1 Settembre 2018

Adolescenza vissuta da genitore: la guida per sopravvivere

Vota qui post

Figlie allo specchio

MAMMA E FIGLIA TEENAGER

Ha avuto una trasformazione incredibile, dovuta al mix tra la folle separazione dei genitori e l’inizio dell’adolescenza. Questa doppia casa, doppio genitore, doppie regole e doppia confusione, hanno sviluppato in lei una capacità di adattamento incredibile, valutando al volo le occasioni da cogliere in ogni circostanza

Gira per casa come se fosse unospite di uno splendido hotel a cinque stelle. Il bagno è la sua vera stanza privata, ci passa ore e si spazzola i capelli di continuo. Non ha ancora iniziato a truccarsi, ma credo che manchi poco al traguardo. E’ alta quanto me. Si nutre di Nutella e non ingrassa di un etto. Gioca a pallavolo e chiede di andare in centro con le amiche.

Osservare mia figlia crescere è incredibile.

È la primogenita, sono diventata mamma insieme a lei. Spesso penso a quando era piccola, alla prima volta che ha pronunciato il mio nome, ai suoi passi incerti e a quando le ho insegnato ad andare in bicicletta. C’ero il primo giorno di asilo, quando sono uscita con il magone in gola e lei era in lacrime. C’ero quando ha messo il grembiulino nero.

Ora la guardo e mi chiedo, sorridendo, se veramente è la stessa persona.

Ha avuto una trasformazione incredibile, dovuta al mix tra la folle separazione dei genitori e l’inizio dell’adolescenza. Questa doppia casa, doppio genitore, doppie regole e doppia confusione, hanno sviluppato in lei una capacità di adattamento incredibile, valutando al volo le occasioni da cogliere in ogni circostanza. Ha degli atteggiamenti in cui fatico a riconoscere quella bambina, segno che forse sta diventando una piccola donna, con sue caratteristiche peculiari e che non hanno niente a che fare rispetto a quello che io mi aspetto da lei.

Credi di conoscerli perché li hai partoriti, ma poi ti sorprendono con effetti inaspettati.

E le sorprese sono spesso difficili da gestire.

Mia figlia parla un linguaggio sconosciuto.

A otto mesi diceva mamma e io ne ero orgogliosissima. Ammetto di aver fatto una pressione non da poco, ripetendo le cinque lettere almeno un miliardo di volte al giorno, ma la soddisfazione quando ho sentito pronunciare dalla sua bocca quella parola, non ha avuto paragoni. Prima dei due anni sapeva leggere i numeri e contare fino a dieci. È’ andata in asilo e già scriveva senza difficoltà.

Ora il suo vocabolario conta all’incirca venti parole. Forse venticinque se consideriamo anche le espressioni onomatopeiche.

Non capisco a cosa si riferisce quando cita cantanti e youtuber dai nomi improponibili. Fare un discorso organico con soggetto, verbo e predicati vari sembra a volte un’impresa. E’ tutto un cioè insieme a mille puntini di sospensione

Mia figlia ha un telefonino più moderno del mio.

Le è stato concesso soprattutto per permetterle di contattare mamma o papà senza l’intromissione del genitore di turno e per monitorarla negli spostamenti quando si muove da sola per la città. Direi che tutte le applicazioni che trovo sul cellulare non sono finalizzate a questi nobili scopi e mi chiedo anche dove scova tutte queste novità tecnologiche. Ho messo regole abbastanza severe sull’utilizzo del cellulare, ma basta abbassare leggermente la guardia che comunque ha il naso incollato allo schermo. È abituata a scrivere utilizzando abbreviazioni e di questo ne risente anche la sua proprietà di linguaggio. Ringraziando il cielo, almeno legge molto e qualche zona remota del cervello dovrebbe essere stimolata. Non capisco comunque come possa utilizzare il cellulare per qualsiasi cosa, dalla musica alle foto, dalla calcolatrice ai video, ma mai per telefonare. Al massimo arriva un messaggio vocale di cui si capisce poco.

Mia figlia vuole essere popolare e alla moda.

Sicuramente è colpa della legge di Murphy: se giochi a fare la mamma no global, ti ritrovi la figlia identica a Sharon Zampetti. Rimpiange l’auto anche in estate, compra le scarpe che piacciono a tutti, non si taglia i capelli per paura del giudizio altrui e vuole partecipare alle feste più belle della classe. Alcuni suoi comportamenti sono perfettamente accettabili e legati alla tenera età, ma altri mi preoccupano. Non le ho assolutamente insegnato a fare qualsiasi cosa per essere accettata dagli altri, ma anzi l’ho sempre stimolata a cercare la propria strada e circondarsi di persone che la facciano star bene, nonostante la diversità. Per il momento faccio l’abbonato con il biglietto in prima fila e cerco di facilitare le uscite con le amiche che mi sembrano più tranquille, ma alla fine comunque la scelta resta nelle sue mani. Le diamo fiducia?

Mia figlia è iper tecnologica.

L’altro giorno l’ho vista in camera che scimmiottava a ritmo di musica e ho scoperto questo nuovo giochino simile ad un karaoke. Musically, un’applicazione dove tutti diventano star del piccolo schermo per pochi minuti e sono iper connessi con gli altri.
Io sono sbarcata nel magico mondo social circa dieci anni fa, loro ormai li utilizzano con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua. Ho paura di non riuscire a restare al passo con i tempi, di non capire cosa mi capita sotto il naso. Fisicamente mia figlia è qui in casa, virtualmente non sono sicura di sapere sempre con chi si trova.

Mia figlia è… mia figlia!

Non la capisco sempre e mi rendo conto che ciò è dovuto anche al gioco delle parti: sono un genitore, non la sua migliore amica. Sommiamo anche il fisiologico salto generazionale, che devo metabolizzare insieme ai capelli bianchi, mascherati dalla mia astuta parrucchiera.

Non sempre riesco a capire cosa frulla in quella testolina, così la guardo dritta negli
Grandi, marroni, espressivi.
Pieni di vita.
Disorientati ma curiosi.
A volte spavaldi, a volte troppo furbi.
Cercheranno la direzione che sembra più giusta e la porteranno a vedere il mondo.
Se avrà bisogno di me, dovrà solo girare la testa e guardare un passo in dietro.
Altrimenti la vedrò camminare e allontanarsi, imboccando la sua strada, prendendo in mano la sua vita e lasciandomi la piena sensazione di averle insegnato tutto ciò che ho potuto.  

FIGLIAGENITORISEPARATI

 

condividi questo contenuto
condividi questo contenuto
Articoli correlati
3 Giugno 2022
Incidenti a scuola: di chi è la responsabilità?
19 Ottobre 2023
 L’Importanza del Tempo di Qualità nella Vita dei Genitori Single