L’invidia che ho per l’universo maschile non è riconducibile solo al mito di Freud, che sicuramente gioca un ruolo importante, ma non esclusivo.
Non è solo il desiderio di quei pochi centimetri in più, che gli uomini possono ostentare e manovrare a loro puro piacimento. I maschi, fin dalla più tenera età, hanno una innata propensione nel vivere serenamente che fa andare su tutte le furie ogni individuo in gonnella. Li vedi fin da piccoli, che iniziano a camminare e parlare più tardi delle coetanee. Capiscono subito che è inutile gareggiare fin dalle prime tappe evolutive per arrivare comunque agli stessi risultati in un tempo semplicemente ragionevole, senza ansia e senza brama.
Si perdono negli occhi di quella donna che li ha generati, che li nutre e che ad ogni vagito arriva in loro soccorso. Mangiano, dormono e si preoccupano di altre pochissime ed elementari funzioni vitali. Nella crescita socializzano facilmente con gli altri maschi che incontrano, senza sviluppare grosse manie di competizione e invidie insensate.
Appena scoprono l’esistenza della sfera rotonda, ogni loro energia è canalizzata lì, verso l’oggetto che muove una delle loro grandi passioni, fino all’età adulta. Considerano inutile essere multitasking, facendo una sola cosa alla volta e con un buon risultato. Si preoccupano la metà, rendono il doppio e sono felici in modo esponenziale rispetto agli impegni che si sono presi. Anche durante la crescita, ogni loro negazione corrisponde ad un no e un’affermazione non nasconde tranelli di alcun tipo.
Hanno gli occhi puliti, di chi pensa una cosa alla volta e non nasconde nulla di strano. E si fanno la metà delle paranoie del gentil sesso. In più non hanno l’incubo dell’estetista e della ricrescita dei peli nel novanta per cento del corpo. Non sono ossessionati da trucco e parrucco e quando devono scegliere che abito indossare per la prima uscita galante, anche se sono indecisi, possono stupire con poche semplici mosse. Se abbinano il maglione al colore dei loro occhi, ormai siamo già belle che innamorate.
Lo ammetto, più invecchio e più li invidio nel profondo.
Io passo le giornate a pensare, pensare, pensare. Anche a pensare di non pensare. Sono così logorroica con me stessa che mi sto sulle scatole da sola. Questa è una sensazione tipicamente femminile, non cercate nemmeno per un istante di capirla se il vostro corpo è composto per la maggior parte di testosterone allo stato puro (profondo sospiro).
Chi ha definito le donne dolcemente complicate è stato più clemente di chi ci ha etichettato come puramente lunatiche, influenzate fisicamente ed emotivamente come i licantropi. A volte ci sentiamo migliori perché riusciamo a fare più cose, spesso nello stesso momento, ma tanto non siamo felici lo stesso e quindi mi chiedo se ne vale veramente la pena. Innamorate dell’amore di cui riempiamo la nostra vita, nelle sue svariate forme. Chi per la famiglia da cui si sente sempre strettamente legata, chi ha i figli che scorrono nelle proprie vene, chi ancora ha un amico a quattro zampe da cui si sente capita più che da qualsiasi altro essere umano e a cui parla come un compagno. Chi investe tutte le proprie energie sul lavoro, come unica fonte di realizzazione e prima valvola di sfogo per questa voglia di fare e di realizzazione dirompente che non riesce a fermare.
Non possiamo cambiare la nostra natura e invidiarli non serve proprio a niente. Ma quando invece che essere in coppia, ci ritroviamo sole ad affrontare questa nuova vita, per quanto abbiamo fatto le pioniere e continuiamo a sbandierare la nostra solare indipendenza, credo che sia umano aver voglia della loro semplicità e di un po’ di quel calore. Non si ordina a colazione, non si riempie un vuoto con superficialitàà, ma credo che sentire un bisogno sia umano e naturale. La voglia di lasciarsi andare tra le braccia forti di qualcuno che possa farci sentire sicure e che, per un attimo, ci permette di abbassare le nostre difese, sempre così alte.
Andiamo avanti lo stesso, facendo del nostro meglio ogni singolo giorno, nonostante tutto e nonostante tutti. Non è detto che troveremo ancora qualcuno con cui condividere la nostra nuova vita, soprattutto quando eravamo così sicure di averlo già individuato. Ma non dobbiamo snaturare la nostra dolcezza e la nostra voglia di ricominciare anche quando sembra impossibile. Troveremo la chiave giusta per aprire questo portone che oggi non riusciamo ad oltrepassare. La nostra tenacia sarà la nostra forza e non dobbiamo smettere di crederci e di cercare, nonostante tutto e nonostante tutti.