3 Giugno 2022

La responsabilità genitoriale verso i figli

responsabilità genitoriale
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Dalla potestà alla responsabilità genitoriale: Una rivoluzione nei rapporti familiari

La trasformazione nel rapporto tra genitori e figli ha subito una metamorfosi radicale negli ultimi anni. Ma cosa ha scatenato questo cambiamento? E come ha influenzato la vita quotidiana delle famiglie italiane?

La nascita della responsabilità genitoriale

Con l’introduzione della legge n. 219 del 10 dicembre 2012 e del decreto legislativo n. 154 del 28 dicembre 2013, abbiamo salutato il vecchio concetto di “potestà genitoriale”. Questi cambiamenti legali hanno ridefinito i rapporti tra genitori e figli. Ma, in che modo?

Il cambiamento nel panorama legale

L’obiettivo era chiaro: rafforzare l’autodeterminazione dei figli. In passato, i genitori avevano poteri pressoché illimitati, ma con queste nuove leggi, l’enfasi si è spostata sull’importanza delle volontà e delle aspirazioni dei figli.

La posizione dei figli: al centro dell’attenzione

Il mondo sta cambiando e con esso anche la percezione dei bambini nella società. Ora, il loro ruolo e i loro interessi sono prioritari. Infatti:

La responsabilità genitoriale e l’autodeterminazione

La ridefinizione della responsabilità genitoriale non si ferma alla legge. Rivela una tendenza crescente: riconoscere i figli come individui con il diritto di fare scelte autonome.

Oggi, un risalto davvero maggiore, rispetto al passato, viene dato alla posizione ed agli interessi della prole, poichè, ad esempio: 

  • i genitori debbono esercitare la responsabilità genitoriale tenendo conto “delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio ” (così l’art. 316, comma 1 cod. civ.);
  • è stato aggiunto, ai doveri già conosciuti di mantenimento, istruzione ed educazione, il dovere di assistere moralmente il figlio, mentre precedentemente l’assistenza morale era prevista solo tra coniugi e non verso i figli (art. 315 bis cod. civ.);
  • il riconoscimento del figlio naturale da parte del genitore non è possibile senza il consenso del minore che abbia compiuto quattordici anni (art. 250 cod. civ.); 
  • è stata abbassata l’età a partire dalla quale il minore può essere ascoltato dal giudice, dai quattordici anni della versione precedente agli attuali dodici anni e anche di età inferiore se il minore sia capace di discernimento,  quando uno dei genitori faccia ricorso al tribunale nel caso di contrasto su questioni di particolare importanza riguardanti la prole (così l’art. 316, comma 3 cod. civ.).

La responsabilità genitoriale e l’autodeterminazione del figlio

La nuova responsabilità genitoriale lascia spazio all’autodeterminazione dei figli minori e la valorizza, anche a scapito, talvolta, della libertà educativa dei genitori: a mano a mano che il figlio cessa di essere oggetto di protezione, diventa soggetto protagonista di scelte autonome, cui corrisponde una responsabilità connessa alla scelta. 

La responsabilità genitoriale è un concetto fondamentale nel diritto di famiglia. Si riferisce al complesso dei diritti e doveri dei genitori nei confronti dei figli minori. Questi diritti e doveri hanno come obiettivo principale la salvaguardia del benessere fisico, psicologico ed emotivo del bambino, nonché la sua educazione e formazione.

Le caratteristiche principali della responsabilità genitoriale includono:

Educazione e Formazione: I genitori hanno il dovere di educare e formare i loro figli, garantendo loro un’educazione adeguata alle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni.

Benessere Fisico: I genitori devono garantire che le necessità fisiche del bambino siano soddisfatte, inclusi cibo, alloggio e cure mediche.

Benessere Psicologico ed Emotivo: È fondamentale per i genitori fornire un ambiente in cui il bambino possa crescere in modo sano dal punto di vista psicologico ed emotivo.

Rappresentazione Legale: I genitori rappresentano il figlio in tutte le questioni legali fino a quando il bambino non raggiunge la maggiore età o non viene dichiarato emancipato.

