1 Settembre 2018

Ha senso rimanere insieme per i figli?

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CHISIAMO

Quando mi sposto da casa per più di qualche giorno, porto con me la macchina del pane.

Non è costosa, non è bella, non è indispensabile, ma quando faccio il pane e sento quel profumo al mattino, ogni cucina sembra cucina di casa.  È portare un pezzo di me, è fare famiglia, un’indole che credo di avere dentro, scritta nei miei cromosomi in modo inequivocabile.

Se avessi ricevuto un euro per ogni volta che ho sentito che dovevo pensare solo a divertirmi, dopo la chiusura di un rapporto così importante come il matrimonio, ora sarei ricchissima. Potrei comprarmi quell’atticchetto in centro, con vista sul Ponte del Diavolo, di cui ho sentito parlare oggi. Ma chi si porta la macchina del pane in treno, non è certo tipa da mojito e nottate in letti anonimi. Oppure magari può anche capitare, ma poi non succede quello che si vede nei film, con tanto di incontro fortuito da favola, e si ritorna a casa più vuoti di prima, con emozioni che riempiono l’animo di vuota tristezza. E non stiamo bene.

Libertà individuale significa fare quello che ci viene più naturale, per indole, senza soffocare il nostro io più vero. Ed è questo che dobbiamo prendere in considerazione, in questa seconda parte della nostra vita, dare spazio a chi siamo veramente e fregarcene altamente dell’opinione altrui.

Chi rimpiange una vita da single, se la conceda senza remore e la viva in modo sfrenato, almeno a week end alterni. Chi ha voglia di ritirarsi sul cocuzzolo della montagna e non vedere nessuno, lo faccia senza indugio, è una necessità di pancia. Chi non ha visto il mondo prenda la valigia e inforchi il primo aereo, prenotando un last second senza pensare alle bollette da pagare. Chi ha voglia di imparare a fare la maglia, prenda lezioni e non ascolti le opinioni della vicina che non sa nemmeno mettere un bottone e che lo considera un passatempo troppo old style.

Chi sono gli altri per dirci come dobbiamo vivere?

Cosa è giusto e cosa è sbagliato?

Abbiamo intrapreso il percorso che ci sembrava più convenzionale e più sicuro, nella nostra società occidentale, e si è rivelato un enorme fallimento che ci ha segnato più di quanto vogliamo far vedere. E le nostre insicurezze, di oggi, poggiano spesso le basi proprio su quel sogno che si è infranto. A qualcuno è rimasta una paura folle dei rapporti, quasi epidermica, e diventa difficile riuscire a rimettersi in gioco veramente e aver voglia di ricostruirne uno nuovo. Si finisce per far pagare a chi si incontra ora, i problemi di un matrimonio passato andato a rotoli con una persona diversa. Altri invece, in modo totalmente opposto, vogliono crederci a priori, innamorati dell’amore più che dell’individuo che hanno davanti, e vogliono vedere il bello anche dove proprio non c’è nulla da guardare. Ognuno con le proprie fragilità, proviamo ad affrontare questa vita senza istruzioni per l’uso.

Per guarire dobbiamo dare il giusto decorso a questa malattia. Prima c’è incubazione, che ci permette di capire che le cose non stanno andando davvero nel modo giusto. Poi arriva la malattia vera e propria che deve essere liberata in ogni sua forma primordiale: dare pieno sfogo a quello che ci pervade, senza tenere tutto dentro, con il rischio di implodere prima o poi fino a scoppiare. E solo quando finalmente ci saremo fatti travolgere dal dolore a dovere, poco certi della nostra sopravvivenza, saremo pronti a medicarci e guarire, e ricominciare a nostra volta, con gli anticorpi giusti e in modo più equilibrato e sereno. Mettendo noi stessi al centro di questa vita che ci ha tolto ogni piccola certezza.

In che direzione possiamo andare ora?

Ho letto da qualche parte che quando c’è una scelta importante da prendere si dovrebbe sempre lanciare in aria una moneta. Non tanto per far decidere al destino la nostra sorte, ma quanto per capire veramente cosa desideriamo, mentre la moneta volteggia in aria. Proprio in quel momento sapremo dove il nostro cuore vorrebbe essere. Dopo tanta sofferenza, dopo tanta fatica, dopo tante nottate insonni e troppe lacrime versate. Puntiamo tutto su quel desiderio e non lasciamoci condizionare dal nostro passato. Ci ha segnato profondamente ma siamo guariti, e non permetteremo che rovini i nostri sogni e la nostra voglia di vivere. Al contrario, faremo tesoro di quanto ci ha reso forti e persone nuove, pronte a ricominciare, prima di tutto da noi stessi

DIREZIONE

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