1 Settembre 2018

50 primavere: quando tutto sembra perso, si ricomincia alla grande.

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 50PRIMAVERE

Adoro i film francesi, con quel marchio di fabbrica inconfondibile, la loro raffinatezza, i silenzi mai casuali e la pioggia sottile sottile. Donne e uomini veri, calati nella pura quotidianità, che camminano per strada e parlano con quell’accento adorabile. Sullo sfondo i bistrot, la musica, le giornate un pò grigie e le case così piccole e piene di persone, di oggetti, di emozioni.

In “50 primavere”, film in uscita il 21 dicembre di Blandine Lenoire, si racconta la storia di Aurore che si ritrova alla soglia del cinquant’anni a dover fare i conti con i grandi cambiamenti nella propria vita, rivalutando un equilibrio che, per quanto precario, era riuscita a trovare dopo il divorzio.

In lei mi osservo come davanti ad uno specchio, notando qualche ruga in più nel suo volto che non tarderà ad arrivare anche sul mio. Il trascorrere del tempo non è un elemento da sottovalutare. L’età per una donna è una spada di Damocle davvero difficile da gestire. Quando ci sentiamo giovani o comunque affascinanti nella nostra piena maturità, l’atteggiamento che abbiamo davanti ai problemi è decisamente diverso. Una donna muta con il trascorrere del tempo e deve prima di tutto riuscire vedere e gestire i cambiamenti che inevitabilmente avvengono. Il secondo passo è accettarsi, in questa seconda pelle, senza però smettere di amarsi e di prendersi cura di se stessa, per poi poter ripartire nuovamente con nuova energia. A tratti il film è davvero divertente, soprattutto per quanto riguarda il rapporto di Aurore con il proprio fisico alle prese con gli effetti inaspettati della menopausa. Vampate improvvise di calore, sudate e batticuori, voglia di ballare ma con il fiato sempre più corto. Il corpo è in netto contrasto con il suo spirito quasi adolescenziale, irrequieto, a volte poco responsabile e la fresca voglia di ricominciare a vivere una vita piena, di innamorarsi ancora una volta. Lei è come noi, che non smettiamo mai di credere nell’amore e nella capacità di ricominciare, ad ogni età. Una inguaribile donna romantica che combatte con gli sbalzi ormonali e il tempo che passa, ma che non smette mai di sognare.

Un altra questione importante che viene affrontata nel film è quella del lavoro, infatti Aurore si licenzia in un’età in cui diventa difficile essere competitivi e dopo aver dedicato anni all’attività del marito, senza poter contare su un tradizionale percorso professionale e trovandosi poi a fare i più disparati mestieri. Anche questo è un nodo difficile da sciogliere. Quante donne come noi hanno lavorato in casa senza che venisse riconosciuto ufficialmente il loro ruolo. Stupidamente non c’è stata la razionalità di vedere questo macroscopico errore, già compiuto dalle nostre madri. Me lo rimprovero spesso, visto che ora fatico in questo mondo precario e ripenso a quando avevo un mio lavoro e avevo un’indipendenza personale a cui ho stupidamente rinunciato, in modo quasi automatico e senza farmi tante domande. Ero sicura che con l’uomo che avevo al mio fianco non sarebbe mai finita e che a me queste cose non sarebbero mai capitate.

Questo è un film al femminile, in cui oltre alla protagonista rivestono un ruolo importante sia le due figlie che l’amica con cui Aurore condivide ogni avventura, sviluppando una visione romantica e materna, ma altrettanto pragmatica dovuta alla necessità di queste donne di organizzare da sole la vita di tutti i giorni. Una forte solidarietà femminile che permette di affrontare le situazioni in modo forte e compatto, tra confidenze e abbracci di gruppo in un letto mai troppo piccolo per queste cose.

Film umoristico e davvero divertente, irriverente nel parlare di sessualità davanti alle figlie imbarazzate più della madre. Una donna matura, forte e bella, che piace ancora e che riceve complimenti degli uomini per le sue forme armoniose e la sua genuina femminilità.

Pellicola densa di romanticismo, dove c’è una gran voglia di innamorarsi ancora e di volersi bene a qualunque età, di credere sempre che si possa trovare una soluzione ai problemi, sullo sfondo di un ottimismo contagioso. Anche quando tutto sembra perso, alla fine non si smette di credere che la vita possa sempre sorprendentemente ricominciare.

Quello che mi ha colpito davvero è veder raccontato in un film un mondo che spesso viene trascurato, quello delle donne sole di mezza età che affrontano la dura realtà del tempo che passa, senza lasciarsi sopraffare dalla vecchiaia e piangendo solo lo stretto necessario per sfogare una sofferenza momentanea. Pronte a rimboccarsi le maniche e a rimettersi in gioco, ancora una volta nella vita. Orgogliose di vivere un’esistenza piena, dove i sentimenti sono i veri protagonisti e, nonostante qualche ruga, con il sorriso sempre sulle labbra. Sono loro il vero esempio di forza e coraggio per tutte noi.

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