1 Settembre 2018

Festeggiamo anche noi i papà?

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Famiglia che vai, usanza che trovi

La questione della festa del papà è più spinosa di quanto possa sembrare. A casa nostra è stata anticipata, visto che il daddy aveva la possibilità di vedere i figli proprio in quella occasione e, nonostante i mille “chiamate e fate gli auguri anche oggi che è il diciannove” la mia capacità di farmi ascoltare è stata pari a zero. Che mi sia di lezione per la prima domenica di maggio, quando dovrò mettere in soffitta le aspettative. Insomma, ci si ritrova come genitore single a fare da mamma, papà, nonni e zia, tutto insieme, e si cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, cancellando i rancori personali per il benessere dei figli. Ma anche per il quieto vivere, diciamoci la verità. Nessuno ha voglia di discutere in continuazione ed è bene cercare di trasmettere compattezza educativa anche se i risultati non sono sempre quelli sperati.

Ma chi veramente è il papà?

Questo tipo di festa è stata pensata per la famiglia tradizionale e porta con se tutto un sistema di convenzioni e abitudini che ormai si stanno perdendo. Le famiglie prendono nuove forme, arricchendosi di figure diverse che scardinano i ruoli tradizionali. A parte il legame biologico, fare il padre significa entrare in un mondo nuovo. Implica sia il noioso status di rompiscatole che cerca di far rispettare le regole di casa (qualunque essa sia), al momento più gioioso della partita di pallone. Significa destreggiarsi tra cambi di pannolini e farsi pettinare e truccare per il religioso rito del the con le bambole. Vuol dire che quando certe cose a mamma non si possono raccontare, c’è un’altra solida spalla su cui poter contare. Asciugare i piatti insieme, cercare di far parlare questi ragazzini confusi che non capiscono chi vogliono essere e da che parte andare. Anche giocare alla lotta è un modo per dialogare, meno verbale e forse più efficace, e trasmettere a questi figli qualcosa che una madre non riuscirà mai a dare, anche se è cintura nera di karate.

“È giusto festeggiare il papà, ma è altrettanto plausibile voler essere padre ogni giorno”

Nelle famiglie più fortunate ci sono i proto padri, che avendo avuto il coraggio e l’ardore di amare una GenGle, si sobbarcano tutto il pacco famiglia e si sentono parte di questo nucleo già formato, completandoli con il loro tocco personale. Cambiando anche solo un elemento di queste piccole realtà, il risultato è completamente innovativo proprio perché trova un terreno estremamente fertile, dove fare le cose in modo diverso significa ricominciare. Qui la voglia di ricostruire e di ripartire è davvero tanta, altrimenti questi uomini non avrebbero mai varcato la soglia di casa, nei week end con prole al seguito. Amando questa donna ne condividono il cuore e inevitabilmente diventano parte del suo progetto educativo. Noi madri cerchiamo di colmare le mancanze della vita dei nostri figli, in parte anche per un implacabile senso di colpa, ma non potremo mai farlo fino in fondo e forse non dovremo. Non esiste la famiglia perfetta. Ci sono persone che si vogliono bene ogni giorno e che cercano di affrontare insieme la vita con una progettualità condivisa. Non significa solo vivere insieme, c’è molto di più. Vuol dire preoccuparsi gli uni degli altri e sentire il bisogno di cercarsi anche quando il giudice non l’ha stabilito.

“Vuol dire non vedere l’ora di raccontarsi la cosa più bella che è capitata durante la giornata”

Vuol dire non vedere l’ora di raccontarsi la cosa più bella che è capitata durante la giornata. Vuol dire che a volte senti la risposta ancora prima di aver formulato la domanda. Vuol dire che quando hai un problema e non sai bene come risolverlo sono quelle le persone che vuoi stare ad ascoltare. Vuol dire che se c’è qualcosa che non va, non serve nemmeno raccontarlo, si capisce da quello che non dici. Vuol dire che sai come far meglio chi ami, ma anche i tasti dolenti dove colpire. Vuol dire che il primo viaggio che hai la possibilità di organizzare, vorresti andare tutti insieme. Vuol dire che ci pensi un pochino ogni sera prima, di andare a dormire. Fare famiglia non è una questione puramente biologica. Dare egoisticamente per scontato un rapporto di sangue è uno degli errori più grandi che possano essere compiuti.

È giusto festeggiare il papà, ma è altrettanto plausibile voler essere padre ogni giorno. In più propongo di estendere la festa anche ai proto padri che hanno avuto l’ardore di salvare la loro bella e di portarla in un castello molto più grande, dove far stare protofigli, protogatti e nuovi sogni, che hanno bisogno di tanto spazio in più.PADRESEPARATO 2

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