A mia figlia,
Non so come sia accaduto, eppure, ti ho perso! Non sei più nei miei giorni, nella nostra casa, nel mio sguardo: ti cerco e non ci sei!
Hai scelto di non parlarmi e di non vivermi! Ed allora tutta quella vitalità che avevo dentro, tutte le mie attenzioni verso di te, la mia stessa ragione di vita che eri tu, ad un tratto sono svanite ed io sono diventata un genitore diverso, un Genitore Ombra!
Come è stato possibile? La mente mi attanaglia e la gola mi si stringe! Le notti diventano ostacoli troppo grandi davanti al ricordo degli infiniti giorni trascorsi insieme.
Ripenso al turbinio della separazione, a quanto hai sofferto mentre io e tuo padre eravamo intenti a tessere le nostre strategie di attacco e difesa. E tu eri lì; atterrita osservatrice!
Ne siamo usciti senza calcolare il danno più grosso, non quello fatto a noi ma quello lasciato sulla tua pelle, amore mio! E adesso è tardi, sei andata via chiudendo la porta del cuore! Non ci sono telefoni, strade, indicazioni per raggiungerti.
Ed eccomi qua, un genitore che diventa l’ombra di se stesso, non c’è dolore più grande al mondo! Una realtà per me sconosciuta che ho imparato a conoscere, la realtà di tanti genitori che inconsapevolmente si ritrovano nel vuoto e se scavo in questa realtà scorgo verità sconcertanti.
Padri e uomini soli che non riescono più a parlare con i loro figli e se ne allontanano portando nel cuore uno sconforto indicibile, madri rifiutate e sole che vivono aggrappate al cellulare o ad un segnale che le faccia sentire di nuovo vive!
Scavando scopro che queste voragini hanno avuto inizio da un’unica causa l’incomunicabilità e l’incapacità di chiedere perdono!
Perchè è da qui che bisogna partire senza per questo sentirsi inferiori o menomati come genitori. E allora: perdonami figlia mia se quando avrei dovuto proteggere te ero intenta a difendermi, se non ti ho rassicurato come avrei dovuto, se nel mezzo della tempesta ti ho dimenticata!
Ecco oggi voglio piantare questo seme, squarciare il buio dell’oscurità e aprire un varco tra me e te. Io starò qui ad aspettarti, aspetterò che quel seme germogli, che dall’oscurità nasca un bagliore che il tuo cuore si rivolga al mio chiamandomi di nuovo Mamma.
Se sei anche tu un genitore ombra non sentirti solo condividi con noi la tua esperienza ad [email protected]
Giovanna Casolaro
Redatrice e scrittrice