Con l’avvicinarsi dell’età adulta, si riconosce l’importanza dell’autodeterminazione del figlio, cioè la capacità e il diritto del figlio di prendere decisioni riguardo alla propria vita. L’autodeterminazione può riguardare molteplici aspetti, dall’istruzione alle decisioni mediche, dalle amicizie alle attività ricreative.

Man mano che il figlio cresce e matura, è essenziale bilanciare la responsabilità genitoriale con l’autodeterminazione del figlio. Questo bilanciamento può diventare una sfida, in quanto i genitori possono sentire di sapere cosa è meglio per il loro figlio, mentre il figlio può sentire il bisogno di esplorare e fare le proprie scelte.

In molti ordinamenti giuridici, il diritto riconosce questa crescente capacità di autodeterminazione dei minori, permettendo loro, per esempio, di avere voce in capitolo in questioni giudiziarie che li riguardano o di acconsentire a trattamenti medici in determinate circostanze.

La libertà religiosa del minore

A questo proposito, si pensi alla libertà religiosa del minore, che configura naturalmente un limite alla libertà educativa dei genitori, la quale si esplica anche in campo religioso.

L’art. 1 della legge n. 281 del 1986 riconosce al minore stesso il diritto di scegliere personalmente, al momento dell’iscrizione alla scuola secondaria superiore, se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica, così escludendo esplicitamente la necessità ed il rilievo della volontà dei genitori a riguardo.

Prendendo spunto da tale dato normativo, se si volesse individuare un’età a partire dalla quale le decisioni del minore in materia religiosa non possono più essere messe in discussione dai genitori, essa potrebbe essere fissata nei quattordici anni, ovvero l’età in cui normalmente ci si iscrive alla scuola superiore.


Ma la libertà di educazione religiosa dei genitori trova un limite insuperabile anche nella protezione del minore da pregiudizi irreparabili, ciò che ha condotto, in numerosi casi, a provvedimenti di limitazione o di decadenza dalla responsabilità genitoriale, con divieto per il genitore, ad esempio, di condurre il figlio con sè alle manifestazioni e riunioni della propria fede, come è evidente, ad esempio, nelle sentenze della Cassazione n. 12954 del 24.05.2018 e n. 24683 del 4.11.2013.

responsabilità genitoriale
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La libertà del minore in relazione alle cure mediche

Appare necessario, oggi, riconoscere al minore che sia capace di discernimento il diritto ad esprimere il consenso informato ai trattamenti sanitari che lo riguardino , o almeno a vedere tenuta in considerazione la propria volontà rispetto ad essi, come del resto è raccomandato anche dall’art. 6, comma 2, della Convenzione di Oviedo del 1997 sui diritti dell’uomo e la biomedicina.

Invero, negare questa possibilità al minore, specialmente quando questi sia vicino alla maggiore età, porterebbe ad un assurdo: il minore verrebbe privato di diritti personalissimi per la sola considerazione del dato formale rappresentato dalla minore età, mentre, ad esempio, un soggetto maggiorenne ma sottoposto ad amministrazione di sostegno potrebbe esercitare una maggiore autodeterminazione.  

Il problema riguarda semmai, l’accertamento da parte dell’operatore sanitario della maturità di giudizio del minore , necessario per informarlo delle sue condizioni di salute ed acquisirne le relative determinazioni, il quale non ha parametri certi, se viene meno il parametro costituito dalla maggiore età.

Difatti, sono davvero poche le ipotesi che, nel nostro ordinamento, espressamente prevedono un certo grado di autodeterminazione del minore in campo sanitario, e tra queste si ricordano:

la legge n. 194 del 22 maggio 1978, in materia di interruzione volontaria della gravidanza, che prevede la possibilità per la donna minore di età di rivolgersi ai consultori familiari e alle strutture sanitarie per ottenere la somministrazione di farmaci.

Dopo avere ribadito che, per l’aborto della minorenne, occorre l’assenso di chi esercita sulla stessa la responsabilità genitoriale, precisa che nei primi novanta giorni di gestazione, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione degli esercenti la responsabilità genitoriale, oppure questi, interpellati, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi.

