1 Settembre 2018

Non sopporto mio figlio e la sua ribellione adolescenziale

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Non sopporto mio figlio e la sua ribellione adolescenziale

Cinque consigli per provare a comunicare

Avete mai pensato: “non sopporto più mio figlio?” Se è capitato anche a voi probabilmente troverete molto utile questo articolo sennò accetto il rischio di prendere qualche ‘non mi piace’!

Cosa si può fare quando nostro figlio è particolarmente antipatico? Talvolta i figli attraversano una fase difficile e ce lo dimostrano diventando insopportabili.

Il bello è che noi i nostri figli li amiamo sempre e faremo qualsiasi cosa per loro, e quindi vediamo come stargli accanto in questo periodo transitorio di irrequietezza.

Vediamo un po’ come affrontare i nostri amati figli in modalità goblin:

Non chiedete ‘c’è qualcosa che non va?’ 

Spesso la risposta alla domanda: “oh amore ma hai qualcosa?’ è “non ho niente mamma non rompere”

Mi rivolgo ora alle donne, ma ormai lo sanno anche gli uomini, che quando diciamo “non ho nulla” è proprio lì che c’è un vulcano che sta per esplodere  e sappiamo anche benissimo che con noi stesse se uno va diretto al punto non funziona il più delle volte, o sbaglio?

Vorremmo che chi ci sta accanto trovasse il modo di arrivare a vedere cosa bolle dentro di noi, ma il nostro sogno è non doverglielo dire direttamente ma far sì che ci arrivi da solo dai segnali che emaniamo.

È vero o no? Una canzone recitava così:

Ma nascondiamo del dolore

Che scivola, lo sentiremo poi

Abbiamo troppa fantasia, e se diciamo una bugia

È una mancata verità che prima o poi succederà

Cambia il vento ma noi no

E se ci trasformiamo un po’

È per la voglia di piacere a chi c’è già o potrà arrivare a stare con noi

siamo così, Siamo così, dolcemente complicate,

sempre più emozionate, delicate…

Io penso che tutti vorremmo trovare una persona, che sia la mamma o il papà che ci possa leggere dentro senza dover dire a voce alta ammettendolo a se stessi: “mamma, sono follemente innamorato di una che pensa che sia uno sfigato, e mi faccio schifo” non è facile dirlo a voce alta, e quindi la domanda “amore hai qualcosa che non va’ direi di saltarla a piè pari perché la risposta sarà ovviamente “no”!

Ma invece di pensare a capire quale sia il problema, proviamo ad entrare in connessione con loro.

Avete presente cosa significhi provare a navigare sul tablet senza essere connessi al wi-fi? Non è possibile, e se vostro figlio è connesso e voi no non è possibile dialogare, giusto? Quindi prima cosa trovare un metodo di connessione, ma senza diventare leccaculo! Cosa intendo? Se voi mamme non avete mai seguito il calcio non è che all’improvviso potete diventare interessatissime e mettervi a fare le solite domande idiote durante la partita che irriteranno ancora di più vostro figlio, trovate qualcosa di un po’ più subdolo,  tipo se lui gioca sempre ad un gioco al telefono scaricatevelo ed iniziate a giocarci , ma davvero non per finta, quando vi sarete davvero appassionate potete chiedergli alcune informazioni sul gioco, dicendo che lo avete scaricato per caso e ora vi siete totalmente immersi nel gioco, ma non sapete come fare una cosa o l’altra!

Fare i genitori è un lavoro!

E molte volte richiede tempo, trovare la strategia giusta per creare connessione è il primo passo per creare un dialogo!

Prendete atto che forse non si può far nulla

Per gli adolescenti i problemi sono spesso insormontabili, vedono il fatto di non piacere alla ragazza dei loro sogni o di non avere il fisco che vorrebbero come un problema insormontabile, e se ripeschiamo nei nostri ricordi ci affiorerà quella sensazione che si riassume con: “la vita fa schifo, questa città fa schifo, io faccio schifo”.

