1 Settembre 2018

L’educazione ai tempi dei Genitori Single

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Bambina

Prendo spunto da questo articolo di Massimo Gramellini e dalla sentenza di un giudice cagliaritano di buonsenso uscito su “La Stampa” 

”A Cagliari un giudice ha assolto la maestra elementare Giuseppina Pianu dall’accusa di maltrattamento per avere osato sgridare uno scolaro davanti ai compagni.

Secondo i genitori del bambino, e purtroppo anche secondo il pubblico ministero che aveva chiesto sei mesi di reclusione, la sfuriata magistrale avrebbe procurato dei disturbi ansiogeni nel piccolo allievo. Ma non sarà che stiamo costruendo una società di dissociati? Scaraventiamo i ragazzi in un mondo del lavoro giudicante e ipercompetitivo, dominato dal principio di X Factor: uno su mille ce la fa.

Li facciamo crescere sotto una campana di vetro e qualunque manifestazione di autorità estranea alla famiglia – dall’insegnante che mette una nota sul registro all’arbitro che nega un rigore nel torneo parrocchiale – viene considerata un sopruso intollerabile per il buon nome della casata e uno sbrego alla loro personalità di carta velina.

Tra qualche anno i genitori di quel bambino accuseranno di maltrattamento anche la prima ragazza che lo lascerà e l’oscuro tizio delle Risorse Umane che gli negherà un lavoro?”

Per quanto riguarda i genitori single, c’è da dire una cosa in più, siamo sempre alla ricerca della perfezione, cerchiamo di tutelare i nostri figli dalla sofferenza per la separazione, li riempiamo di attenzioni per non fargli sentire la mancanza dell’altro genitore, li riempiamo di regali per non farli sentire meno fortunati degli altri bambini, li giustifichiamo più degli altri bambini perché soffrono.

Ho sentito centinaia di queste giustificazioni, ho visto costruire campane di vetro immense per isolare il più possibile dalla realtà, ma quello che non sappiamo è che li rendiamo fragili, insicuri e deboli così facendo.

Pensiamo proprio al citato X Factor, chi sono le persone che emergono? Quasi sempre persone che hanno avuto una vita dura, che hanno vissuto giorno dopo giorno nell’incertezza e talvolta nel dolore. I film su quali storie si basano? Sulle biografie di persone che hanno lottato, persone disperate che si sono riscattate o che comunque hanno fatto qualcosa per differenziarsi. Non dico di far crescere i nostri figli a pane e acqua e di rovinargli la vita per renderli forti, anzi, sono io la prima a viziarli talvolta, ma cerchiamo di fargli capire con amore che la vita è fatta anche di no, di alti e bassi, di rifiuti, di abbandoni, è fatta di speranze infrante, di amori vani, è fatta di incontri magici che si rivelano poi sbagliati.

Non facciamo del nostro essere separati una crociata protettiva verso i nostri figli. Lasciamoli capire, lasciamoli giudicare e perché no lasciamoli piangere. Cerchiamo di forgiare bambini che sappiano esprimere un giudizio senza paura, e che se sono convinti di avere ragione, combattano per portare avanti la loro idea, insegnando loro ad analizzare però tutti i punti di vista, e soprattutto spieghiamogli, che nulla gli è dovuto

Bambine

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