1 Settembre 2018

Travel Gengle: Zanzibar

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africa6Quest’anno la meta delle vacanze della mia famiglia è stata Zanzibar, la preparazione per la vacanza è cominciata con la selezione dei giochi e abbigliamento in disuso da portare ai bambini che avremmo incontrato durante la nostra avventura africana. Ci sono state discussioni fra i miei figli (10 e 5 anni) “quello lo uso ancora!” “quello era mio, non tuo” “quello lo volevo tenere per ricordo”, separarsi dai giochi nonostante ne abbiano una camera piena non è stato facile. Abbiamo riempito una valigia solo con le cose da regalare, non sapendo che cosa avremmo trovato una volta là.

Inutile spendere parole sulla bellezza del mare di quest’isola, appena arrivati abbiamo lasciato le valigie in albergo e siamo partiti con la nostra guida alla volta del villaggio di fango, nell’interno dell’isola. A Zanzibar solo la strada principale è asfaltata, le strade laterali sono tutte di terra, una terra rossa, viva, piena di colore. È proprio con questa terra infatti che sono fatte le case in questo villaggio, terra rossa impastata con escrementi di mucca e acqua, i tetti delle case sono realizzati con le foglie delle palme e la guida orgogliosamente ci ha detto che queste case possono durare anche sei anni senza bisogno di manutenzione!  Appena imboccata con il nostro furgoncino la strada del villaggio di fango abbiamo visto orde di bambini riversarsi in strada e correre al massimo delle loro possibilità accanto, davanti o dietro al nostro pulmino. Sapevano che portavamo qualcosa, non sapevano cosa, ma era qualcosa di nuovo. I bambini ridevano e ci salutavano, urlavano felici e si avvisavano fra di loro, lasciavano le attività che stavano facendo e a piedi nudi correvano nel bosco per tagliare la strada che avremmo invece dovuto percorrere noi obbligatoriamente. I miei figli erano ammutoliti, silenziosi, osservavano. Siamo scesi, e ci siamo trovati davanti ad una distesa di più di duecento bambini che un paio di adulti del posto avevano fatto sedere a terra in file ordinate in meno di dieci secondi.

Mio figlio maggiore ha detto: ‘dobbiamo farci dire come ha fatto per raccontarlo poi alla mia maestra quando torniamo!’. Le urla e l’eccitazione che fino a quel momento ci avevano accompagnato si erano trasformati in silenzio, centinaia di occhi curiosi non si staccavano dalle nostre borse.

Mentre la guida spiegava loro la procedura di come avremmo distribuito le cose, noi sistemavamo i giochi così da dividerci i compiti. Ad un certo punto da una delle borse è scappato fuori Ken, il fidanzato di barbie, biondo, spettinato, vestito da surfista è cascato in terra. Davanti a noi due bambine hanno urlato di emozione e si sono abbracciate solo nel vederlo. Sono state riprese ed è stato chiesto loro di fare silenzio.

La guida ci ha chiesto di partire dal lato opposto a dove erano le bambine a distribuire i giochi ed è stato palpabile la delusione e rassegnazione nei loro occhi. Abbiamo iniziato a distribuire i giochi, macchinine, una fisarmonica, le carte del memory, ad un certo punto quando è stato tirato fuori un trenino a tre vagoni per la prima volta ho visto i bambini rompere l’ordine delle righe e lanciarsi per ottenere il trenino. Un anziano del posto con un bacchetto li ha fatti sedere ed il trenino è andato ad uno dei bambini che per primo si era lanciato alla conquista dell’ambito trenino, stavamo passando oltre quando abbiamo visto il bambino staccare i vagoni del treno e dividerli con gli altri bambini con cui aveva ‘lottato’.

Come ultima cosa abbiamo consegnato delle racchette da tennis e da volano, i bambini esultavano felici e la guida gli ha chiesto se sapessero come usarle, loro si sono ammutoliti, non avevano idea di cosa fossero, abbiamo tirato fuori dalle borse le palline, e lui ha spiegato a cosa servissero, sono impazziti di gioia! Ma in un angolo rimaneva ancora la bambina delusa per il ken che non aveva potuto avere. Per fortuna ken era ancora nella borsa di mio figlio, era stato conservato e con i bambini siamo andati a consegnaglielo. Poche volte nella mia vita ho visto brillare degli occhi come in questa giornata.

Avevamo distribuito tutto non avevamo più nulla, ma loro continuavano a seguirci e salutare, i loro sorrisi erano sinceri, alcuni stringevano al petto il ‘prezioso’ dono. Mi ha colpito che il loro interesse non fosse finito contestualmente alla fine dei regali.  Mai ho visto così tanti bambini gestiti da sole due persone e certamente mai ho visto i miei figli così ammutoliti nel vedere altri bambini gioire per dei giochi per loro ormai vecchi,  penso che mai come in questo giorno abbiano capito quanto ogni cosa possa avere una nuova vita e quanto la gioia sia dentro in stessi non in quello che possediamo.

 

africa12

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