1 Settembre 2018

Come superare la separazione

Vota qui post

superarelaseparazione

Tutte le volte che ripenso a un freddo gennaio di qualche anno fa, mi chiedo come abbia fatto ad attraversare la bufera della separazione ed essere ancora viva.

Perché, parliamoci chiaro: non si esce mai indenni da un divorzio. Ci sono ferite che rimangono lì, impresse tra le pieghe della nostra anima. E ci vuole del tempo per far sì che si rimargino. Io ad esempio, oltre ad avere molte cicatrici, mi sono permessa di aggiungere alla mia vita qualche chilo di troppo e una maggiore consapevolezza. Ma questa è arrivata molto dopo. Prima, mi sono dovuta vivere tutte le conseguenze di questa scelta.

Ad ogni modo, quando mi volto indietro, quasi stento a crederci: ho ancora dei sogni e dei progetti da realizzare. Sono ancora io. Alquanto acciaccata, ma combattiva.

Possiamo raccontarci quello che vogliamo. Possiamo essere stati noi ad avere chiuso la relazione, ad aver sbattuto la porta per sempre senza ripensamenti. Oppure abbiamo nostro malgrado, dovuto accettare le decisioni di qualcun altro.

Ma in ogni caso, la valanga di sofferenza arriva sempre. O prima o dopo. E a quel punto occorre pazientare e aspettare che passi.  Quanto ci vuole non lo so. C’è chi in qualche mese si rimette in forma, si gonfia le guance, si cambia il guardaroba e in breve tempo è pronto per affrontare la sua nuova vita. E poi c’è chi ha bisogno, come dire, di prendersi tutto il tempo che occorre. L’importante è metabolizzare la sconfitta. Il dolore. La sofferenza. E accettarlo. Queste parole, che sembrano coì semplici scritte su un blog, sono in realtà, il passaggio più difficile che un separato debba riuscire a fare. 

Non so se esistono delle regole prestabilite per superare la separazione. Ognuno la metabolizza come meglio crede. Ma di certo, sono convinta che questi piccoli consigli possano essere fondamentali nel superare i primi tempi della separazione e le sue inevitabili conseguenze.

  • Non ascoltate mai chi parla senza sapere. Mi riferisco agli amici e ai parenti che nel cercare di aiutarci rischiano di peggiorare solamente la nostra situazione. Prima di tutto perché se non hanno vissuto la separazione non possono sapere come una persona si senta. Secondo, perché, dirci ad esempio che dobbiamo reagire ha su di noi esattamente l’effetto contrario. Voglio dire, non siamo diciottenni alle prese con la prima delusione d’amore. Siamo adulti che abbiamo visto sgretolare davanti agli occhi il nostro progetto di famiglia. Non abbiamo bisogno di maestrini con la penna rossa, ma di persone comprensive. Persone che sappiano starci vicine, senza necessariamente doverci dire cosa è giusto fare. Anche perché, ognuno di noi ha le sue personali reazioni. C’è chi va tutte le sere in discoteca, chi si butta a fare yoga e chi si chiude tra quattro mura a ingurgitare quintali di nutella.

E non è che una cosa sia meglio dell’altra. Lo è per noi. Per quello che decidiamo di fare, nel momento in cui attraversiamo uno dei momenti più difficili della nostra vita. Tutte le volte che qualche mia amica inizia a dirmi come dovrei comportarmi con il padre di mio figlio, il mio stomaco inizia a mandarmi messaggi non proprio tranquillizzanti. Zitti. Dovete tacere. Lasciateci in pace. E fateci lagnare per qualche mese. Alla fine, recupereremo le forze e saremo in  grado di rialzarci. Da quando ho sviluppato una sorta di indifferenza nei confronti dei tuttologi, vivo molto meglio e il mio apparato digerente, sentitamente ringrazia.