Ecco in questo caso, non è che noi mamme e nemmeno i papà potremmo risolvere i loro problemi, odiavo letteralmente quando mia mamma mi diceva frasi del tipo: “ma guarda che fra qualche mese di questo problema non te ne ricorderai nemmeno”,  mentre io continuavo a versare fiumi di lacrime e te osi sminuire il mio problema? Arrivai a pensare le peggio cose di mia madre! Quindi, cari colleghi genitori, prendiamo atto che probabilmente non possiamo risolvere il problema che li affligge, e che anzi, è bene che affrontino questi primi problemi da soli perché li fortificheranno per il domani, quello che dobbiamo fare noi sapete che cosa è? Dirgli: “guarda sei odioso, scontroso, quasi un mostro, e il fatto di essere mio figlio non ti autorizza a trattarmi da stronzo (buttargli là una parolaccia giusto per attirare l’attenzione!) io sono qui e ci sarò sempre anche se tu dovessi diventare ancora peggio di così. Mi dispiace vederti soffrire e so che non posso fare nulla per aiutarti, ci sono passata anche io e so che in questa fase vuoi affrontare tutto da solo, ma ci tengo solo a farti sapere che ci sono, che sono proprio qui accanto a te, ma che ora questa sensazione che hai dentro sta mirando a costruire l’adulto che sarai, sono fiera di te

Disciplinare i comportamenti eccessivi

Per quanto possano essere odiosi e ribelli non dobbiamo permettergli di trattarci troppo male, la risposta acida ci sta, la porta sbattuta ci sta, ma se la situazione dovesse degenerare riprendiamo le redini in mano e tiriamole con forza. Ricordatevi che loro in questo momento sono cavalli imbizzarriti e il più delle volte sragionano. Quindi, non abbiate paura di dargli una bella punizione se ce n’è bisogno, e se anche una volta chiusi in camera senza cellulare si comportassero come i tossici al centro di riabilitazione, voi resistete, resistete, resistete. Fare il genitore è un lavoro massacrante, ma è importante che capiscano che c’è un limite alle cose che fanno. Se servisse, e potete permettervelo, potete optare anche per un gesto estremo, tipo lanciare il loro cellulare dal balcone (magari controllate che non ci sia nessuno) questo scatenerà le ire degli inferi dentro a vostro figlio, ma magari contribuirà a fargli capire di non fare più lo stronzo con voi!

Se ti vuoi comportare da adulto allora sii adulto

Una frase che mi colpì molto quando ero piccola fu quella che il padre di una mia amica alle medie le disse quando la beccò a fumare: “vuoi essere adulta e giocare a fare la grande? Bene allora fai l’adulta per davvero non disse altro e andò via, noi ridemmo, ma quando la mia amica tornò a casa trovò camera sua completamente vuota, erano spariti tutti i giochi, le amate barbie, i poster dall’armadio, la scatola dei costumi di carnevale svuotata, tutto sparito. Al posto dei giochi un foglio, con una lista di compiti da svolgere giornalmente, dal fare la lavastoviglie e rifarsi il letto, fino a fare la spesa per quello che riguardava la sua alimentazione, nessuno in casa le avrebbe più preparato da mangiare.

Fu un po’ drastico in effetti e devo dire che all’inizio fu anche una bella sfida, ma poi mi ricordo che un giorno tornò a casa piangendo dicendo: “voglio tornare bambina”. Questa cosa mi ha molto colpito, perché tutti noi in realtà vorremmo tornare a non avere preoccupazioni, qualcuno che ci cucina, ci lava, ci stira, ci rifà il letto e ci fa trovare

Iniziate a far finta di nulla

Qualche volta con le persone depresse l’unico modo per aiutarle è non fare assolutamente nulla per loro, se non mangiano si tende a preparargli da mangiare, se non si lavano si tende ad invitarle a lavarsi e così via. Si cerca di accudirle e di servirle per evitare che ad esempio muoiano di fame. Ora, se vostro figlio soffre di depressione rivolgetevi a qualche professionista, ma se è solo depresso da problemi adolescenziali, provate a lasciarlo stare. Smettete di cucinare per lui, uscite magari lasciandolo senza cena, si arrangerà qualcosa in casa c’è sempre no? Non fategli la ricarica del telefono e potrebbe essere un buon metodo di dialogo, del tipo: “tu cosa fai per aiutarmi creatura angelica del firmamento? Nulla, ecco io non ho tempo né modo di farti la ricarica!” Lo so che a primo impatto sembrano sistemi drastici e rigidi, ma i figli hanno spesso di bisogno di trattamenti shock per riprendersi, e ricordatevi che per quanto inveiscano e ci trattino male, o ci dicono cose brutte, prima o poi rinsaviranno, e capiranno che lo abbiamo fatto per il loro bene

Concludo con un video che trovo geniale e che spiega al meglio in pochi secondi cosa può voler dire comportarsi come loro, fronteggiarli senza lasciarsi sopraffare, come dicono loro “l’attacco è la miglior difesa”. Buona genitorialità a tutti!

 

 

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