1 Settembre 2018

Travel gengle: la scuola a Zanzibar

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Siamo abituati a dare tutto, o molto di quello che abbiamo, per scontato, siamo nati in un’epoca dove miriamo ad avere l’i-phone, perché il resto, le cose primarie, le abbiamo già tutte. Abbiamo la corrente in casa, la luce, il gas. A scuola abbiamo i quaderni i libri, anche se spesso usati, le penne e i fogli per scrivere. In classe di mio figlio c’è la Lim, la lavagna elettronica, le classi hanno le finestre.

In Africa la scuola non è così scontata. Siamo stati a parlare con il preside di una scuola situata nel villaggio dei pescatori, che ci spiegava che le elementari costano circa 15 euro l’anno a bambino più il costo della divisa, circa 10 euro, i libri vengono dati della scuola, ma c’è poi il materiale, i quaderni, le matite, le penne, i gessi, e di fondi non ce ne sono.

Abbiamo acquistato quaderni, matite penne ad un negozietto locale, e siamo andati a distribuire il materiale acquistato alle classi della scuola. Con 20 euro abbiamo preso materiale per quattro classi. Le classi sono degli stanzini aperti, tipo stalle, tutte affacciate su un enorme cortile, non ci sono finestre e quando il vento soffia si alza la terra e vola dappertutto. I bambini stanno ordinatamente seduti, divisi i maschi dalle femmine, tutti composti nelle loro uniformi, scalzi. Ho visto pochissimi  bambini con le scarpe.. Ai maestri abbiamo lasciato i quaderni e i pennarelli.

Ci hanno spiegato che le materie che fanno sono come le nostre, geografia, matematica, alle elementari studiano in Swahili che è la loro lingua madre, ma poi subito dalle medie iniziano a studiare inglese e italiano. Ho chiesto come mai studiassero proprio italiano, invece che magari spagnolo o francese, e ci hanno spiegato che il turismo italiano da loro copre un’altissima percentuale dell’incoming e fargli studiare l’italiano gli dà una chance per poter un domani lavorare con i turisti. Con molto orgoglio ci ha raccontato che studiano anche informatica. Hanno 2 computer nella scuola per 469 studenti. Le classi sono composte da circa 60 studenti a classe. Gli ho chiesto la mail, perché vorremmo rimanere in contatto e spedirgli un po’ di cose. Lui ha cercato un po’ in un cassetto un foglietto dove scrivere e mi ha scritto: P.O. Box 1234 Zanzibar, ho ribadito se avessero un indirizzo e-mail e lui mi ha indicato il foglietto, e  mi ha detto che potevo inviare le lettere lì. Ho capito che di informatica ne avrebbero avuto bisogno, ma con qualche approfondimento in più. Il preside ci ha sorriso e ci ha invitato a visitare la scuola.

 

Ci hanno spiegato che a Zanzibar ogni famiglia ha minimo una decina di figli (la nostra guida ad esempio ha 19 fratelli) e solo i primi vanno a scuola, ovviamente per motivi economici, già mandare a scuola 3 figli vuol dire spendere 75 euro salvo imprevisti, e sul bilancio familiare questo pesa davvero tanto! Se poi uno studente finisce le superiori con degli ottimi voti ha la possibilità di fare due anni di orientamento universitario ovvero scegliere l’indirizzo di studi che vuole seguire, una volta finiti i due anni puoi fare l’università per cui hai studiato, ma qui iniziano i problemi seri, perché l’università costa 1.500 euro l’anno più l’esame finale per avere l’attestato di laurea costa altri 500 euro. Molti fanno l’università e poi non danno l’esame finale, hanno studiato tanti anni, sono gravati sulla famiglia tanti anni, è l’ora di mettersi a lavoro!

 

Ho trovato tanta disciplina, tanta collaborazione, i grandi che aiutano i più piccoli e i piccoli che obbediscono ai più grandi. Ho trovato un preside solare, che alla mia domanda: avete più cristiani o mussulmani ha risposto: a me non interessa la loro religione, interessa la loro cultura, quando si varca la porta della scuola siamo tutti uguali, non c’è religione e non ci sono differenze. Chapeau, l’hanno capito in Africa e noi qui ancora non tanto.

 

Zanzibarviaggio

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