  • Dopo aver eliminato momentaneamente dalla nostra vita le persone che non ci aiutano, dobbiamo cercare di creare un network di persone che “ci capiscono”. Amiche fidate che hanno la sensibilità di capire come ci sentiamo, oppure nuove amiche che come noi, hanno vissuto la stessa esperienza. Condividere con qualcuno il proprio momento di difficoltà ci permette di ritrovare un po’ di serenità e di non sentirci totalmente sole e incomprese. Per chi invece, fosse circondato da mentecatti, c’è sempre il terapista. Lo paghi e dice tutto quello che vuoi sentirti dire. Quantomeno non peggiora la nostra situazione emotiva
  • Sulla scia del “rimettersi in forma” bisogna sempre cercare di trovare del tempo per noi. Ritagliarci del tempo per fare qualcosa che ci piace, che sia un sano sport o un hobby. Dicono che la corsa aiuti molto a scaricare il nervosismo. Ma anche lo yoga, la zumba, la pre puglistica. O anche il tiro al piattello. E se non siete degli sportivi potete sempre ritagliare del tempo per i vostri Hobby. C’è chi si dedica alla cucina, chi alla scrittura, chi al bricolage, chi alla pittura. Io mi dedico allo shopping. Cammino come una maratoneta tra le vie di Roma, spendo compulsivamente e quando torno a casa ho un fisico più asciutto e un conto anoressico. Ma l’endorfina è ai massimi storici. E questo mi basta. Non sono la figlia di Onassis se ve lo stavate chiedendo. Semplicemente mi basta girovagare per mercatini vintage con mio figlio e mi sento la donna più fortunata al mondo.
  • Ah l’amour. Questo tema per i separati è un po’ una spada di Damocle. Ormai lo vediamo e lo viviamo come una chimera. Capita che davanti alla televisione, davanti a un film romanticone strappa lacrime, nel profondo del nostro cuore, speriamo che prima o poi possa succedere di nuovo. Di trovare qualcuno in grado di cancellare tutte le nostre sofferenze, intendo. Non Ryan Golsing. Lui purtroppo è già preso. Ma facciamo qualcosa per rendere possibile tutto questo?

Ci mettiamo davvero nella condizione di conoscere veramente qualcuno? C’è da dire che di questi tempi, trovare un uomo che non appartenga alla razza aliena è piuttosto difficile. Quelli sposati sono fuori concorso, quelli liberi sono tormentanti dalla testa ai piedi e quelli separati sono come noi: impauriti. Ma la verità è che essendo disillusi tendiamo ad uscire più per noia che per volontà. Spesso siamo sfuggenti, altre volte siamo troppo presi dalle nostre problematiche per dare valore a chi abbiamo davanti. Altre ancora, ci buttiamo in una storia e dopo un mese pof. Il nostro sentimento svanisce come una bolla di sapone. E allora ci tormentiamo sul perché prima ci piaceva da morire e poi improvvisamente anche solo la presenza ci dia fastidio. Forse è perché non siamo pronti. Forse è perché quando si tratta di passare ad un livello di relazione più serio, la paura ci paralizza, come adolescenti alle prime armi. Dobbiamo avere pazienza. Perché quando sarà il momento giusto, ve ne accorgerete. E allora non avreste più alcun dubbio. E le paure svaniranno improvvisamente. Se però avete la malsana abitudine di frequentare solo gli psicolabili l’unica soluzione è la castità.

Ci sono psicologi che scrivono manuali interi su come superare la separazione. Perché lo paragonano ad una forma di lutto. Ovvio che sono due cose diversi. Ma emotivamente, l’impatto è comunque devastante.

Non sono una psicologa ma sono una separata. Da quattro anni. Ed ho attraversato tutto: la burrasca, il dolore, la sofferenza, le lacrime, la rabbia, la rassegnazione. Ci sono giornate in cui ancora mi sento completamente svuotata. Qualche senso di colpa aleggia nella camera da pranzo vuota e fredda. Ma se non fosse stato per le amiche care, la famiglia e le mie passioni, probabilmente ora non starei qui a cercare di prendere in mano la mia vita e sbrogliare la matassa.

Il tempo è per tutti, una cura micidiale. Certo, combattere ogni giorno con il proprio ex, non fa proprio bene alla sanità mentale. Ma c’è sempre la luce alla fine della tormenta.

E alle brutte, se vedete che questo tunnel è ancora troppo lungo, prendete le foto dei vostri figli, una bottiglia di vino ed aspettate pazientemente che tutto finisca. C’è sempre un momento, in cui la vita ci regala qualcosa di inaspettato. Ed è per questo, che non dobbiamo mollare.

condividi questo contenuto
condividi questo contenuto
Articoli correlati
3 Giugno 2022
Incidenti a scuola: di chi è la responsabilità?
19 Ottobre 2023
 L’Importanza del Tempo di Qualità nella Vita dei Genitori Single