convivenza stabile e continuativa con un’altra persona può comportare la cessazione o l’interruzione dell’obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento a carico dell’altro, poiché si presume che le risorse finanziarie di ciascun convivente ‘more uxorio’ siano messe in comune nell’interesse del nuovo nucleo familiare.

Resta, comunque, la possibilità per il coniuge richiedente l’assegno di dimostrare che la convivenza di fatto non migliora ‘in melius’ le proprie condizioni economiche e che i propri redditi rimangono inadeguati” (Corte di Cassazione civile, sezione I^, sentenza n. 16982 del 27 giugno 2018).

La Corte, ribadendo il suddetto principio, fornisce anche i seguenti chiarimenti pertinenti:

“La base per la cessazione dell’obbligo di contribuzione deve essere individuata, per quanto riguarda sia il divorzio che la separazione legale, nel principio di autoresponsabilità, ovvero nella scelta consapevole e chiara dimostrata da azioni inequivocabili, che porta all’istituzione di un’unione personale stabile e continua, sovrapponendosi, con diverse conseguenze legali, al matrimonio, indipendentemente dalla sua dissoluzione”; come nel divorzio, “anche nel caso di separazione legale dei coniugi e della formazione di un nuovo nucleo familiare di fatto da parte del coniuge beneficiario dell’assegno di mantenimento, si verifica una rottura tra il ‘tenore e il modello di vita preesistenti caratterizzanti la precedente fase di convivenza matrimoniale’ e il nuovo assetto fattuale con rilevanza costituzionale, esplicitamente cercato e voluto dal coniuge beneficiario della solidarietà coniugale (in questo caso, ancora), con il conseguente impatto significativo sul diritto alla contribuzione periodica, che viene definitivamente annullato”.

 

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