1 Settembre 2018

Lettera al padre di mio figlio, che non è stato mai padre

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Mi sono sempre chiesta come tu abbia fatto per tutti questi anni a far finta che tuo figlio non esista, a far finta di non immaginare che ogni Natale tuo figlio mentre te eri troppo impegnato a fare chissà cosa, si rotolava giù dal letto con la gioia nel cuore a scartare i regali a cui tu non hai mai contribuito. Mi sono sempre domandata cosa avessi detto alle persone che ti chiedevano se hai figli, e se hai mai provato il minimo imbarazzo nel rispondere, sapendo dentro di te che non sai nulla di lui. Mi sono chiesta, durante le notti insonni perché stava male se ti sei mai preoccupato della sua salute o del fatto che potesse avere qualche problema.

Mi sono crucciata chiedendomi se il fatto di non assistere alle prime parole, i primi passi, la prima recita, il primo giro in bici, il primo giorno di scuola e tutte le sue prime volte ti avesse mai lasciato un enorme vuoto nel cuore, perché ti dico la verità ho anche pensato che a volte tu soffrissi per questa lontananza, ma poi mi sono resa conto che non può mancare quello che non si conosce, non possono mancare le conquiste giornaliere se non si sanno gli sforzi fatti per arrivarci, non si apprezza allo stesso modo un ‘prodotto finito’ se non si sanno i passaggi della ‘produzione’, sì perché per arrivare ad avere lo splendido ragazzo che ho davanti a me oggi ne abbiamo passate tante, l’uno al fianco dell’altra, e per quanto a volte sia stata dura, per quanto a volte abbia pensato davvero di non farcela, oggi siamo qui e quello che abbiamo costruito insieme rimarrà sempre dentro di lui.

Tu oggi dopo tutti questi anni hai chiamato dicendo che passerai per un saluto veloce, vi incrocerete, due sconosciuti legati solo da una linea di sangue, un rapporto caratterizzato solo dalla tua assenza, da parole non dette da gesti non compiuti, da momenti non vissuti, cosa speri di ottenere in questi 10 minuti? Cosa pensi che ti darà vedere quello che chiami ‘mio figlio’ per 10 minuti? Vengo a vedere ‘mio figlio’. Il figlio purtroppo non è più tuo, lo hai perso quando hai deciso di fregartene, di andartene e di far finta che non esistesse. Quello che vorrei dirti è che siamo stati bene fino ad oggi senza la tua presenza, mentre questa apparizione di oggi porterà inevitabilmente degli scombussolamenti nel cuore di mio figlio, porterà domande a cui forse non saprò rispondere, perché io proprio non capisco come sia possibile ignorare di aver un figlio.

Fra qualche anno lui sarà autonomo e non avrà più tempo neanche per venire in vacanza con me probabilmente perché preferirà passare il tempo con gli amici o la fidanzata, e per te sarà tardi, avrai perso il treno, non c’è un rewind che riporti tutto all’inizio, non ci sono crediti da spendere per richiedere la nascita di un rapporto, e le ferite nel cuore di quel bambino diventato adulto saranno cicatrizzate o forse no, ma comunque sarà troppo tardi per cercare di redimersi. Io mi auguro solo che per te sia valsa la pena scegliere una vita di egoismo, e ti ringrazio per aver contribuito a far capire a mio figlio che nella vita esistono le delusioni, le speranze inattese, le telefonate che non arrivano, probabilmente l’unico merito che hai è aver reso questo ragazzo più forte, averlo preparato, inconsapevolmente, ai lati duri della vita.

Ci terrei a concludere dicendoti che non ti odio, non ti auguro il male, e spero che tu non abbia mai la coscienza di renderti conto di che cosa tu abbia fatto, e che cosa il tuo atteggiamento abbia comportato per la vita di un’altro essere umano, a volte è decisamente meglio vivere nella totale ignoranza

kid

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