1 Settembre 2018

“Per dieci minuti” di Chiara Gamberale

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per dieci minuti chiara gambirale

Le idee più brillanti sono sempre le più semplici

Questo libro parla di me.

E di te.

E di lei, lasciata dal marito.

Lui telefona da Dublino per dire che non torna più, il mio e il tuo invece hanno discusso e urlato ogni sproposito in preda alla rabbia più nera oppure hanno lasciato la casa sbattendo la porta, non tornando più. Uomini che si allontanano e lasciano la nostra vita così vuota, con troppo spazio libero e che riusciamo a riempire solo con lacrime e nottate insonni sul divano.

A guardare questo insopportabile soffitto.

E pensare… pensare… pensare…. pensare in continuazione senza riuscire a staccarci dalle solite idee nemmeno per un attimo.

Un chiodo fisso.

Chiara è una di noi, che si ritrova alla soglia dei quaranta con un matrimonio finito, un lavoro da scrittrice che tentenna con un romanzo che non decolla e una rubrica sospesa, e tanta voglia di ricucire questo stupido scherzo che la vita le ha riservato e tornare alla sua realtà di donna sposata. Aspetta la telefonata di scuse da quel marito che l’ha accompagnata dai tempi della scuola e sogna di perdonarlo e di riprendere dal punto esatto in cui tutto si era stupidamente interrotto. Rifiuta la sua nuova situazione e ne ha paura, perché il mondo in cui si ritrova non lo conosce, non lo capisce, non riesce ad orientarsi. Sembra tutto troppo difficile da fare in prima persona, tutto così faticoso per una donna senza un uomo al proprio fianco e lei si sente tanto sola.

Come me.

Come te.

Iniziano così i suoi incontri settimanali con la terapista, come da manuale, e le viene proposta un’idea molto semplice: provare un’esperienza nuova, ogni giorno, per almeno dieci minuti. E qui si snoda il racconto, con trenta giorni di “terapia dei dieci minuti“in cui Chiara si rimette in gioco e inizia a vivere la propria vita, entrando in contatto con persone nuove, prima di tutte se stessa.

Comincia a conoscere il quartiere in cui vive, i commercianti che la vedono passare tutti i giorni e scopre alcuni lati del suo carattere di cui ignorava l’esistenza. Riflette contestualmente sul suo percorso e sul rapporto d’amore con il marito, mettendo almeno alcuni dei puntini sulle “i” che non riusciva ancora a trovare. Chiara porta a termine la sua terapia e scopre lo spiraglio di una possibile nuova vita, dove abbattere i suoi schemi mentali ed emotivi consolidati e poter dare spazio ad una nuova Chiara.

Io credo che non sempre siamo noi a scegliere i libri, a volte sono loro che ci trovano. Io non lo stavo cercando ma nel marasma della mia cocciuta ricerca di un testo che ancora non riesco a trovare, mi ha attirato la copertina, azzurro cielo, in una versione economica perfettamente abbordabile. L’ho letto in un soffio, divorando le pagine e rimanendo allibita di come il racconto sia estremamente aderente alla vita di tutte noi, donne a metà. E i miei pensieri intimi, imprigionati qui dentro e per i quali a volte fatico a trovare le parole giuste per esprimerli, in questo libro trovano una semplicissima ed acuta esemplificazione. L’ho sottolineato in moltissimi paragrafi, dall’inizio alla fine, ho messo i miei appunti a bordo pagina, l’ho portato ovunque.

Odora di treno, di mare, di letto occasionalmente condiviso e di divano, con gli occhi fissi sul soffitto. Come sempre.

Ve lo consiglio perché leggendolo vi sentirete meno sole nel vostro naturale dolore e capirete che questo gioco-non gioco dei dieci minuti è alla portata di tutti, nella piccola quotidianità, basta solo la voglia di provarci e la curiosità di vedere cosa succede. Oppure serve un terapista bravo che vi convinca a farlo.

Cerchiamo di tenere a bada la nostra paura, che forse ci farà compagnia ancora per tanto tempo, ma pensiamo che il meglio sia in tutte quelle esperienze che ancora non abbiamo fatto.

Allora, cosa stiamo aspettando?

  Photo by Alice Donovan Rouse on Unsplash

 

 

 

 

 

 

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