1 Settembre 2018

Figli a metà dopo la separazione

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Crescendo insieme a loro

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Siamo abituati ad occuparcene da quando si alzano al mattino fino a quando diamo loro il bacio della buona notte. Li abbiamo portati nella pancia per mesi e nel cuore, spesso, per molto tempo prima. Un figlio, quando non è il frutto di una notte di folle passione improvvisa, nasce come desiderio ancestrale e quasi inspiegabile nel nostro profondo e poi concretamente trova spazio dentro di noi, nutrendosi attraverso il nostro corpo e vivendo, per nove mesi, delle nostre stesse emozioni. La maternità è un dono magnifico e inspiegabile. Ti fa sentire parte di una magia unica e diventi uno strumento attraverso il quale qualcosa di più grande entra nel mondo. I figli di questa vita, da quando nascono, sono parte di noi, un pensiero che non ci lascia più. Mai più.

Abituata ad avere tutto sotto controllo, da quando mi sono separata molti equilibri sono stati alterati. Primo fra tutti quello con i miei bambini che hanno iniziato a viaggiare tra due case, sfuggendo alla mia costante presenza e al mio controllo e con i quali ho impostato un rapporto diverso da prima, basato su nuove regole e nuove dinamiche, circondati da persone diverse e continui spostamenti, che fino a qualche hanno prima non immaginavamo nemmeno.

Vivendo con loro tutto questo turbinio di cambiamenti ed emozioni, mi hanno insegnato delle cose che per me ora sono diventate fondamentali e ho capito che se fino a ieri ero io seduta in cattedra a tenere lezione, ora le dinamiche di famiglia si sono ribaltate, in uno scambio interpersonale molto più fluido e naturale.

  1. Ci diciamo sempre quello che pensiamo.

Anche quando è scomodo, poco piacevole, oppure anche solo fastidioso. Bisogna esternare quello che si porta dentro e condividerlo, per evitare rancori inutili e per togliere pesi che, stando dentro di noi, condizionano il nostro umore e quello degli altri. Ma bisogna saper dire anche le cose tanto belle e meravigliose, che lasciano senza parole, perché spesso si fa troppa fatica a manifestare i sentimenti guardandosi dritti negli occhi. Soprattutto quando si viaggia da una casa all’altra, senza nascondere i timori, le paure ma anche la gioia e trovando il coraggio di dire anche che stiamo bene insieme a persone diverse da quelle con cui viviamo ogni giorno. Apriamo il cuore a nuove esperienze senza paura di perdere chi ci vuole bene e ci aspetta a casa.

  1. Facciamoci una risata

Quando abbiamo risolto un problema, il giorno dopo se ne presentano due di nuovi. La nostra vita è proprio così, piena di imprevisti, con giornate molto piene e dove l’energia verso sera veramente comincia a scarseggiare. Proprio perché siamo abituati a far fronte e mille difficoltà diverse, possiamo trovare anche il tempo per fermarci un attimo e prendere le cose con leggerezza. Se abbiamo una montagna di piatti da lavare accendiamo la musica e lo facciamo ballando. Se non abbiamo i soldi per andare in palestra ci inventiamo un programma di allenamento casalingo. Se non riusciamo a imparare i nomi degli affluenti del Po allora lo scriviamo nella carta igienica in bagno.

I bambini sono dei geni incontrastati nel trovare soluzioni alternative e nel prendere la vita con meno serietà del dovuto. Ogni tanto bisogna imparare a lasciarsi andare anche quando le cose non vanno come avevamo programmato.

 

  1. Ad ognuno il suo spazio

Condividiamo ogni momento della giornata, ogni preoccupazione e ogni sogno, sia notturno e pauroso che diurno e amorevole. Ma almeno un paio di volte durante le ventiquattro ore abbiamo bisogno fisicamente di non essere tutti nella stessa stanza. Non abitiamo in una reggia, ma quando ci concediamo i nostri dieci minuti ognuno prende le sue cose e si ritira: mia figlia vola in bagno, dove passa la maggior parte del tempo, mio figlio se la svigna in camera a giocare e io agguanto il mio libro e volo sul divano, dove con queste enormi vetrate non manca mai l’aria.

Ci vogliamo bene, in modo viscerale e profondo, ma proprio per questo abbiamo bisogno di staccare gli uni dagli altri e di pensare solo a noi stessi, almeno per un pò. Solo così sentiamo di aver voglia di stare insieme ancora e di raccontarci cose nuove.

  1. L’opinione altrui

Sapere cosa pensa la signora del sesto piano rispetto al nostro modo bizzarro di stendere i panni (visto che ci va l’uomo di casa con tanto di sgabello e mollette nelle tasche) non è una cosa che ci riguarda. Usiamo il frigorifero giallo rotto come libreria e teniamo le luci di Natale tutto il tempo dell’anno e se qualcuno spettegola sul nostro modo di tenere la casa, non è affar nostro. Siamo fatti così e viviamo in questo modo. L’opinione degli altri non ci preoccupa nemmeno un minuto e anche se siamo sempre aperti a nuove idee e nuovi modi di vivere, il dito puntato e l’opinione borghese non ci interessano per niente.

  1. A tutto c’è una soluzione (se stiamo insieme)

Può capitare qualsiasi cosa nell’universo ma noi tre siamo una micro famiglia. Se insieme abbiamo superato il turbinio della separazione, con il cambio casa e tutto il terremoto emotivo che ne è derivato, allora siamo pronti uniti a combattere contro il mondo. Stiamo insieme, chiacchieriamo e ci raccontiamo mille cose, senza la pretesa di risolvere nessun problema ma di condividere momenti ed emozioni, crescendo e sperando di stare meglio. Domani ancora un pò di più.

Non è facile vivere questi momenti ed uscirne senza troppe cicatrici. E’ inevitabile che la vita dopo assuma tutto un altro spessore e riprenderla in mano non è un gioco da ragazzi, nemmeno per loro. Ma cerco di vivere nella massima onestà a trasparenza, stando più sciolta possibile, come dice mia figlia anche se a volte per fermare i miei neuroni devo svitare proprio la testa. I miei figli stanno crescendo insieme ad una nuova me stessa e mi stanno insegnando più di quanto immaginano. Mi sono accorta che occupandomi di loro riesco a dare il giusto ritmo alle mie giornate e a prendermi cura anche di me stessa. Solo così posso ritornare a sorridere e vivere pienamente, in questa mia seconda vita.

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