1 Settembre 2018

Come affrontare le difficoltà di un divorzio?

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Discussioni Infinite

Bambinoseparato

Mi preparo ad andare ad un matrimonio. Di quelli belli, romantici, dove lui e lei si  conoscono dieci fa, si piacciono e si amano ma poi si perdono di vista e ognuno porta avanti la propria vita, pensando di non incontrarsi più. Poi si ritrovano a distanza di dieci anni, si capiscono ancora al volo e si amano,  più di prima. E anche se ne frattempo lei ha avuto una figlia da un uomo che non fa più parte della sua vita, lui non si spaventa ma anzi, con maggiore impeto e con il coraggio che allora gli mancava, decide di sposarla. Quella bambina, con due occhi grandi così e una voglia di famiglia forse ancora maggiore a quello della madre, sarà la damigella di questo matrimonio. Io davanti a storie così mi sciolgo senza ritegno e non vedo l’ora di andare, in prima linea, a tirare il riso e a mangiare confetti. Nonostante la mia esperienza personale, fallimentare in tema di abito bianco, e anche se alla fine mi verrebbe da chiedere se hanno fatto un contratto prematrimoniale, invece che informarmi sul bouquet della sposa.

Non c’è niente da fare, dopo un divorzio rimane sempre un po’ il retrogusto amaro, anche per le inguaribili romantiche come me. Soprattutto perché se ci sono figli nel mezzo, le cose si complicano sempre quanto basta. È difficilissimo crescere questi ragazzi, con tempi scanditi a ritmo di musically e con esigenze sempre maggiori. In più, quando non c’è unità di coppia, prendere decisioni importanti che riguardano i figli, diventa un vero gioco da equilibristi.

Da una parte c’è l’ideologia educativa personale che, in quanto genitori, portiamo avanti e sosteniamo in modo ineccepibile. Insomma abbiamo circa una quarantina d’anni, chi più e chi meno, e un po’ di spina dorsale l’abbiamo sviluppata, almeno negli ultimi tempi, visto che tra giudici e avvocati anche il più fragile di noi si è dovuto corazzare.

Dall’altra le spinte indipendentiste dei figli, che in confronto la Guerra di Secessione sembra una passeggiata. Quando ottengono un pomeriggio al parco con gli amici, dopo poco ti chiedono di uscire anche nel tardo pomeriggio e in batter d’occhio ti chiedi come sia possibile che preparino il borsone per dormire fuori casa, visto che tanto è estate e non c’è l’impegno scolastico. Un attimo prima li porti dalla parrucchiera di famiglia e dopo poche settimane ti chiedono di colorarsi i capelli di grigio come quella famosa youtuber così tosta. E nel frattempo un ciuffo argento naturale spunta proprio a te, dietro la nuca, senza bisogno di tanti artifici.

Un altro tassello importante è rappresentato dall’ex, che non è solo stato il nostro grande amore infranto, ma ora riveste il ruolo di genitore con una foga mai vista in tanti anni di matrimonio. Magari è proprio quello con cui i figli vivono marginalmente e, nonostante l’impeto con cui giustamente sostiene le sue teorie educative (ovviamente opposte alle nostre)  non si rende conto di una marea di cose, proprio per il tempo relativo a sua disposizione.

In questa fase di crescita dei figli non è solo una questione di qualità dei momenti trascorsi insieme, ma anche una necessaria quantità di tempo al di sotto della quale si perde proprio il contatto reale con loro. I ragazzi crescono velocemente e sviluppano una personalità a volte difficile da capire anche per chi ci vive sotto lo stesso tetto, giorno dopo giorno.

Subentra anche un profondo senso di insicurezza personale dell’adulto che vuole avere il controllo su tutto e vuole tenere questi figli sotto una campana di vetro ottenendo l’effetto  esattamente contrario, di ribellione assoluta, che a lungo andare è ovviamente controproducente e scatena discussioni senza fine.

Aggiungiamo anche l’inspiegabile fenomeno del prosciutto sugli occhi per cui si vedono questi figli sempre troppo piccoli e indifesi contro un mondo malvagio e cattivo e che necessariamente devono essere protetti ad ogni costo. Così gli ex mariti si trasformano in paladini della giustizia incontrollata e combattono contro il male, spesso impersonificato da una donna in gonnella troppo permissiva.

I figli di queste famiglie allargate hanno invece una forza e una voglia di indipendenza maggiore dei coetanei. Hanno sopportato situazioni pesanti per la loro età e si sono fortificati, sviluppando una capacità di organizzarsi negli spostamenti e di adattarsi ai cambiamenti davvero invidiabile. Il loro futuro è fatto di un mondo con confini molto più ampi dei nostri e con una sana disillusione nelle relazioni che li porterà da un lato, purtroppo, ad essere meno romantici e più cinici, ma dall’altro permetterà loro di concentrarsi in modo molto più realistico e sano su se stessi. Avranno imparato che raramente funziona il “per sempre” sia per quanto riguarda tutte le relazioni interpersonali che per altri mille aspetti della vita di tutti i giorni, come il lavoro, e che nella vita il cambiamento è all’ordine del giorno.

Saranno figli a cui abbiamo trasmesso i valori in cui crediamo ma che aiuteremo a fare crescere e volare lontano perché abbiamo provato sulla nostra pelle che non si può trattenere mai nessuno. Ancorandoli a noi, alla nostra vita e tenendo troppo stretta la loro mano noi saremo più tranquilli ma non faremo mai il loro bene.

La vera difficoltà del divorzio non è chiudere un rapporto sentimentale che sembrava fondamentale per la nostra vita, che sicuramente ci ha lasciato con il cuore in mille pezzi e una enorme fatica nell’andare avanti i giorni. Ma il vero scalino da affrontare è la reale capacità di crescere figli insieme senza amarsi più. Avere la maturità di coltivare un rapporto che non è più di coppia ma solo genitoriale e conciliare la nostra diversità personale, che ha portato proprio alla dissoluzione del matrimonio, per uno scopo comune: l’educazione dei figli.
Con loro c’è un legame di sangue, indissolubile, che esula da ogni altro tipo di rapporto. Mette in primo piano la nostra capacità di amare incondizionatamente, dare senza riserve, e che ci insegna che per il bene di chi amiamo veramente dobbiamo essere in grado di fare la cosa giusta, non la più facile.

 

musically

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