La separazione è in ogni momento della nostra giornata.
Siamo noi e l’altra. Una presenza costante che sta lì a ricordarci che in qualche modo abbiamo fallito, ma che ora ci stiamo riprendendo ciò che è nostro e che ci spetta di diritto: la serenità. Ma arrivano quelle mattine, come quella che ho avuto oggi che ti fermano a piangere nel parcheggio del supermercato, e sai che ci devi entrare e anche se hai la sensazione che tutti ti guardino. Lo devi fare, ci entri con tutta la dignità di cui sei capace anche se ti senti quell’etichetta dietro la schiena. Sono una donna separata.
Partiamo dall’inizio.
Vittoria non voleva prepararsi per uscire, o meglio lei vuole uscire tutte le volte, ma questo deve avvenire secondo la sua modalità e chissà quale strana regola alla quale vengo sottoposta e che devo inevitabilmente rispettare
Questa mattina no! Non può essere sempre come dice lei, è bene che faccia anche secondo le mie indicazioni. Oggi alzo il tono della voce, non adotto i soliti mezzi di comunicazione che riescono a farmi ottenere da lei dei risultati positivi in 20 minuti a volte anche mezz’ora. Stamattina non abbiamo tempo.
A lei questo non piace, non le piace mai essere rimproverata, si mortifica, per questo cerco sempre di evitarlo. Mentre andiamo alla macchina mi chiede se sono ancora arrabbiata, io le rispondo sì, anche se avrei tanto voluto dirgli di no, ma dovevo mantenerla quella posizione.
Lei arriva dritta alla meta, come un coltello che ti trafigge e non lo fa con cattiveria, ma solo per ricordarti che anche lei ha sofferto e anche lei ne soffre e ti dice guardandoti negli occhi
“Allora io vado a vivere per sempre con papà”
Ed è proprio lì che ti fermi, tutto si ferma, proprio come nei film. E mi chiedo dove ho sbagliato, dove sto sbagliando, cosa posso fare per colmare i suoi vuoti. A lei non piace essere divisa tra mamma e papà e allora alla prima occasione cerca di punirmi facendomi credere di voler stare solo da una parte.
Mi dico allora è questa la separazione?
Quando è lei a ricordarmi che viene separata continuamente e costantemente una volta dalla mamma e una volta dal papà. Allora il peso più grande è il loro, non è il nostro.
Noi ci separiamo dal padre o dalla madre una sola volta, loro se ne separano ogni settimana, allora di chi è il dolore? Chi ha il diritto di stare più male rispetto all’altro?
Oggi la mia risposta è loro, solo e soltanto loro!
Siamo arrivate al supermercato e lei ha iniziato a piangere perché mi aveva detto una cosa che mi aveva fatto soffrire. Io l’ho abbracciata e le ho mostrato la mia debolezza, perchè vedere la mamma sempre forte e coraggiosa le ha dato la presunzione di potermi colpire ma questo le ha subito causato sofferenza. Allora ha visto che ogni tanto anche mamma piange, ogni tanto anche mamma è debole. Abbiamo pianto insieme, e questo ci ha reso più forti di prima.
Ci siamo comprate un regalo, si sa quello aiuta sempre. Anche oggi la lezione di vita l’ho appresa da lei!