Abbiamo ricevuto la lettera di una gengle che ha commentato l’articolo sui padri assenti.
Non come madre, ma come figlia, vi dico, “finitela di mettere il bene dei figli come motivazione. non sabotate le loro scelte di vita con il vostro sacrificio perché aggiungerete male al male. Per anni mio padre era il mostro che aveva fatto danni e ch non voleva vedere nemmeno le figlie,ma che uomo è uno così “
La differenza tra una ex moglie ed una figlia sta tutta nel dna, sta nel sapere che qualcosa del mostro che ha fatto male a mamma mi appartiene e ci devo fare i conti. Io voglio bene a mia mamma, ma dentro di me ho una parte di mio padre che comunque guiderà le mie scelte. Anche la sua assenza le guiderà. Non aggiungeteci la vostra sofferenza per favore. È già grande così il carico che abbiamo.
Ed a differenza vostra, un giorno voi avete creduto ed amato quel uomo, l’avete scelto. Permettete anche a noi figli abbandonati di sentire questo legame, di accettare un genitore che manca.
Per favore, se il suo carattere e le sue scelte di vita vi fanno male, se lavorate il doppio perché siete sole, guardate al futuro, soltanto al futuro perché le vostre sofferenze incidono non solo sull’ipotetico rapporto col padre, che è il tarlo di tante, ma anche su tutte le scelte di vita dei vostri figli.
Dopo 20 anni che non sapevo niente di mio padre, lo chiamai, lo incontrai e la cosa più bella che mi porto dentro non è tanto che feci pace con lui, che poi è sparito come da programma, ma che da subito feci pace con me stessa.
Proprio come vorrei facesse mia madre: pace con se stessa.
Scusate lo sfogo, spero però che vi dia una prospettiva diversa della cosa, soprattutto alle mamme che hanno bimbi piccoli e non dialogano ancora alla pari coi figli.