Il consultorio o la struttura socio-sanitaria o il medico di fiducia possono rivolgersi al giudice tutelare, il quale, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli dall’istante, può autorizzare la ragazza a decidere l’interruzione della gravidanza; 

il d.p.r. n. 309 del 9 ottobre 1990, il quale legittima il minore che faccia uso di sostanze stupefacenti a richiedere personalmente al servizio pubblico per le tossicodipendenze o ad una struttura privata autorizzata di essere sottoposto ad accertamenti diagnostici e di eseguire un programma terapeutico e socio-riabilitativo; 

il d.lgs. n. 211 del 24 giugno 2003, che subordina la sperimentazione clinica sul minore al consenso dei genitori, il quale deve comunque rispecchiare la volontà del figlio.

responsabilità genitoriale
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La necessità di bilanciare responsabilità genitoriale e autodeterminazione dei figli, caso per caso

La necessità di tenere in considerazione sia la responsabilità dei genitori, sia la posizione e la volontà dei figli, rende necessario per i genitori, gli avvocati ed i giudici comprendere, caso per caso, la capacità di discernimento dei minori, e bilanciare le esigenze educative sottese alla responsabilità genitoriale e le volontà dei minori.

Evitando sia la superata idea di soggezione assoluta dei figli ai genitori sia una scelta incondizionata a favore dell’autodeterminazione dei figli, cercando di mantenere sempre l’obiettivo sull’interesse del minore, in una logica che non può definirsi se non come una logica del caso concreto. 

Bilanciare la responsabilità genitoriale con l’autodeterminazione dei figli è una sfida cruciale nella società moderna. Questo equilibrio diventa essenziale nel garantire che i diritti dei minori siano rispettati, mantenendo allo stesso tempo una protezione adeguata. Ecco alcuni punti che delineano la complessità di questo tema:

  1. Maturità Emotiva e Intellettuale: Non tutti i minori raggiungono livelli di maturità alla stessa età. Ci sono bambini di 12 anni che possono dimostrare una capacità di discernimento più acuta di alcuni adolescenti di 16 anni. Pertanto, bisogna valutare individualmente la maturità di ciascun minore.

  2. Responsabilità Genitoriale: I genitori hanno il dovere di educare, proteggere e guidare i loro figli. Tuttavia, questo non significa che i minori non abbiano voce in capitolo sulle decisioni che li riguardano. La chiave sta nel dialogo, dove i genitori ascoltano attivamente le preoccupazioni dei loro figli e considerano le loro opinioni.

  3. Ruolo del Sistema Giuridico: In situazioni particolarmente complesse, come i casi di divorzio o quando i diritti dei minori sono violati, gli avvocati e i giudici giocano un ruolo fondamentale. Essi devono soppesare attentamente i diritti e le responsabilità dei genitori contro l’interesse superiore del minore.

  4. Interesse Superiore del Minore: Questo principio, fondamentale nelle convenzioni e nelle leggi relative ai diritti dell’infanzia, sostiene che ogni decisione che riguarda un minore deve avere al centro il suo benessere e il suo interesse. Questo può, in alcuni casi, andare contro la volontà dei genitori o del minore stesso.

  5. Evoluzione Culturale: Mentre alcune culture enfatizzano l’obbedienza e il rispetto assoluto per gli anziani, altre danno più spazio all’indipendenza e all’autodeterminazione. In una società globalizzata, è essenziale riconoscere e rispettare queste differenze, adattando l’approccio in base al contesto culturale e individuale.

  6. Educazione ed Informazione: E’ importante educare sia i genitori che i minori sui loro diritti e responsabilità. Una maggiore consapevolezza può prevenire conflitti e malintesi.

In sintesi, l’equilibrio tra responsabilità genitoriale e autodeterminazione dei figli richiede un approccio personalizzato, basato sul rispetto reciproco, sull’ascolto e sulla protezione dell’interesse superiore del minore.

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La responsabilità genitoriale ha soppiantato il sorpassato concetto di potestà genitoriale e ridefinisce i rapporti tra genitori e figli.
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