1 Settembre 2018

Decidere di separarsi provoca dolore, scandalo, scompiglio

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Qualche giorno fa Valentina Catini in un articolo nel nostro blog  riportava il caso Weinstein, che i media continuano a riproporci in tutte le salse. Abbiamo le molteplici opinioni di Selvaggia Lucarelli, gli articoli delle varie testate scandalistiche, le parole di Luxuria e addirittura l’intervista di Cruciani a Rocco Siffredi che riporta con enfasi le parole della moglie, una donna con una visione della vita e dei rapporti sicuramente non convenzionale.

Ognuno di noi ha maturato un’opinione in merito a quanto è accaduto.

Chi si erge a paladino difensore delle donne e degli abusi che quotidianamente vengono inflitti e chi sostiene che forse l’attrice non sia esattamente la personificazione della ragazzina ingenua indifesa. Probabilmente ora, cavalca un’onda proveniente da oltre oceano che sta diventando davvero alta e imponente, un’occasione da sfruttare per risollevare popolarità e non solo.Quello che mi chiedo è quante volte ognuno di noi si sia ritrovato nella condizione di Asia Argento. Avere una grande occasione personale, non strettamente legata al mondo del lavoro, che può essere concretizzata solo scendendo a compromessi.

Non mi riferisco a situazioni borderline, di vero abuso, o a persone ridotte all’esasperazione per lavorare, ma a dinamiche molto più semplici, vicine ad ognuno di noi, che possono essere colte per semplificarci la vita, sfruttando la propria accondiscendenza. Una sorta di scorciatoia che permette, per una volta, di percorrere la strada più facile e non la più corretta.

I casi sono molteplici e lontani dal mondo patinato delle copertine e delle interviste sotto i riflettori.

Penso ai matrimoni ipocriti che si reggono sull’infedeltà reciproca e dove le apparenze sono tutto.  Situazioni familiari dove la menzogna è all’ordine del giorno ma durante le feste comandate l’ipocrisia regna sovrana e si mantengono intatte tradizioni familiari e finti sorrisi. In questi casi la paura di lasciare la propria vita sicura è angosciante e diventa prioritaria rispetto ad ogni principio di onestà. Non si riesce a sacrificare la certezza di un matrimonio, per quanto vuoto e insoddisfacente, di fronte alla coerenza personale e al rispetto verso se stessi e al proprio compagno.
Vengono sbandierati motivi professionali, soprattutto se i coniugi lavorano insieme, la presenza dei figli sempre troppo piccoli o troppo indifesi, oppure ancora situazioni economiche insostenibili. In verità ci sono solo persone che mentono sapendo di mentire e rinunciano a guardare il proprio rapporto di coppia per quello che è diventato. Non si rimettono in discussione, pur di mantenere il proprio status sociale a cui non vogliono assolutamente rinunciare.
Decidere di separarsi provoca dolore, scandalo, scompiglio, rimescola completamente le carte e puoi ritrovarti a ricominciare tutto da capo
. In questi casi il dubbio che queste persone stiano percorrendo la strada più facile, e non quella eticamente più corretta, è sicuramente fondato.

Penso alle famiglie divorziate dove il genitore assente copre questo vuoto colmando di regali i figli di cui si occupa marginalmente. Accettare un dono di questo tipo significa scendere a compromessi e accontentarsi di un oggetto materiale, più o meno necessario, per attenuare un senso di colpa. Il genitore che si comporta in questo modo cerca di comprare qualcosa che, almeno teoricamente, non ha prezzo ma il figlio che si piega a questo sistema, accetta un compromesso per soddisfare una propria esigenza. Sceglie di avere tutto e subito e di non rinunciare a qualcosa di immediato, fruibile e materiale per princìpi importanti ma astratti e poco tangibili. Quando pensi di comprare qualcuno con un oggetto allora la tua considerazione di lui e della sua capacità di scelta è davvero imbarazzante. L’attenuante della giovane età è ovviamente influente ma spesso rimane l’indice di un atteggiamento futuro. È nostra responsabilità educativa verso i figli, insegnare loro ciò in cui crediamo e portare avanti con l’esempio la nostra vita familiare.

Non è facile essere forti e coerenti davanti ai bivi della vita ma questo ci permette di essere persone sempre migliori. Non rimpingueremo il nostro conto corrente oppure non saremo particolarmente potenti ed influenti, ma credo che le cose che veramente contano siano ben altre, prima di tutto l’onestà verso se stessi e la forza di non aver ceduto ai compromessi di nessuno così da poter andare in giro, sempre, a testa alta, senza tante inutili lacrime di coccodrillo.

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