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ToggleLa Separazione e il Benessere dei Figli
La separazione coniugale è un argomento delicato che può avere un impatto profondo sulla vita dei figli. In questo articolo, esamineremo la separazione dal punto di vista dei figli, mettendo in luce come i genitori possono minimizzare il disagio dei loro bambini durante questo periodo difficile.
Comprendere le Emozioni dei Figli
I bambini sono estremamente sensibili alle dinamiche familiari, e una separazione può scatenare una serie di emozioni complesse. È importante che i genitori comprendano e rispettino questi sentimenti. La comunicazione aperta è essenziale. Parlate con i vostri figli e offrite loro uno spazio sicuro per esprimere le proprie emozioni. Questo può aiutarli a elaborare meglio ciò che stanno vivendo.
Mantenere la Routine
Durante la separazione, è fondamentale mantenere una routine stabile per i figli. Le abitudini quotidiane, come l’ora di andare a letto o i pasti, dovrebbero essere mantenute il più possibile. Questo fornisce ai bambini un senso di stabilità in un momento di incertezza.
Evitare Conflitti Davanti ai Figli
I litigi e le tensioni tra i genitori possono essere dannosi per i bambini. Cerca di evitare di discutere o litigare di fronte ai tuoi figli. Se è necessario risolvere questioni, fallo in privato. Questo aiuterà a preservare un ambiente tranquillo per i bambini.
Coinvolgere un Professionista
Se la separazione è particolarmente difficile o ci sono problemi emotivi significativi coinvolti, potrebbe essere utile coinvolgere un professionista. Un consulente familiare o uno psicologo infantile può aiutare i bambini a elaborare i loro sentimenti e a gestire lo stress legato alla separazione.
Promuovere un Rapporto Positivo tra i Genitori
Anche se la coppia si separa, è essenziale promuovere un rapporto positivo tra i genitori. Questo significa che dovrebbero cercare di collaborare nell’interesse dei loro figli. Comunicate tra di voi per prendere decisioni importanti riguardanti i bambini e partecipate attivamente alla loro vita.
La preoccupazione di Orietta
Orietta (nome di fantasia ) è una mamma separata, ha due figli, un bambino di 7 anni e una bambina di 9 con il suo primo marito. Da qualche anno però Orietta ha anche un nuovo compagno, dal quale è nato il suo ultimo figlio che oggi ha appena pochi mesi.
I figli del suo primo matrimonio vivono prevalentemente con lei, il suo nuovo compagno ed il loro bambino. Quando arriva nel mio studio Orietta è molto confusa. Dice di essere arrabbiata con l’ex marito perché ogni volta che i loro figli fanno rientro a casa, dopo aver trascorso il weekend con lui, piangono. Lei giustifica questo pianto come dimostrazione di infelicità dei suoi figli per essere tornati da lei. Vede questo come una manipolazione da parte del padre per nutrire il proprio ego. Racconta che lui fa trascorrere ai figli un weekend senza regole, facendogli fare solo ciò che vogliono e dimostrando così che lei è il genitore severo, che impone solo regole.
Mi domanda, quindi, come può far capire al papà dei suoi figli che quello che fa non è corretto. In alternativa mi chiede come può far capire ai loro figli che, quello che fa il papà lo fa perché sta poco con loro, mentre con lei trascorrono più tempo ed è giusto che ci siano più regole. Mentre l’ascolto parlare mi immagino la scena del rientro dei due bambini nella casa materna dopo il weekend trascorso con il padre.
Immagino un padre in piedi sulla porta di ingresso dell’abitazione della sua ex con la nuova famiglia. Immagino i due bambini a metà strada tra il loro papà e la loro mamma. Immagino Orietta che con in braccio il piccolonato dalla nuova relazione apre la porta ai suoi figli.
Mi immagino nei panni dei due bambini e sento il loro dispiacere nel dover scegliere nuovamente quale dei due genitori tenere ora, mentre per loro è chiaro che non vorrebbero fare una scelta. Invito Orietta ad immaginare con me questa situazione e a mettersi con me nei panni dei suoi figli. La invito a dover immaginare di dover rinunciare tutti i weekend ad uno dei due genitori.
Non è forse questo un motivo sufficiente per piangere?
Le propongo di leggere il pianto dei suoi bambini non come un rifiuto per il rientro nella casa materna, bensì come un rinnovarsi del lutto per i suoi bambini. Le propongo quindi da quel momento in poi di accogliere i suoi figli abraccia libere, senza tenere in braccio il figlio della nuova famiglia. Le propongo di accogliere i suoi figli a braccia aperte, di sedersi sul pavimento con loro e di accogliere le loro lacrime, riconoscendo il loro diritto alla tristezza, in un momento in cui evidentemente c’è. Riconoscere a questa tristezza la sua dignità, chiamarla, nominarla,autorizzarla, senza farne una colpa ai bambini perché vissuta dalla loro madre come un attacco alla nuova vita.
Orietta mi guarda incredula, mai era riuscita a vedere la situazione da un altro punto di vista. E, paradossalmente, questo nuovo punto di vista assolve tuttima soprattutto offre ai suoi figli una nuova possibilità, quella di poter esprimere liberamente le proprie emozioni senza sentirsi in colpa, per il rischio di ferire la madre nell’essere tristi.
A cosa serve questo racconto?
A comprendere che questo nuovo punto di vista ha offerto ai bambini di Orietta e del suo ex marito la possibilità di esprimere le proprie emozioni senza dover tutelare nessuno dei due genitori. A volte basta solo guardare le situazioni da un’altra angolazione.
È semplice? A volte no e avere qualcuno che ti aiuta a farlo può essere la svolta che ti permette di vivere situazioni potenzialmente stressanti in modo sano e costruttivo, per te e per i tuoi figli. Ah, dimenticavo! nel mio studio è passata Orietta ma sono passati anche tanti papà con lo stesso quesito e con le stesse possibilità di soluzione.