1 Settembre 2018

A volte mi domando quanto tempo ci voglia per riprendersi davvero dal divorzio

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Grembiulini spiegazzati che vengono dimenticati per casa e libri luccicanti che promettono pomeriggi di studio intenso. Lo zaino di pallavolo della maggiore ormai è parte dell’arredamento, tanto quanto l’anno scorso, e mi resta ancora da decidere la scuola calcio per il piccolo, visto che non c’è modo di schiodarlo da questa idea di essere il nuovo Ronaldo.

Settembre è arrivato dopo una estate piena di belle giornate e forti emozioni.

Credevo di essere ad una svolta importante della mia vita ma ancora fatico a concretizzare e spesso credo di essere ritornata al VIA, come in una partita di Monopoli. Pochi soldi, tiro i dadi e speriamo in un doppio sei.

Ancora un nuovo anno scolastico davanti, ancora i soliti noiosi problemi di lavoro che non riesco a risolvere, ancora questo senso di incompletezza.

A volte mi domando quanto tempo ci voglia per riprendersi davvero dal divorzio. Tutti dicono che servono anni, lo so, ma quanti esattamente ancora? Va bene, la pazienza non è il mio forte, e io vorrei tutto e subito. In più non ho voglia di buttare minuti in attese inutili e vuote. Il tempo è la mia ricchezza più grande e non ho intenzione di sprecarne nemmeno un secondo.

Mi guardo indietro e vedo quante cose sono riuscita a fare negli ultimi tre anni. Mi sembra di aver percorso un buon tratto di strada, in una direzione giusta per quanto riguarda la persona che sono adesso, ma non credo ancora di riuscire a fare del mio meglio e che mi manchi, ancora, quella marcia in più. Non emotivamente, visto che mi nutro di entusiasmo e caffè a colazione e che anche se la vita mi mette davanti qualche problema, ormai sono così abituata a risolverli che non mi scompongo più del necessario. Le mie settimane sono piene di interessi e di cose da fare e il tempo per annoiarmi non lo trovo proprio. Quando non c’è qualche amica da sentire al telefono o una mostra interessante da vedere, inforco il primo treno e scappo in qualche città vicina a respirare un po’ di aria nuova, densa di fermento e innovazione. Venezia è sempre magica. Treviso mi riporta alla gioventù. Udine mi fa sognare ad occhi aperti.

La vita familiare evolve. I miei figli sono grandi e hanno bisogno di me in modo totalmente diverso rispetto ad un tempo. La voglia di indipendenza prende giustamente il sopravvento e anche se ogni tanto mi ritrovo ad asciugare lacrime improvvise e a raccogliere indumenti dimenticati in bagno, mi rendo conto che ormai sono le ultime battute di una canzone che conosco. Stanno crescendo è inevitabile. A volte mi viene il desiderio di una nuova maternità, e questo sorprende anche me. Ne parlavo l’altro giorno con la mia amica che lotta con quelle malattie così stronze e improvvise che ti travolgono, ti obbligano ad un nuovo taglio di capelli e non ti fanno più dormire come una volta. Anche lei sente, paradossalmente il mio stesso desiderio. E’ come se avessi voglia di vedere quello che ti circonda attraverso occhi nuovi, innocenti, occhi pieni di speranze e voglia di scoperta, per nutrirti di questa energia e trarre più amore di quello che dai. E’ il desiderio di far crescere dentro qualcosa che è più grande di te e che sai che ti permetterà di metterti alla prova ancora una volta, tirando fuori il tuo meglio. E’ la voglia di vivere una magia piena, di sentirsi parte di una cosa così grande che ti pervade e ti fa sentire ancestralmente al tuo posto, così materna e femminile. La voglia di occuparsi di qualcuno e  questo “dare” che rimette in sesto anche te. Un nuovo inizio. Una nascita. Come se tutto avesse un senso e se si potesse restituire al mondo un po’ di bellezza. Ma di sicuro questo non è il momento giusto per pensare a queste cose e la nostra voglia di vita, in entrambi i casi anche se per motivi diversi, ora come ora è ovviamente una pura fantasia.

Un progetto, concreto. Forse è proprio questo che mi manca e vorrei che mi facesse battere il cuore. Potrebbe essere qualche spunto lavorativo che mi possa assorbire completamente e che magari mi riservi qualche bella soddisfazione, sempre compatibilmente con i miei orari familiari. Qualcosa in cui metterci l’anima e che possa riempire questa voglia di fare. Devo assolutamente tornare a correre, a rimettermi in forma, con un po’ di musica e l’aria fresca mi vengono spesso delle buone idee. Dovrei mangiare meglio e smetterla di comprare gli abbracci solo perché ne vorrei uno, improvviso, qui in cucina tra pentole e fornelli. Dovrei uscire di più e vedere bella gente, anche quando non ne ho tanta voglia. Fare un puzzle nuovo, pieno di blu che mi terrà impegnata la testa per settimane. Finire quel libro sul comodino. Smetterla di guardare Netflix come se non ci fosse un domani in maratone insane sul divano. Depurarmi dai social e iniziare a fare le parole crociate. Magari potrei imparare uno di quei paroloni alla Fusaro e farmi criticare da mia figlia come antica a ragion veduta.

E’ settembre e in questo inizio aspetto il mio Amore, quello vero e travolgente, che trova sempre il modo anche quando tutto sembra remare contro, quando tutto è illogico e irrazionale, basato su  presupposti non convenzionali ma che fa battere il cuore, forte, e rompe le barriere alte della mia paura. Vorrei viverlo e non sognarlo. Vorrei parlare ininterrottamente guardando l’alba del mattino, dalle vetrate di casa mia. Vorrei non perdere un minuto di una vita che rincorro e che a volte, penso amaramente, sia solo frutto della mia immaginazione. E’ così difficile rimettersi in piedi sulle proprie gambe dopo aver remato contro tutto e tutti e aver portato un bagaglio di critiche che ormai ci hanno pervaso e che ci è entrato dentro, anche contro la nostra stessa volontà. Abbiamo assorbito più di quanto eravamo in grado di metabolizzare.

Un tale diceva che accettiamo l’amore che pensiamo di meritare e io credo che dopo tutta questa sofferenza sia il momento di volerci bene e di permettere a qualcuno di avvicinarsi. Spesso siamo noi stesse le nostre nemiche più agguerrite e riusciamo a complicarci la vita più del necessario. Proviamo, un passo alla volta, con tutti i nostri timori e con il nostro bagaglio di sofferenza, ma possiamo darci una nuova possibilità. Proviamoci, in questo nuovo eterno inizio di settembre, mettiamolo tra i propositi, anche se con i nostri tempi lunghi e con il cuore in gola e magari, un giorno, potremo essere piacevolmente sorprese. E riprendere a sorridere anche più di prima.

SETTEMBRERINIZIARE 

 

 

 

 

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