1 Settembre 2018

Separazione. Come passare le feste serenamente?

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Famiglia di sangue, famiglia di vita 

Possiamo finalmente tirare tutti un sospiro di sollievo.

Abbiamo fatto il giro di boa e anche le ventiquattrore fatte di panettone e parenti sono da archiviare tra tutto quello che siamo riusciti a superare dignitosamente.

Io ho avuto una giornata piena di emozioni, qualche lacrima e abbracci da persone che non vedevo da diverso tempo.

Per Natale ho deciso di istituire una sorta di open day, invitando a casa mia tutte le persone con cui ho condiviso l'ultimo anno. C'è chi vedo giornalmente e chi magari sento solo ogni tanto, chi è innamorato dell'amore e chi soffre senza ammetterlo, chi ha figli come i miei e chi è un single incallito, chi vuole isolarsi in montagna anche il venticinque e chi senza gli amici proprio non riesce a stare. Nel messaggio che ho inviato a tutti c'era scritto solo che avevo piacere di condividere questa giornata insieme, senza pretese e senza grandi programmi, tutti potevano passare a qualsiasi ora e in compagnia di chi preferivano. Zero vincoli e zero aspettative.

Mi hanno risposto tutti, anche i meno tecnologici e coloro che abitano più lontano.

Si è presentata a casa mia una parte degli invitati, fluendo in modo naturale durante tutto il pomeriggio fino a sera, offrendo una cena che non aveva niente a che vedere con i pasti  pantagruelici del periodo. I miei figli hanno conosciuto persone nuove, e la curiosità quando suonava il campanello era sempre tanta. Ho fatto incontrare persone che non si erano mai viste prima, trovandole poi a discutere tra di loro di problemi personali come se fossero cresciute insieme. A volte è davvero molto più facile aprirsi davanti ad uno sconosciuto e spiegare la propria storia, oppure anche solo raccontarla a se stessi, a voce alta, davanti ad un curioso che poi non si rivedrà mai più. Senza nascondere che un bicchiere di troppo, aiuta sicuramente a sciogliere le inibizioni.

Poche sedie e pasta in bianco.
Bucce di arachidi sul pavimento e prosecco sempre pronto.
E' stata la cena più bella dell'ultimo periodo.

Le persone hanno voglia di famiglia e non sempre questo implica un legame di sangue.

Una delle mie ricchezze più grandi è l'esperienza della maternità, che mi porta oggi a vivere la mia vita da separata, in modo totalmente diverso rispetto a chi non ha figli. Sono riuscita a costruire una piccola famiglia, per quanto bizzarra nella scelta dei nomi e sbilanciata nel numero di adulti. Questo per me è un valore aggiunto, il mio sogno più bello, il motivo per cui al mattino mi alzo e vado avanti, nonostante tutto. Trovo in loro la forza di reagire e di organizzare un Natale vuoto di parenti, ma pieno di persone che vogliono condividere una parte del loro percorso con noi. Ci metto il cuore in quello che faccio e spero che questo emerga e possa essere un importante insegnamento per loro, che ogni giorno vivono e crescono insieme a me.

In tutto questo via vai di gente, ho invitato anche il papà dei miei figli, insieme alla sua nuova compagna. Un piccolo gesto, in questo lungo processo di divorzio che spero possa aver segnato una pausa in questa battaglia emotiva ed economica.

Un invito ben accolto che magari potrà rappresentare un piccolo timido passo verso una direzione importante, quella della famiglia allargata. Più siamo ad amare questi figli, maggiore sarà il beneficio per tutti.

Non che sia stato facile conoscere e stringere la mano a quella donna, che finalmente da presenza astratta è entrata nella mia casa ed è diventava una persona reale. Ma le prime volte non sono facili per nessuno, nemmeno per lei che ama un uomo con il suo evidente bagaglio passato e la paura di credere ancora in quel futuro svanito.

L'open day ha rappresentato questo: aprire la porta di casa e cercare di mettere sotto lo stesso tetto le persone che ora per me sono importanti. Con il sottofondo artistico di un amico musicista,  l'albero  regalato dai vicini di casa e con la promessa di essere solidali uno con l'altro, durante le feste più che mai. Spero che casa mia diventi un riferimento, dove le persone possono sentirsi libere di entrare e di lasciarsi andare, dove si trova sempre un divano pronto per la notte, un piatto di pasta e un puzzle da finire. Ovviamente non solo a dicembre.

OPEN DAY

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Famiglia di sangue, famiglia di vita
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