Mamma, papà! Mi aiuti?” Quante volte abbiamo sentito dire (e abbiamo detto) questa frase. Da piccoli non ci facciamo nessun problema a chiedere aiuto, ma non appena diventiamo grandi le cose cambiano.
“Mamma, papà! Ce l’ho fatta da solo!” o “Lasciami! Ci riesco da solo…”E ancora: “Bravissimo! Ci sei riuscito da solo!” In questa seconda fase i bambini scoprono il piacere di riuscire da soli, di farcela, ma non sempre questa ricerca di autonomia risulta essere positiva.
Ma perché da adulti ci è così difficile chiedere aiuto?
Orgoglio: ce la facciamo da soli e non vogliamo condividere con nessuno ‘la gloria’ del superamento dell’ostacolo.
Vergogna: non vogliamo che altri sappiano che non riusciamo a risolvere un problema. La richiesta di aiuto è spesso vista come segno di debolezza.
Non ammettere di avere un problema. Un esempio tipico è quello delle persone alcolizzate che finché non riconoscono di esserlo non possono essere aiutate a curarsi. Senza raggiungere questi estremi possiamo trovare persone che non ammettono di trovarsi in gravi situazioni economiche, o ancora più semplicemente non essere in grado di aiutare i figli a scuola e avere bisogno di un supporto esterno.
Paura del ‘no’. Se chiediamo aiuto c’è la possibilità che la risposta dall’altra parte sia ‘no’, e quel no potrebbe riportare al punto 2: la vergogna o la paura del giudizio degli altri, in un momento in cui siamo deboli e vulnerabili.
Per chiedere aiuto bisogna essere abbastanza sicuri di noi stessi, e saperci fidare della persona a cui chiediamo aiuto.
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza ma di coraggio! Aiutare qualcuno è meraviglioso, ma anche lasciare che ci aiutino non è da meno.