Non capiamo l’importanza dei nonni nella vita dei nostri figli fino a quando non tocchiamo con mano una realtà a noi sconosciuta. Perfino noi da nipoti non potevamo capirlo, forse perché la loro presenza è sempre stata scontata.
Oggi vi voglio parlare di mia madre, ieri mamma, oggi nonna di mia figlia, una grande donna alla quale devo molto, devo sicuramente la vita. Lei mi ha anche insegnato a viverla, facendomi capire come ogni cosa doveva essere messa al giusto posto: l’amore, il rispetto, la dignità e il sorriso, proprio lei mi ha insegnato a metterlo al primo posto.
Quando Vittoria nacque non sapevo che il loro sarebbe diventato un rapporto viscerale, il prolungamento di un cordone ombelicale che da me non aveva mai tagliato, dando la vita a mia figlia ho dato vita a quell’amore incondizionato per cui non esiste una spiegazione. Esiste.
Quando le guardo insieme mi metto in un angolo e mi dimentico di essere figlia e mamma perché in quell’esatto istante nasce una magia: la loro sintonia, i loro gesti, i loro sguardi, i loro abbracci nei quali mi perdo ogni volta che toccano le mie corde, e in quel momento tutto si annulla, ci sono solo loro e quel rapporto quasi embrionale.
“Mamma mi sono preparata la valigia per andare da nonna” mi racconta Vittoria, anche se quello non è il giorno in cui nonna l’andrà a prendere a scuola, ma lei ha creato quella realtà in cui vuole crederci e in cui ci vive benissimo, perché è sua nonna,semplicemente sua nonna!
Adoro tornare a casa e trovare i biscotti fatti con il pongo, realizzato con l’amore, con la fantasia, con la complicità di un rapporto nato naturalmente perché partito dal cuore.
Oggi guardo mia madre, la guardo da donna con tutta l’ammirazione che posso perchè lei c’è, perchè lei è tutto ciò che io e Vittoria potevamo desiderare. Lei ci completa, è l’altra metà della mela, è la ciliegina sulla torta della vita.
