1 Settembre 2018

Sorridere ogni giorno, nonostante tutto

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donne

Di questa canzone abbiamo sentito tante versioni diverse ma questa, di quella Rita sconosciuta, tocca l’animo non solo delle donne, e fa venire i brividi sulla pelle, forma quel nodo in gola e appanna la vista. Anche di Mara.

Io non sono un’esperta di musica, non conosco gli accordi e le note, non sono sicura di saper dire a memoria la scala musicale al contrario, ma quella voce roca è arrivata dentro, dritta qui, e ha toccato corde davvero delicate. Le sue unghie corte, pulite, l’anello spropositato sulla mano sinistra, i ricci in testa e il trucco inesistente. I pantaloni rossi e lo sguardo basso, a occhi chiusi. E quella voce, diversa da tutte quelle che fino a quel momento avevo sentito distrattamente. Un’intensità frutto di una vita piena, che sente solo perché ha toccato con mano.

Ha avuto il coraggio di cantare una canzone che quella sera parlava anche di me, a me e a tutte le donne come me. Camminiamo per strada senza guardare, sotto la pioggia che ci bagna, ma che poi non è tanto male. Conosciamo il significato del dolore e siamo state punite dalla vita, senza riserve. Per noi l’amore e la sofferenza sono due facce della stessa medaglia e per quanto ci possiamo aggrappare alla razionalità per affrontare la vita, questo non ci aiuta nelle scelte del cuore. Vivere pienamente significa affrontare soprattutto gli aspetti più duri come parte ineludibile e amare, senza riserve, per poi trovarsi a pagare le conseguenze anche per una vita intera. 

Il finale è tanto intenso quanto vivo e conosciuto. Forse non ci sono tante parole e doveva proprio andare così, senza reale possibilità di un lieto fine, ma con una evoluzione tanto vera quanto dura. Ci sono donne che sembrano sconfitte dalla vita ma poi, in verità, hanno solo avuto il coraggio di andare fino in fondo e di vivere le conseguenze delle proprie scelte. Con grande onestà verso se stesse e con il rossetto rosso sempre perfetto prima di uscire.

Quante di noi

hanno la forza di sorridere ogni giorno, nonostante tutto?

hanno gli occhi gonfi, ma una parola giusta per gli altri?

si alzano al mattino senza sapere se riusciranno ad arrivare a sera?

vanno avanti soprattutto perché hanno dei figli di cui occuparsi?

Si può sentire il dolore degli altri se prima lo si prova sulla propria pelle e si riesce a vedere solo se si curano le proprie cicatrici. Indipendentemente dall’età. I genitori possono non capire le tue scelte, nonostante conoscano le difficoltà della vita, mentre i figli, una nuova generazione, che sono con te ogni giorno di questa folle avventura, ti conoscono più di quanto tu possa immaginare. Tu li aiuti a crescere, loro a non perderti. Bisogna andare oltre alle apparenze e alle banali convenzioni sociali. Non si possono giudicare le scelte degli altri, nemmeno quando si vive a stretto contatto con la vita altrui. Chi è autorizzato ad aprire bocca? Forse stanno parlando superficialmente solo per giustificare la propria, piccola esistenza senza coraggio di cambiare una virgola, pur essendone insoddisfatti.

Ho sentito mille commenti alle mie scelte personali, il più delle volte fuori luogo e non richiesti. Soprattutto da chi mi vede raramente Troppo facile venire qui, a casa mia, giudicare e poi togliere il disturbo. Accetto, forse, un consiglio solo da chi ha vissuto come me e conosce la sofferenza della separazione. Che sia scelta oppure subita, è un percorso che si vive solo sulla propria pelle e da cui ognuno di noi, come la fenice, si rialza e rinasce dalle proprie ceneri, diventando una persona diversa.

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