Su internet sta girando la lettera che un papà ha scritto alle maestre di suo figlio, comunicandogli che il figlio non ha fatto i compiti delle vacanze perché secondo lui era più importante fare ‘’lunghe gite in bici e vita da campeggio ’’. Ora, sono sicura che tutti noi genitori abbiamo fatto fare cose del genere ai nostri figli, che fossero le vacanze al mare, i centri estivi, o anche solo lo stare in città a giocare con gli amici, quello che trovo sconvolgente è che un genitore, un educatore, possa permettersi di:
– screditare le maestre agli occhi del figlio, comunicandogli il messaggio che quello che loro hanno dato come compiti e che tutti i compagni di classe hanno fatto sono cavolate, regole che per lui non valgono, lui è speciale, è diverso dagli altri, può non seguire le regole, è autorizzato a prendere la scorciatoia, la via semplice.
– le regole possono essere infrante, e se può essere infranta questa piccola regola, che poi è solo a beneficio dello studente rimanere ‘allenato’ con i compiti, chi gli impedirà un domani di non pagare il biglietto dell’autobus, o evadere le tasse, o imbrattare un muro? Lui è superiore, non è come tutti gli altri, può tutto!
– Da ragazzina avessi avuto un compagno di classe con un padre così avrei pensato che fosse un figo, lo avrei invidiato! Ma ora che sono mamma e che so quanta fatica facciamo per farci rispettare, per insegnargli il giusto e lo sbagliato, per insegnargli che la gavetta, lo studio, la dedizione sono quelli che pagano e ti fanno arrivare lontano, mi rendo conto che un messaggio del genere è completamente sbagliato. Chi è questo figlio Einstein che non ha bisogno di studiare? E anche se lo fosse, proprio Einstein disse: ”L’insegnamento deve essere tale da far percepire ciò che viene offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto.’’ e questa è un’altra cosa davvero fondamentale da far passare ai nostri figli, che lo studio non è una punizione, o un castigo, ma è qualcosa che li arricchisce, che li rende migliori, non è ‘la scuola dell’obbligo’ ma ‘la fortuna di poter imparare, a suo figlio il signor Marino ha in un colpo solo insegnato che quello che dicono le maestre non conta, che lui è sopra le regole, che studiare è una punizione, che le scorciatoie e il vivere la vita in modo godurioso non facendo fatica pagano.
Io sono convinta che a questo papà facesse fatica mettersi seduto accanto al figlio a fare i compiti invece che andare a fare lunghe pedalate, Sulla sua pagina Facebook, dice: ‘in Norvegia e Finlandia i compiti a casa non vengono dati né durante la settimana né durante l’anno’, è vero ed è un ottimo sistema scolastico, molto all’avanguardia, ma è il loro sistema scolastico, ma quello che lui sta facendo è screditare agli occhi del figlio le sue insegnanti, e poi continua dicendo: ‘anche per loro probabilmente non è stato un problema che mio figlio non abbia fatto i compiti, perché non sono mai stato convocato!
Ovviamente poi in internet ci sono anche gruppi di sostenitori che inneggiano al mito, al ribelle, all’esempio. Invocano ribellione di massa e di non far fare i compiti ai figli tutti insieme come protesta. Ognuno è libera di pensarla come gli pare, ma a me lo studio ha dato e sta dando tanto, sono convinta che se un ragazzo capisca profondamente che è suo interesse studiare e approfondire e non per i voti o per essere il cocco della maestra, ma perché lo studio apre la mente e dà tante possibilità, sarebbe il figlio stesso a dire al padre che i compiti li vuole fare e non perché lo dicono le maestre.